Capitolo 32.

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«J-Jason.» dico tremando.

Lui si volta di scatto, rimanendo sorpreso. Forse per il fatto di vedermi lì, e ancora peggio di vederlo bere senza sosta, cosa che mi fa più male di quanto pensassi. Vederlo che si rovina, così, senza sapere cosa fa, è orribile.

Lui non mi da risposta, e così io continuo. «Cosa ci fai qui?» chiedo con la voce rotta.

Senza che me ne sono accorta realmente, le lacrime hanno iniziato a scendere sul mio volto, rigandomi tutte le guance.

Lui scatta in piedi, avvicinandosi spaventosamente a me.

«Come hai fatto ad arrivare?» mi chiede col fiatone, e un velo di rossore sul viso. Sembra come se abbia appena finito una maratona.

Non lo so nemmeno io perché sono qui, o forse si. Ripenso a quando Kriss mi ha obbligata a venire a parlargli, e la maledico mentalmente.

«Forse ero venuta a chiederti spiegazioni!» il mio tono di voce si fa sempre più alto.

«Vattene.» ringhia lui a denti stretti.

«Ma che cazzo di problemi hai? Prima mi scopi e poi mi dai della puttana!?» urlo più del dovuto.

Sento gli sguardi di molti presenti su di noi, come se anche loro stiano aspettando una risposta.

Jason inspira profondamente, e mi afferra per un braccio, trascinandomi fuori.

Sento raggelarmi, ma rimango comunque presente a me stessa.

«Cos'è, avevi paura a dirmi tutto lì dentro?» rido amaramente, non smettendo di guardarlo negli occhi.

«Non sai di cosa parli.» dice acido.

«Oh si, lo so perfettamente!» sbraito. «Tu mi dici che mi ami, quasi me lo giuri, e mi fai credere persino di essere amata, e che tu rimarrai. Ma no, osi pure darmi della puttana! E io cosa faccio? Vengo pure a chiederti spiegazioni! Devo essere impazzita, Jason! Più di quanto pensassi già da quando mi sono innamorata di te.» concludo.

Lui ha uno sguardo indecifrabile. Non riesco a capire niente. Né se è felice, né se è triste, o ancora diversamente se sta provando dolore.

«Rispondimi!» dico in tono deciso.

Lui sembra non reagire. Anzi, rimane lì, fermi, a guardarmi, come se non esistessi davvero.

«Sai cosa!?» continuo. «Forse ho fatto male a lasciare mia madre, e tutto quello che ora lei ha là. Ho sbagliato profondamente. Oh, perché forse non te l'ho detto mentre scopavamo, ma è persino diventata ricca.» annuisco a me stessa, quasi per autoconvinzione. «Quindi ora, sempre con il tuo permesso, me ne vado, me ne ritorno direttamente da mia madre.»

Mi sento avvampare, sento uno strano calore dentro di me, quasi un bruciore.

Le lacrime si sono di nuovo fatte strada sul mio viso, impadronendosene.

Lo guardo per l'ultima volta in faccia, prima di voltarmi per andarmene.

A quanto pare non ci tiene davvero a me, e non ci ha mai tenuto. Non ha neanche nemmeno provato a fermarmi.

Corro via, e quando mi sembra di essere abbastanza lontana do vita al libero sfogo, piangendo come non mai.

Mi accascio lungo la parete, sperando che qualcuno mi porti via, via da tutto.

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Apro lentamente gli occhi. Guardo il soffitto, non capendo dove sono.

Mi alzo di scatto, guardandomi intorno, e capendo dove mi trovo.

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora