Capitolo 25. (Sequel)

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"Non c'è cosa più brutta di quando, anche involontariamente, una vita scivola via dalle tue mani, senza che neanche tu riesca ad accorgertene."

Non voglio, certo che non voglio. Non posso permettermi che vada via una seconda volta. Ho già creduto la prima volta che fosse morta, ma non questa. Stavolta non sarà così. Non scivolerà via dalle mie dita come se nulla fosse. Non lascerò che la persona che amo più al mondo riesca ad allontanarsi da me una seconda volta, non se continuerò a lottare.

«Jason?» alzo il capo, diventato ormai pesante per i troppi pensieri che continuano a vagare all'interno. È proprio così che vedo la mia mente : i pensieri si sono trasformati in anime, fantasmi, colmi di disperazione e odio; fantasmi che non sono in grado di trovare la pace. Lo stesso vale per i miei pensieri, che non riescono a scovare una soluzione.

«Jenny? Novità?» la ragazza davanti a me scuote più volte il capo, sedendosi poi affianco a me, posandomi dolcemente una mano sulla spalla.

«Ce la farà, okay?» rido amaramente, non sapendo cos'altro fare.

«Ne sei così sicura? Quella cazzo di pallottola le ha quasi trafitto il cuore! Come posso credere che si salverà?» ed ecco, che un'altra risata fredda come tutte le altre, si fa largo sul mio volto, fino ad echeggiare nel silenzio del corridoio di questo maledetto ospedale.

«Non ha senso essere così pessimisti, Jason. Non è così che dimostri di amarla veramente.» le parole di Jenny rimbombano nella mia mentre almeno un miliardo di volte, a una velocità smisurata.

«Amore? Che ne sai tu di amore? E poi, non pensi che tutto ciò sia destino? Semplicemente non dobbiamo stare insieme, ecco. Finalmente l'ho detto. Finalmente ce l'ho fatta, cazzo!» mi porto istericamente le mani ai capelli, iniziando a tirarli più forte che posso, senza provare dolore più grande di quello del peso che porto sulla mia coscienza.

«Non sai quello che dici, non te ne rendi conto!» la sua voce si alza, e a quel punto io perdo il controllo.

«Cosa ti aspettavi, Jenny? Cosa ti aspettavi da un ubriaco e da una puttana? Era destino, e sai cosa? Forse è meglio che io me ne vada. Se si dovesse svegliare, non chiamarmi, non cercarmi, non... Fai finta che io sia morto.» detto ciò, con uno scatto fulmineo, afferro la mia giacca e mi alzo da quella sedia.

Non ho il coraggio di guardarla negli occhi, anche se so benissimo che alcune lacrime stanno rigando il suo volto. Ma non rimpiango nulla, ho semplicemente detto tutta la verità, nulla di più, nulla di meno.

Avanzo molto velocemente, osservando attentamente la porta che si trova dinnanzi a me. Se la aprirò, se uscirò da questo posto, ci sarà il rischio che tutto possa cambiare? Cosa potrebbe succedere? Che ne sarà di me? Della mia vita, di tutto quello che mi ero imposto di fare, di Samantha... Cosa ne sarà?

Senza neanche essermene accorto mi trovo all'esterno dell'edificio, a respirare l'aria fredda delle prime ore del mattino. Do un'occhiata all'orologio che ho sul polso, constatando che è ancora troppo presto per fare qualsiasi cosa. Non ho una casa, non ho un posto dove stare, non ho più nulla.

Mi dirigo verso la macchina parcheggiata nel posto più isolato, riflettendo sul fatto che è l'unica cosa che mi rimane. Apro la portiera, entrando immediatamente all'interno del veicolo, evitando di raffreddarmi più del dovuto.

Ed ecco, che nel silenzio di un attimo, ripenso a quando sono riuscito a toglierla dalle sue mani : l'immagine di Travis che punta la pistola verso di lei compare nella mia mente, ghiacciandomi completamente. Non so neanche come ne siamo usciti, so solo che devo ringraziare colei che lo ha colpito direttamente alle spalle, credo fosse una ragazza. Non potrò mai ringraziarla abbastanza per avermi permesso di scappare via, con tutto quello che amavo.

Già, amavo.

Adesso, invece, è l'immagine di Samantha a farsi spazio in me, facendomi rimpiangere quello che ho appena fatto. Eppure no, è stata la decisione giusta. Il destino non ha preservato un futuro per noi, e come si può combattere un qualcosa di invincibile?

Infilo la chiave azionando il motore e afferrando il volante con talmente tanta forza da mettere in evidenza ogni singola vena. Inspiro profondamente, posizionando il piede sulla frizione e dando gas.

Non ho una meta precisa, ho soltanto voglia di liberarmi di quello che sono, di quello che mi ha tormentato per tantissimi anni : il mio passato. Non so cosa sto facendo esattamente, ma non c'è nessuno a fermarmi e ho un bisogno sfrenato di sentire il vuoto sotto di me, nient'altro.

Al momento sembra che la macchina stia camminando da sola, non ho io i comandi, non ho più i comandi di nulla. Procedo, procedo e continuo a chiedermi se quello che sto per fare sia la cosa giusta. Pochi minuti dopo il motore si ferma, e con lui me stesso.

Scendo lentamente dalla macchina, osservando tutto ciò che mi circonda : esattamente il nulla. Cammino lentamente, con la paura di voler vedere veramente il precipizio sotto di me.

Ora che sono qui, con la voglia di buttarmi e farla finita, con la voglia di dimenticarmi del mio passato, con la voglia di dimenticarmi dell'unica persona che è riuscita a rubarmi il cuore e poi a farlo in frantumi più e più volte, cosa potrebbe mai impedirmi di fare un atto che non danneggerebbe nessuno? Ecco, esattamente niente.

Avanzo ancora di un passo, e come se tutto ciò fosse un'irrealtà, il volto di Samantha mi compare davanti agli occhi, davanti a tutto quel vuoto. Ma la mia testa, se la mia testa ci pensa, crede soltanto che tutto ciò potrebbe rendere felice anche lei. Avrebbe l'opportunità di rifarsi una nuova vita, una vita senza di me. In fondo è solo colpa mia, è colpa mia se ha passato questo inferno per tutti questi anni.

Un ultimo respiro profondo, un ultimo sguardo indietro, un ultimo rintocco. Un piede si allunga involontariamente nel vuoto, e l'altro rimane incollato alla terra.

Un cinguettio mi distoglie dal mio tentativo, e i miei occhi osservano attentamente quella creatura, una rondine. Le piccole ali fendono l'aria, e la posizione del corpicino è perfettamente sincronizzata con il resto.

Ed ecco, che una strana sensazione, una strana voglia di imitarlo, si fa largo in me : le braccia si distendono, quasi come se fossero pronte per il volo, il volo di una rondine solitaria.

Gli occhi si chiudono, i fantasmi nella mia mente smettono di vagare...

La voglia di lasciarmi andare è sempre più grande, è più forte di qualsiasi altra cosa. Oramai non c'è più nulla che mi impedisce di buttarmi, nulla, assolutamente nulla.

«Fermati! Ti prego, fermati! Non farlo!»

La mente si riapre, i fantasmi iniziano di nuovo a correre.

SPAZIO AUTRICE.

Ora lo so che tutti quanti vorreste ammazzarmi, ma so che mi amate troppo.
Non so nemmeno in che lingua scusarmi, perché ho fatto un'assenza davvero lunghissima, forse ancora più dell'altra.
Ma che ci posso fare? Non riesco a resistere all'estate 😩

Ci vediamo al prossimo capitolo! ❣✨

Ps : cosa succederà? 🙊

All the love, xoxo 💋

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora