Capitolo 27.

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Mi sento come se non c'è nessuno contatto tra il cervello e le parti del mio corpo. È come se fossi incollata al pavimento, o addirittura come se fossi stata congelata.

Devi riprenderti, Samantha.

Faccio un lungo sospiro, e decido di farmi forte. Kriss ha ragione, devo affrontare sia lui, che le mie emozioni, i miei sentimenti.

Anche se non me l'ha detto in modo esplicito, so che lo pensa.

Mi volto di scatto, guardando la porta, e correndo verso di essa per aprirla con forza.

Inizio a cercare mia madre con lo sguardo. Non vedendola mi dirigo in cucina, dove la trovo con una tazza di caffè in mano, seduta sul divano intenta a girare tutti i canali in cerca di qualcosa da guardare.

«Mamma!» urlo con tutto il fiato che ho in gola.

Lei sussulta e lascia cadere la tazza a terra, che si rompe in mille pezzi, facendo spargere il caffè ovunque.

«Caspita, Samantha. Che motivo hai di urlare così tanto? Mi hai fatto prendere un colpo!»

Senza pensarci due volte mi affretto e vado verso di lei, aiutandola a raccogliere e pulire tutto.

«Scusami. Scusami davvero tanto, ma...» inspiro profondamente, e le lacrime iniziano a scendere sul mio volto. «Sono stata una stupida, una grande stupida, e ora non so come riparare a ciò. Vorrei...morire.»

Mi guarda con la bocca spalancata. Prende i pezzi di ceramica dalle mie mani e mi fa sedere sul divano accanto a lei.

«So che non sono mai stata una buona mamma, tesoro. Ma forse tutti abbiamo una seconda possibilità, e tutti possiamo cambiare e rimediare ai propri errori. E sono certa che se hai fatto qualcosa, di certo non è poi così grave. Se ti va di parlarne sono qui, ma se non ti andasse di farlo, posso solo darti un consiglio : non devi mai rimpiangere quello che hai fatto, anche se è sbagliato, perché non ormai non puoi più cambiare le conseguenze che ha avuto. Ma potrai sempre, e comunque, rimediare. Sempre, Samanta. Ricordatelo

Mi porto l'orlo della maglietta agli occhi, asciugandomeli.

Mi sembra quasi irreale. Mia madre non mi avrebbe mai detto queste cose, e in questo momento sento che ho bisogno di lei più di ogni altra cosa al mondo.

«P-posso d-darti un abbraccio?» chiedo insicura.

Lei non risponde neanche, che in meno di un secondo le sue braccia si aggrovigliano al mio collo.

È da tanto che non sentivo un contatto così grande con lei, ed è così... Strano, diverso.

«Oh, come siete belle.»

Improvvisamente ci stacchiamo, e vedo mia madre porgere un grande sorriso verso Collin, un sorriso vero.

«Scusate se vi ho interrotte.» dice lui massaggiandosi la tempia.

Mia madre si alza e va verso di lui. «Tesoro, non ti preoccupare, era solo qualche consiglio madre e figlia.» dice posandogli un bacio sulla guancia.

«Beh, io torno nella mia stanza.» dico imbarazzata.

«Samantha, aspetta.»

Mi volto di scatto, mia mamma ha un biglietto in mano. È per Boston.

«Cosa...?»

Fa un lungo sospiro e poi inizia a parlare. «Non volevo cacciarti via, ieri, quando ti ho detto quelle parole. Ma se l'ho fatto era perché avevo un buon motivo. Ed il motivo è proprio questo.» si ferma un attimo come per valutare cosa dire. «Va' da lui. Prendi questo biglietto e corri tra le sue braccia. Non fare gli stessi sbagli che ho fatto io. Anche se ho avuto l'opportunità di rimediare, ho dovuto aspettare troppi anni, rovinando la mia vita, e anche la tua.»

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora