Da quando Jason è tornato a casa non si è fatto più sentire. Non so il motivo, ma vorrei che venisse da me, e mi urlasse in faccia tutto.
Mi andrebbe anche bene che dalla sua bocca uscissero insulti, oppure che mi dicesse che non ha più bisogno di me, ma ho bisogno che mi parli, e che non sparisca per sempre.
Ho bisogno di tutto questo.
Il giorno dopo che Jason è stato dimesso ho ricevuto un messaggio da mia madre : "ti ho già prenotato il biglietto. Ci vediamo domani, Samantha."
E adesso mi trovo qui. Con uno stupido bagaglio in mano, pronta per andare all'aeroporto.
Kriss non mi ha più cercata, non è nemmeno più tornata in dormitorio. Vorrei tanto avere il coraggio di prendere il telefono e chiamarla, ma so che non succederà mai.
Faccio un lungo respiro, prendo la giacca, mi guardo intorno e mi preparo ad uscire, quando bussano alla porta.
Lascio la valigia di colpo che cade per terra con un tonfo, e corro verso le porta, sperando che sia Jason, o anche Kriss.
La apro con tanta forza, quasi da staccarla via.
«Ciao bellezza.»
«Travis...» dico con tono indifferente.
«Felice di vedermi?» chiede con un sorriso.
«S-si.» balbetto.
Non mi aspettavo di vedere lui, soprattutto dopo le cose che Jason mi ha detto in ospedale.
Non voglio passare del tempo con lui, non farei altro che peggiorare la situazione, e lo farei soffrire, perché continuerei a pensare a Jason, e a quel punto soffrirei anche io.
Torno dalla mia valigia, che mi aspetta giacente sul pavimento.
La afferro con decisione.
«Scusami Travis, ma devo andare.»
So che il mio tono è freddo, indifferente alla sua gentilezza, ma devo rimanere ferma sulla mia decisione.
Resta in te, Samantha. Resta in te. Fallo per te stessa.
Supero Travis, che ha ancora lo sguardo puntato su di me, senza volermi staccare gli occhi di dosso.
«Dovrei chiudere la porta.» gli dico cercando di accennare un sorriso.
«Oh, certo.»
Sembra non essere in sé, come se qualcuno lo avesse portato su un altro pianeta, e so che è colpa mia.
Cazzo, Samantha. Quanto sei stupida.
Travis esce e io lo ringrazio con un altro sorriso sforzato.
«Posso... Posso accompagnarti? Se non ti va non ti preoccupare, ti capisco e...»
«Okay.» dico senza lasciarlo continuare.
«Okay.» dice sorridendo e passandosi una mano tra i capelli corti e biondi.
È chiaramente più sollevato, la tensione che c'era prima fra di noi è improvvisamente scomparsa.
«Questa la porto.» mi toglie la valigia di mano. «Sarà pesante.» afferma.
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Perfettamente sbagliato
DragosteLei appartiene quasi ad un altro mondo. Lui non conosce l'amore, ma vorrebbe tanto sapere com'è fatto. Lei potrebbe essere la sua salvezza, ma allo stesso tempo la sua autodistruzione. Lui è una nuova esperienza per lei. Ma se entrassero cos...