Capitolo 1.

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«Sam, Sam!»

Ed ecco che mia madre mi urla dal piano di sotto. A quanto pare ama come sempre far sentire la sua delicata voce.  A volte la invidio così tanto, è così perfetta, così ben presentabile, così... Noiosa.
Molti avevano definito mia madre così, ma io non li ascoltavo, perché lei è stata la prima ad insegnarmi a non tener presente delle critiche degli altri. "Sam, sono così invidiosi.. " mi diceva. E puntava sempre verso la perfezione.

Scendo lentamente le scale, sono un po' insicura. Capisco che non l'ho mai dimostrato, ma penso che per il primo giorno di università sia normale per tutti essere agitati.
Okay, forse non è una cosa che Samantha Jenkins può permettersi. Anzi, è certo.

«Oh la mia piccola Samantha, sei così carina con questo vestito.»

Ho deciso di mettere il mio vestito più bello, floreale, mezze maniche, di una lunghezza giusta, un po' dopo il ginocchio. Insomma, perfetto.

Mia madre corre ad abbracciarmi e mi sorride.

«Vedi, tutti questi sforzi sono serviti a qualcosa.»

Con un po' di paura la seguo verso la macchina. L'università dista circa due ore da qui, e dato che per oggi devo iniziare alle nove sono in perfetto orario, sono solo le sei e mezzo. Se non sbaglio i calcoli dovrei essere là alle otto e mezzo e permettermi una visita della scuola e guardare la mia nuova stanza. So che dovrò dividerla con una ragazza che non conosco, e forse l'idea non mi entusiasma molto.

In macchina l'atmosfera è molto tesa, mia madre non parla più di tanto, e io sto in silenzio e mia volta. Aspettava questo momento da tantissimo, forse più di me.

Senza che me ne accorgessi arriviamo. Sulla facciata c'è una grande scritta : SMITH'S UNIVERSITY.

Devo dire che mi aspettavo di peggio.

«Ti senti pronta tesoro?»

Mia madre mi appoggia una mano sulla spalla per rassicurarmi. Io mi giro e lo sorrido.

«Sono solo un po' agitata.»

«Lo sai che non devi esserlo, sei perfetta.»

La abbraccio istintivamente, ma lei subito si sposta.

«Samantha, lo sai che devi mantenere un certo comportamento.»

Mi rabbuio.

«Scusami.» dico abbassando la testa.

Mia madre sfodera un altro di quei suoi sorrisi finti e poi mi saluta sfrecciando sulla statale.

Tenendo stretta la mia borsa mi dirigo verso l'interno. Non è male, ma credo di essere troppo agitata per capire dove mi trovo davvero. Mi perdo nel vuoto.

«Ciao!»

Ritorno in me, qualcuno mi ha appena salutato, e io non capisco chi sia, non conosco nessuno.

Mi giro subito.

«Ciao.» dico.

«Tu devi essere la nuova ragazza, vero?»

«Esatto.»

«Piacere, io sono Kristine.»

La ragazza mi porge la mano molto sicura, io non mi accorgo che la stavo scrutando molto attentamente. Non era molto alta, portava un paio di leggins neri, e una maglia abbastanza attillata nei punti giusti, di colore azzurro.
Ah, e poi ha un piercing e tre tatuaggi. Non è il mio tipo di "amica." Non di certo.

Quando vedo che lei sta per ritirare la mano mi riconcentro sulla nostra conversazione e gliela porgo anche io.

«Io invece sono Samantha.»

«Wow, beh... Bel nome.»

Mi sorride e io la ringrazio ricambiando.

«Allora, che corsi frequenti?»

«Uhm...»

Le porgo un foglio nella speranza che mi possa aiutare.

Kristine gioisce e io la guardo stupita.

«Abbiamo due corsi in comune!»

Incuriosita la chiedo quali siano.

«Il primo è biologia in inglese, alla seconda ora, quindi dovremmo iniziare ad andare, e il secondo è all'ultima, letteratura!»

Kristine ancora felice mi riconsegna il foglio e si fa largo tra la folla mentre io la seguo.

«Ah, puoi chiamarmi Kriss!»

Non sapevo cosa si dovesse fare in questi casi allora le rispondo semplicemente : «Beh, penso che a questo punto tu possa chiamarmi Sam.»

Ridiamo insieme.

Arrivati all'aula 207 si ferma.

«Okay, questa è la classe, pronta ad entrare?»

Annuisco, ma non in modo convincente.

Io mi siedo al primo banco e Kriss mi segue.

«Allora... Cosa farai dopo l'università?»

«Vorrei provare a diventare una redattrice, non mi aspetto grandi cose, ma di certo non penso neanche di essere così male... Mi capisci, no?»

Sapevo di avere le idee ancora poco chiare, ma non fino a questo punto.

Kriss mi guarda stupita e ride annuendo allo stesso tempo. Poi mi parla dei suoi progetti di diventare giornalista, e sono di certo molto più chiari dei miei.

La lezione comincia e passa molto in fretta tra una presentazione e l'altra.

Kriss mi fa compagnia per quasi tutta la mattinata.

Verso le undici però mi saluta, ripromettendomi che sarebbe ritornata prima delle dodici, per la lezione di letteratura che abbiamo in comune.

Mi chiede di lasciarle il mio numero di telefono e lo faccio molto volentieri.
Non è poi così brutto farsi qualche amico, di certo non rovineranno i miei studi, a meno che non siano degli scalmanati, e Kriss era una via di mezzo. Insomma, anche se ha un piercing e due tatuaggi non vuol dire che sia una persona cattiva.

Nel tempo in cui rimango da sola decido di andare a prendere un qualcosa da mangiare, questa mattina ero troppo di fretta per mandare giù del cibo.

Alle dodici vedo ritornare Kriss e la guardo venire verso di me con un gruppo di amici, non molto diversi da lei... Tatuaggi, piercing... E tutto quello con cui non dovrei neanche stare a contatto.

«Eccoti Sam.»

Tutti si presentano, non sembrano persone cattive, ma somigliano molto a Kriss.

«Ciao.»

Mi giro. Ha i capelli scuri, castani e gli occhi verdi. E un ghigno stampato sulla faccia.

«Io sono Jason.»

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora