Capitolo 3. (Sequel)

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«Allora, è da tanto che non ci vediamo... ci sono novità?»

Oh, nessuna. A parte che aspetto un bambino da un uomo che penso che non mi voglia, ma del resto nessuna.

Sono davvero intenta nel rispondergli così. Ma forse potrei crearmi troppi problemi, non so se fidarmi ancora di Travis.

Insomma, l'ultima volta che abbiamo avuto una "conversazione", non è finita del tutto bene.

Faccio un lungo sospiro, prima di richiamare tutte le mie forze, per riuscire ad apparire abbastanza credibile. «Purtroppo no, è rimasto tutto molto monotono.» mento accennando un sorriso.

Sembra stupito, e in effetti lo sarei anch'io se sapessi cosa è realmente successo.

«E... con...» cerca di completare la frase, ma si vede che è in imbarazzo. E non posso non biasimarlo, a breve non riesco nemmeno io a dire quel maledetto nome.

«Jason?» chiedo tremante.

Quando lo vedo annuire entro in panico. E ora cosa gli dico? Insomma, non se stiamo ancora insieme. Dieci minuti fa ci siamo praticamente urlati contro che le nostre strade si sarebbero divise a partire da adesso.

«Credo sia finita.» devo cercare di non mentire, almeno da questo lato.
«Credi?» chiede dubbioso.

Non lo so nemmeno io.

«Beh, si. Ma sono più che sicura che tra noi due sia finito tutto.» mi volto verso di lui, e cerco di inventarmi qualcosa, in modo da non sembrare troppo tragica. «Diciamo che stiamo avendo un periodo di crisi, e ci siamo presi una pausa come tutte le coppie normali.»

Riflettendoci bene noi siamo proprio il contrario di "una coppia normale". Non credo che lo siamo mai stati.

Si, abbiamo avuto spesso diversi alti e bassi, ma non so se possiamo ancora definirci davvero normali. Probabilmente rimarremo un mistero, e chissà ancora per quanto.

Forse quando inizierà a ragionare con la sua testa, che è quella che di sicuro gli manca.

«Capisco.» dice sussurrando.

Chiaramente lui ne è felice, perché è quello che ha sempre desiderato.

«Quindi a diciannove anni sei di nuovo libera sul mercato?» osa persino chiedermi.

Lo guardo con una faccia quasi corrucciata, ma mi riprendo quasi subito.

«Non lo so... diciamo che preferisco stare da sola a questo punto. O al massimo in buona compagnia, tutto qui. Non mi aspetto grandi cose, e per essere una donna di quasi venti anni direi che mi va bene così.»

«Allora siamo in due, neanche io mi aspetto chissà che cosa. Insomma, non soltanto da una relazione, un po' da tutto. Credo di non avere più una relazione seria da... Beh, qualche anno.» dice sorridendo amaramente e scuotendo la testa.

Quindi presumo che quando si è innamorato di me fosse una cosa abbastanza seria, e nuova.

Almeno su una cosa siamo d'accordo, niente di serio.

«Che ne dice di andare a bere qualcosa?» aggiunge titubante.

«Non credo sia una buona idea.» dico cercando di rimanere sul vago.

Non voglio di certo che sappia che aspetto un bambino. Credo che potrebbe direttamente scaricarmi in mezzo alla strada, e sarebbe poco piacevole.

«Ma dai, Samantha! Da semplici amici, che non si vedono da parecchio, e probabilmente hanno diversi argomenti di cui parlare.» mi ammonisce.

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora