Capitolo 2.

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Guardo perplessa Kriss, che sembra aver notato la mia espressione interrogativa.

«Oh beh... Ti va di scoprire com'è l'appartamento?»

La ringrazio con un sorriso e cerco di capire cosa c'entra lei con il mio appartamento, ma mi risponde subito.

«Ah giusto Sam, mi ero dimenticata di dirti che sei la mia nuova compagna di stanza. Mi avevano mandata a cercarti questa mattina.»

Forse non è affatto una bella notizia.

«Wow... È fantastico!»

«Ti va di vederlo?»

Rispondo di sì.

Durante il tragitto cerco di strapparle alcune informazioni sui suoi amici, capendo subito che non erano persone che avrei dovuto frequentare, ma lascio trapassare.

Arrivati Kriss mi porge una copia della chiave e apre la porta. Non è molto grande : ci sono due letti, due scrivanie, un armadio e un bagno con la doccia. Peccato per l'armadio, non mi va per niente di dividerlo con qualcun altro, semplicemente non è mia abitudine. Iniziano a mancarmi le comodità di casa mia.

«Ti piace?» mi dice sorridendo.

«Si, è molto carino. È... Confortevole.»

«Lo so, non è il massimo, ma ti ci abituerai presto.»

Mi da una pacca sulla spalla.

Spero sia davvero come dice lei, non vorrei pentirmi della scelta di frequentare questa università.

«Sei pronta per andare a lezione di letteratura?»

Annuisco sorridendo.

Usciti dall'appartamento troviamo Jason. È appoggiato alla parete mentre aspetta Kriss, sempre con quel ghigno stampato sulla faccia. Non posso vederlo, mi irrita al solo pensiero.

«Ehi Kriss, stasera ci sarà una festa alla QUINCY COLLEGE. Ci vieni vero bellezza? È solo venti minuti da qui. Ti ci posso accompagnare io.» dice facendole l'occhiolino.

Bellezza? Ma stanno insieme? Beh forse può essere, sono molto simili.

«Certo, lo sai che vengo ad ogni festa.»

Jason si gira verso di me.

«E la tua amica?»

Kriss si ferma di scatto come se avesse avuto un'illuminazione.

«Ci verrai, Sam?»

No, certo che no. Non ci sarei mai andata.

«Oh...beh io... Normalmente non partecipo alle feste, e poi dovrei sistemare la mia roba... E studiare.»

«Ti prego Sam...»

Jason interviene.

«Dai Kristine, lasciala stare, è ovvio che non verrà. È troppo "perfetta".» dice usando le virgolette con la parola perfetta.

Kriss si rabbuia ed io sto per esplodere.

Adesso mi sento davvero in colpa e arrabbiata, perché finora nessuno mi ha mai criticata, o si è mai lamentato per ciò che facevo.

«Posso solo dirti che ci penserò, va bene?»

Kriss corre subito ad abbracciarmi sfoderando di sicuro uno dei suoi sorrisi migliori, e Jason sbuffa.

Arrivati a lezione di letteratura mi siedo vicino a lei, e Jason si piazza nel banco accanto al mio. Lo guardò un po' male ma faccio spallucce.

La lezione inizia e l'insegnante ci parla di un romanzo molto interessante.

«Allora Samantha...»

Jason mi irrita ogni volta che apre la bocca.

«Perché proprio qui?»

«Qui dove?»

Rispondo senza pensare troppo a cosa dire.

«Perché hai scelto questa università?»

Come perché? Mi sembra ovvio.

«Beh Jason, io studio...»

«A differenza tua.» aggiungo.

Sbuffa e riporta quel ghigno patetico sulla sua faccia carina.

«Sai cosa ho capito Samantha?»

Lo guardo perplessa, ma non mi interessa.

Peccato che lui continua.

«Sei una perfettina del cazzo.»

Sbotto.

«Cosa!?»

Gli occhi di tutti sono puntati su di me, e mi viene da piangere. Nessuno mi ha mai detto una cosa così orribile.

«Scusate.» mi affretto a dire.

«Signorina Jenkins cosa le prende?»

Non lo so neppure io.

«C'entra forse lui?»

Dice puntando la matita verso Jason.

«Si...»

«Ma cosa...!?»

Jason mi lancia un'occhiataccia.

Avevo paura.

«Io e te sistemeremo le cose più tardi.»

È così infuriato che temo che le vene del collo scoppino.

Si alza, prende la sua roba ed esce dalla classe.

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora