Capitolo 16. (Sequel)

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Mi sistemo meglio sul sedile, accovacciandomi il più possibile e cercando di ristabilire il mio calore corporeo. «Dove andiamo?» chiedo con un filo di voce.

Jason sposta lo sguardo su di me. «Guarda la strada, per favore. Non voglio essere scappata di casa per poi morire.»

Una splendida risata esce dalla sua bocca. «Voglio portarti in un posto.» fa una pausa, riconcentrandosi sulla strada. «Sai, Sam, pensavo che non ci sarei più ritornato.» scuote la testa, ridendo amaramente. «Ma ora come ora penso sia possibile. Insomma, sei qui vicino a me, sei reale. Quindi non vedo perché non potremmo rivivere i nostri ricordi, i più belli.»

Incrocio le braccia, e senza volerlo un enorme sorriso si fa spazio sulle mie labbra. «Hai intenzione di rapirmi per caso? Sai benissimo che so difendermi e potrei persino-»

Jason mi interrompe. «Non voglio rapirti, scema. Voglio fare molto di più.» spegne la macchina, e in un attimo me lo ritrovo vicino. Mi apre la portiera, porgendomi una mano e facendomi scendere. Con un gesto fulmineo mi attira a sé, permettendomi di avere il suo respiro che batte contro la mia pelle. «Voglio farti mia, voglio sentirti mia.»

Mi guardo intorno, finora non mi sono ancora accorta che siamo arrivati nel nostro posto, la nostra piccola casa segreta, la nostra prima volta.

Si volta verso di me. «Te la senti?»
Lo guardo con un sorriso a trentadue denti, e in tutta risposta poso le mie labbra sulle sue. Lui sorride, aprendo velocemente la porta, e in meno di un secondo mi fa sdraiare sul letto.

Sento il suo fiato caldo questa volta sul collo. «Non hai idea di quanto tu mi sia mancata, Samantha.»
Inizia a lasciare piccoli baci su di esso, mandando in tilt il mio cervello.

«Mi è mancato fare questo,» dice posandomi un dolce bacio sulle labbra. «e questo,» me ne posa un altro sul collo. «e ancora questo.» mi solleva delicatamente un pezzo di stoffa della maglietta; le sue labbra umide scorrono su tutta la superficie della vita, e le sue dita si muovono velocemente su tutta la gamba.

Un gemito fuoriesce dalla mia bocca. Mi alzo su, cercando di avvicinarmi di più a lui. «Ho bisogno di più, Jason. Ti prego, dammi di più.»

Senza aspettare un attimo di più, mi sfila tutti i vestiti, lanciandomi dietro di sé, e lasciando a loro la propria sorte, ovvero quella di "assediare" il pavimento. Lo stesso fa con i suoi, e in pochissimo tempo i nostri corpi sono uno a contatto con l'altro, pelle contro pelle. Un numero indecifrabile di brividi si fa largo nel mio corpo, provocandomi ancora più adrenalina della prima volta.

La mano di Jason scivola velocemente fra le mie gambe, facendomi sussultare improvvisamente. È da tantissimo tempo che non provo tutto questo. Allan non si era mai sentito di fare chissà che cosa, tutte le volte che facevo l'amore con lui non era nulla di speciale, finiva subito, e io mi sentivo vuota e non protetta come sempre.

Inizia a massaggiare il mio punto debole, facendomi salire la voglia di avere di più a mille. Stringo le lenzuola, ascoltando gli spasmi frequenti che echeggiano nella stanza.

Lentamente le sue dita entrano in me, muovendosi sempre più velocemente, e lasciandomi senza fiato. Quando sto per arrivare al culmine, Jason si ritrae immediatamente, lasciandomi un piccolo bacio sulla mia intimità.

«Non ce la faccio più, Sam. Ho bisogno di sentirti mia.» la mano di Jason scorre delicatamente sul mio fianco, e con l'altra sposta la mia coscia. Senza aspettare un secondo in più entra in me, lentamente, come se la voglia di ricordare questo momento sia più grande di quella di fare l'amore.

Le sue spinte si fanno sempre più veloci, e i suoi gemiti sempre più frequenti. Dentro di me iniziò a sentire qualcosa tirare, farsi sempre più forte.
Un gemito trattenuto troppo a lungo esce dalle mie labbra, quasi come una preghiera di avere molto di più, di non essere ancora soddisfatta.

«Oddio, Samantha. Sei... Sei bellissima.» continuando a spingere posa le sue labbra sul mio collo. Inizia a succhiare, tirando sempre di più la pelle con i denti. Un bruciore si espande proprio nel punto in cui Jason deve aver lasciato un segno ben visibile.

«Sei mia,» i nostri sguardi si incontrano, i nostri respiri sono irregolari, le goccioline di sudore scendono dalla sua fronte. «e di nessun altro.»

Le sue labbra si posano nuovamente sulle mie, e la sua lingua picchietta lievemente sulle mie labbra, come per chiedere l'accesso. Quando finalmente si intrecciano, il piacere sale al massimo. Il filo dentro me si stende completamente, spezzandosi pochi secondi dopo.

Mi stacco da Jason, buttando la testa indietro e pronunciando il suo nome.
Diverse spinte dopo viene anche lui, sussurrando il mio nome all'orecchio, e lasciando che una serie di brividi mi percorra la schiena.
Esce lentamente da me, lasciandomi con una sensazione immensa di vuoto. Si stende di fianco al mio corpo, abbracciandomi come non aveva mai fatto.

I nostri respiri sono ancora irregolari, ma poco importa. Poco importa se tutto quello che entrambi abbiamo appena vissuto va oltre la fatica o anche il solo piacere. Ora capisco davvero cosa significhi essere innamorati a tal punto da non dimenticare quella persona.
Sono passi più o meno tre anni da quando conosco Jason, e l'amore che provo per lui non è mai diminuito, neanche un po'. È sempre rimasto in superficie, con la sicurezza di non affondare mai.

Mi volto vero di lui, distendendomi su un fianco. La mia esile mano accarezza la sua guancia, e i miei occhi scrutano ogni dettaglio di lui.

Improvvisamente i suoi occhi si spalancano, rivelando quel bellissimo color smeraldo. Gli sorrido debolmente, forse stanca, ma è comunque un sorriso pieno di amore e di gratitudine.
Gratitudine per non avermi dimenticata, gratitudine per essere rimasto, gratitudine per amarmi ancora come la prima volta.

Forse non è cambiato nulla, forse sono semplicemente stata io ad essermi persa, e se davvero è così... Beh, allora si può sempre rimediare. Potremmo recuperare tutto il tempo perso, tutto quello che non abbiamo potuto condividere in questi ultimi due anni.

Un'idea mi balena in testa, forse stupida. «Jason.» sussurro.

«Mmh?» mugola lui, senza smettere di giocare con una ciocca dei miei capelli.

«Scappiamo insieme?» si riconcentra su di me, scrutandomi attentamente e assottigliando gli occhi fino a due fessure. «Da soli, intendo.» faccio una piccola pausa, come per trovare le parole giuste. «Insomma, potremmo... Potremmo andare in un posto tutto nostro, e... Potremmo recuperare tutto il tempo perso, e poi-»

Il dito di Jason si posa sulle mie labbra, facendomi automaticamente tacere. «Ti porterò ovunque tu vorrai, scapperemo insieme, te lo prometto.»

I miei occhi si illuminano a sentire quelle parole. «Anche domani?» chiedo un po' titubante. Non ne posso davvero più di stare qui, con questo schifo di vita. Ho bisogno con tutte le mie forze di rifarmene una, ma questa volta con la persona che amo, con Jason.

Annuisce lentamente, sorridendomi. «Anche domani.» sussurra prima di posarmi un dolce bacio sulla fronte.

Mi avvicino a lui, fiondandomi tra le sue braccia, e posando la testa sul suo petto nudo.
Mi addormendo subito, pensando al futuro che ci aspetta, a tutto quello che vivremo insieme noi due, da soli, senza nessun problema o nessuna preoccupazione di troppo.

SPAZIO AUTRICE.

Ma eeeehiii💕
Allora, che ne pensate di questo capitolo? 😘

Nel prossimo la nostra piccola Samantha si sentirà libera, si sentirà finalmente felice.
Il resto lo scoprirete soltanto continuando a leggere! 😚

Ci vediamo al prossimo capitolo! 💕

Ps : non smettete di leggere la storia di Angy_07 , è semplicemente stupenda! 💞

All the love, xoxo 💋

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora