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Capitolo 12.

"Caro diario,
stamattina mi sono svegliata più serena del solito. Sarà che presto arriva il Natale o sarà che ieri sera mi sono addormentata con la musica nelle cuffie, sta di fatto che, prima, mentre facevo colazione mi sono sentita...un po' più leggera, un po' quella sensazione che, certo, le cose non sono perfette eh, nè va tutto bene, però sei serena, perché hai imparato ad accettarle e a capire cos'è veramente importante. Perché molte volte le cose lei dai così tanto per scontato che arrivi quasi a perderle e allora..allora perché sto meglio stamattina? Sto meglio perché ho capito che la parola 'fine', puoi decidere tu quando scriverla e non c'è nulla che sia mai del tutto perduto e allora capisci che le cose puoi viverle mille volte, come la prima volta e se non ci fosse più una seconda, una terza, una quarta volta allora sì, allora sì che rimarrebbe quello stupore continuo che ti fa alzare la mattina con un sorriso da ebete e poi la sera ti fa addormentare con quel senso di tenerezza che quasi ti fa piangere però non è tristezza. Immagina di dare ogni bacio, come fosse il primo, senza che mai diventi un gesto meccanico, immagina di tornare bambina e..rivivere per la prima volta tutte quelle cose che ti rendevamo così felice, ricordati per un'attimo le litigate, le litigate al telefono che basta un tasto rosso per far terminare la chiamata e allo stesso tempo far finire il tuo Mondo. E ricordati poi, quanto bene fai a chiedere scusa, togliersi di dosso l'orgoglio e dirsi semplicemente 'Ti voglio bene'. E poi immagina quelle chiacchierate con gli amici, ma quelle vere eh, in cui per la prima volta vi stringete la mano come per dire 'Tranquillo, io ci sono' e la prima volta in cui insieme, come degli scemi, cantate sull'autobus dividendo una cuffietta. Di solito, ti dicono ''Vivi le cose come se fosse l'ultima volta', però, però secondo me questo è sbagliato perché significherebbe viverle con la paura e la certezza di perderle, allora io dico 'Vivete le cose come se fosse la prima volta'perché questo sì che significherebbe viverle, con la voglia di crescere, di andare avanti, senza mai più perderle."

Chiudo il diario e lo rimetto nel cassetto.

Oggi il sole splende su New York e ho voglia di fare due passi. Indosso le Vans, metto il giubbotto ed esco di casa. Un leggero vento fresco mi accoglie, lo ignoro e inizio a camminare. Penso ancora una volta alla mia salute. Dovrei parlarne con la mamma? Ma so come è fatta, mi costringerà a stare ogni giorno da un medico diverso e non voglio questo. Ma non voglio neanche stare peggio di come già stavo. E se mi stessi creando problemi che non ci sono? Magari è solo una mia convinzione e non è reale.

"Elisabeth!"

Mi giro e mi rendo conto solo ora che ho camminato parecchio.

"Lea!"

Mi raggiunge. "Ho pronunciato il tuo nome diverse volte ma non mi hai sentito."

"Scusa, ero persa nei miei pensieri."

"Volevo chiederti se ti andrebbe di venire con me e il resto del gruppo in un bar."

"Sì, certo."

Iniziamo a camminare e lei mi racconta della sua relazione con Michael, di quanto lui la renda felice.

"Sono felice per te, Lea. Sembra che Michael sia la persona giusta per te."

"Lo spero. Sto davvero bene con lui." Dice e le sorrido.

"Siamo arrivate."

Alzo lo sguardo e vedo che non molto distanti da noi ci sono Brooke, Mar, Fede, Justin, Benjamin e Michael .

"Eccoci!" Esclama Lea.

"Ciao!"

"Ciao ragazze."

"Entriamo?"

"Sì."

Entriamo nel bar e ci sediamo ad uno dei tavoli liberi.

"É da tanto che non ti vedevamo in giro, Els. Che succede?" Chiede Justin.

I'm addicted to you|Benjamin MascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora