Capitolo 28

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Sarah

Non potevo credere alle parole che aveva pronunciato davanti a me pochi secondi prima, credevo che quello fosse l'unico modo, illudendomi che avrei potuto allontanare tutti con facilità, ma mi sbagliavo.

Le lacrime mi rigarono per la millesima volta il volto, gli occhi bruciavano mentre cercavo di contenermi, ma il dolore rendeva i miei sforzi inutili. Ero rimasta in piedi davanti alla porta con i pugni serrati sui fianchi e le unghie che mi laceravano i palmi.

Davanti a me comparve Elijah, doveva aver sentito tutto, il suo volto era sbiancato, così cercò di avvicinasi, ma feci cenno di fermarsi -" Sarah, io..."- cercò di dire, ma io scossi la testa –" no Elijah, farò come mi è stato detto"- dissi prendendo la mia borsa con i vestiti e tutte le miei cose –" non andartene, sai com'è fatto Niklaus, quelle cose non le pensa davvero"- disse fermandomi –" mi dispiace, ho bisogno di stare lontana"- dissi, lasciai Elijah nella stanza con il cuore affranto.

Scesi le scale velocemente, quando vidi Aiden non riuscii a guardarlo, così come con Hayley, Kol e Damon, tutti sembravano sembravano lì a commiserarmi, ma in quel momento la compassione era l'ultima cosa che mi serviva.

Odiavo essere al centro dell'attenzione, prima di uscire guardai gli occhi azzurri di Damon, nel suo sguardo vidi il desiderio di seguirmi.

L'unico posto dove sarei rimasta al sicuro e lontana dai Mikaelson era il covo di vampiri di Logan.

In fondo il mio piano aveva funzionato, avevo avuto quello che volevo, l'unica cosa che rimaneva da fare era non rendere vana quella possibilità di liberarmi una volta per tutte di Mikael.

Ero riuscita a prendere il paletto di quercia bianca senza essere vista da Klaus, ero pronta e confidavo nella buona riuscita del mio progetto, ma sapevo che una volta finita quella storia, la posizione di Niklaus non sarebbe cambiata.

Era forse tempo di pensare a una nuova vita lontana dai Mikaelson, senza Kol, Rebekah, Elijah e Klaus.

Elijah

Non riuscivo a credere alle parole appena pronunciate da Niklaus.

Non riuscivo a credere che avesse cacciato Sarah da casa, riuscendo a fare vacillare quel loro legame speciale.

Conoscevo fin troppo bene mio fratello, sapevo che avrebbe dato la vita per Sarah, l'amava, anche se faticava a capire cosa quel genere di sentimento comportasse.
Klaus era paranoico e irritabile, ma anche terribilmente ostinato.

Doveva esserci qualcosa di più.

Lo raggiunsi nella libreria che veniva usata anche come studio, lo vidi affacciato alla finestra intento a rodersi il fegato come suo solito, elaborando una qualche vendetta o uno sfogo che comportasse a violenza –" Niklaus cosa hai fatto? Come hai potuto parlarle così?"- chiesi avvicinandomi a lui, ma tenendomi alle giuste distanze, era pur sempre Klaus.

 –" Elijah vattene, non ho alcuna intenzione di ascoltare le tue prediche"- disse irritato senza neppure voltarsi -" hai appena cacciato Sarah di casa"- dissi e lui si voltò pronto per ribattere –" ovviamente non hai fatto caso alle sue parole giusto? Ma certo che no, d'altronde sono io il cattivo"- disse.

Cercai di rispondere, ma lui mi fermò –" ho solamente fatto quello che era meglio per lei, per renderla felice, dato che io non ne ero capace"-.

Le sue parole mi fecero riflettere, ma dovevo dipanare la nebbia che aveva davanti agli occhi –" Niklaus quella ragazza è morta per te e vieni a dirmi che non la rendevi felice?! In qualche modo voi due siete sempre riusciti a riconciliarvi, ma devi capire che non è più una bambina, ora è una donna indipendente e sa cavarsela da sola"- dissi sospirando -" c'è qualcosa che non va in lei, la conosco Elijah"- disse, io annuii, d'accordo con le sue parole.

-" Se vuoi proteggerla dovrai trovare il modo di farti perdonare, nessuno di noi ha intenzione di perderla di nuovo"-.

Sarah

Bussai all'enorme portone decorato e abilmente intagliato, dopo tutti quegli anni non avevano di certo perso il loro stile, sempre così pomposo e aristocratico.

Da quando avevo lasciato casa Mikaelson non ero riuscita a smettere di pensare alle parole di Klaus, al suo sguardo di biasimo capace di trafiggermi il cuore.

La porta si aprì, risollevandomi dai miei pensieri –" Sarah! Non pensavo tornassi"- davanti a me si presentò Robert, il fratello minore di Logan, seguito da Aaron, il più piccolo dei tre fratelli –" posso entrare?"- chiesi con un filo di voce, cercando di ritrovare la concentrazione.

–" Ma certo, aspetta che arrivi la padrona di casa"- disse Robert, indicando una donna sulla cinquantina apparentemente soggiogata che mi invitò a entrare.

–" Vedo che non avete perso il vostro gusto per l'eleganza"- dissi girando su me stessa per ammirare l'interno della villa, le decorazioni barocche, gli intasi dorati, i tappeti pregiati, l'atmosfera reale rendeva tutto quasi surreale.

–" Naturalmente, allora dicci, cosa ci fa la nostra salvatrice, nonché piccola e bellissima Mikaelson, in casa nostra?"- chiese Aaron con il suo sorrisetto sarcastico –" devo parlare con voi e vostro fratello, ho bisogno del vostro aiuto"- dissi posando la borsa sul pavimento –" non ti sarai stancata degli Originali? Non vorremmo una ritorsione di quelle spine nel fianco"- disse Robert sedendosi su una delle maestose poltrone del salotto –" ho bisogno che voi mi proteggiate dai Mikaelson"- dissi, i due vampiri mi guardarono stupiti –" questa mi suona nuova"- disse una voce amica.

Vidi Logan fare il suo ingresso nel grande salone con la solita eleganza che lo contraddistingueva di fratelli –" fammi indovinare, ci dobbiamo aspettare la visita di qualche originale arrabbiato?"- chiese Aaron versandomi da bere –" forse, ma di sicuro non vedrete Klaus"- dissi, Logan sembrava incuriosito, ma la mia attenzione era riservata a Aaron.
Ai tempi in cui ero ospite della famiglia Morris io e lui condividevamo un segreto che avrebbe potuto farci uccidere, vivevamo come amanti all'interno delle mura della loro tenuta, con lui mi divertivo, era a mio parere il più bello tra i tre fratelli e di certo anche il più affascinante.

La mia relazione con Aaron era uno dei tanti motivi per cui non ero mai riuscita a provare qualcosa per Logan, nonostante la sua infatuazione nei miei confronti, non avevo mai dato al vampiro false speranza, eppure lui non aveva mai mollato la presa, e a quel tempo avevo sfruttato la cosa per vivere in pace per qualche anno.

Io e Aaron ci incontravamo di nascosto la notte, sfuggivamo da tutti, non sapevo se lui fosse mai stato innamorato di me, per noi era solo un gioco, una ribellione di due ragazzi.
Lui era l'unico con cui mi confidavo, l'unico a cui raccontavo della mia famiglia e della mia vita, mi fidavo al tempo, ma tante cose erano cambiate da quegli anni.

-" Non mi dire che tu e l'ibrido vi siete lasciati?"- disse Aaron ridendo, ancora non riuscivo a capire le sue intenzioni, sembrava quasi divertito dalla mie presenza –" questo non ti riguarda"- risposi pungente, mentre lui sorrise, buttando giù il liquore –" ti conosciamo Sarah, sei l'ultima persona che abbandonerebbe i Mikaelson, cosa stai tramando?"- chiese Robert, di certo il più sospettoso dei tre, così decisi di raccontare di Mikael ai tre fratelli.

-" Ora che sapete, dovete aiutarmi a tenere i Mikaelson lontani, così da poter riuscire a uccidere una volta per tutte Mikael"- dissi, i tre erano rimasti in silenzio, ascoltandomi con attenzione –" Sarah vuoi che ti aiutiamo a suicidarti?"- chiese Logan con sguardo contrariato, ricordandomi fin troppo Klaus.
–" Non mi suiciderò, posso morire solo per mano di un Mikaelson, ho bisogno delle vostre conoscenze e di streghe competenti"- dissi, ma Robert si alzò irritato –" Sarah ci stai chiedendo molto, siamo appena ritornati e iniziare una guerra con gli Originali non mi sembra una grande idea"-.

-" Non inizierete nessuna guerra, sto solo cercando di proteggervi tutti, devo riuscire a liberarmi da quel parassita"- dissi, Robert scosse la testa, lasciando la stanza –" lascialo perdere, ti aiuteremo, in modo da sdebitarci"- disse Logan -" ora se vuoi scusarmi ho molte faccende da sbrigare, è bello riaverti tra noi"- disse con un sorriso, seguendo il fratello, lasciandomi sola con Aaron.

-" E così siamo tornati al punto di partenza"- disse Aaron, girandomi intorno come un avvoltoio -" che intenzioni hai?"- chiesi io, lui alzò le mani in segno di resa -" ti va se andiamo a divertirci un po' come hai vecchi tempi? Sembra che tu abbia bisogno di liberare un po' la mente "- mi chiese lui, e in quel momento era esattamente quello di cui avevo bisogno -" va bene, in onore dei vecchi tempi"-.




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