Capitolo 10

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Sarah

Il sole del mattino iniziò a filtrare timidamente tra le tende, svegliandomi dal mio sonno profondo.

Con mia grande sorpresa, quando la notte prima avevo rimesso piede nella mia vecchia stanza, avevo ritrovato ogni cosa come l'avevo lasciata un secolo prima, nessun mobile era stato spostato, tutto in quella camera sembrava essere rimasto fermo nel tempo.

Mi sollevai con un debole lamento, mettendomi a sedere nel centro del letto, guardandomi intorno con lo sguardo confuso, ancora in parte immersa nel sonno.

La piccola sveglia posta sul comodino al fianco del letto segnava le otto del mattino, ormai privata del sonno, mi alzarmi, dirigendomi a passi lenti verso il bagno, decisa a farmi una doccia.

Dopo essermi vestita e preparata, uscii dalla camera, stranamente sembrava non esserci nessuno in giro, volendo cogliere la palla al balzo, cercai di uscire dalla villa il più velocemente possibile, ma Elijah mi si parò davanti prima che potessi mettere piede fuori casa.

-" Buongiorno Elijah"- dissi, lui sorrise, portando le mani nelle tasche dei pantaloni -"andavi da qualche parte?"- mi chiese, studiandomi con i suoi occhi color nocciola -"pensavo di fare colazione in una deliziosa pasticceria che ho visto ieri, vuoi unirti a me?"- chiesi, incrociando le braccia, sorridendo a mia volta -" Sarah devi stare molto attenta, la città è sul piede di guerra, e oltretutto sai com'è fatto Niklaus..."- disse.

-" Intendo iperprotettivo, testardo e impulsivo ... mi pare si conoscerlo "- dissi con tono sarcastico, incamminandomi verso l'uscita -" ti prego sii prudente, non voglio che ti capiti qualcosa, ma non voglio neanche tenerti rinchiusa tra queste mura"- disse, io annuii -" come vi ho già detto, so badare a me stessa, ma grazie per aver capito"- dissi, Elijah mi guardò con tenerezza, lasciandomi andare.

Vagai per le strade di New Orleans per tutta la mattina, curiosa di vedere quanto di quello che ricordavo fosse rimasto, e nel mentre osservare la situazione nel quartiere francese.

I lupi erano stati cacciati da Marcel anni prima, costretti a vivere nelle paludi del Bayou, mentre i vampiri avevano conquistato la città, riuscendo a tenere testa alle streghe.

Le streghe erano creature potenti, soprattutto se legate alla magia ancestrale derivante dai loro antenati consacrati al suolo di New Orleans, potevano risultare delle preziose alleate in tempi di guerra, ma allo stesso tempo, temibili e infimi nemici.

Nella mia piccola gita turistica, mi fermai al lato della strada, rapita dalla musica di un giovane violinista intento a praticare la sua arte con grazia e passione.

Amavo la musica di New Orleans, mentre il jazz risuonava per le strade, la magia scorreva viva nella terra e il sangue scorreva sulle bocche dei vampiri, un miscuglio pericoloso, ma senza dubbio intrigante.

Assorta com'ero dalle note delicate dello strumento, quasi non mi accorsi della figura che si appoggiò alla parete al mio fianco -" due incontri in soli due giorni, una piacevole coincidenza"- mi voltai, osservando Travis sorridermi -" dipende se credi a certe cose"- dissi, riportando lo sguardo sul giovane musicista, intendo ad eseguire la parte finale della sua allegra sonata -" tu sei un tipo molto misterioso, Sarah Mikaelson"- disse lui, provocandomi una risata.

-" Questa è la tua tattica con tutte le ragazze? Perché se è così, è davvero triste"- dissi, lui rise a sua volta -" sei spuntata dal nulla, ti aggiri da sola per la città e non parli molto di te, molto misteriosa"- disse, io accennai un sorriso -" sono abituata a stare da sola, e non c'è molto da sapere sul mio conto"- mentii, anche se in un certo senso, sentivo che in Travis c'era qualcosa di più di quello che dava a vedere.

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