Capitolo 48

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Sarah

Entrammo in casa in silenzio, mentre Rosie ed Aaron ci vennero in contro.

 -" Ci sei riuscita"- disse Rosie, sorridendo maliziosa alla vista della bambina, ma io restai impassibile, dirigendomi verso la mia stanza con la bambina in braccio.
-" Sarah"- sentii la voce sottile di Aiden riscuotermi, così mi fermai, aspettando che finisse quello che doveva dire -" io devo uscire, non fare nulla di stupido"- disse, guardando la bambina tra le mie braccia.
Annuii assente, entrando nella mia camera, chiudendomi la porta alle spalle.

Lasciai la bambina sul grande letto al centro della camera, dandole un piccolo gingillo che trovai nella camera per giocare.

Lei si sedette nel mezzo del letto e prese uno dei cuscini, abbracciandolo come fosse il suo pupazzo preferito. Iniziò a sbadigliare e piano piano la guardai addormentarsi.
Doveva essere abituata a quel genere di situazioni, oppure non mi spiegai come potesse essere così brava.

Mi avvicinai a lei e con tutta la delicatezza possibile, sollevai le lenzuola e la infilai sotto di esse, posandole dolcemente la testa al cuscino.

La osservai per molto tempo, in silenzio, mentre le lenzuola si sollevavano lentamente seguendo il suo respiro.

Per qualche strano motivo, quella dolce bambina vestita solo con una piccola tutina viola, profumava intensamente di lavanda.

Quel profumo riusciva a coprire l'odore del suo sangue, dandomi quasi fastidio. Non era un profumo naturale, ma qualcosa di magico.

Per ragioni che non so spiegare, mi ritrovai nel letto al fianco della bambina. Non la toccai, come fossi spaventata da un'ulteriore contatto con lei, ma mi limitai a guardarla dormire. In quel momento mi balenò per mente un ricordo che pensavo non esistesse più, troppo occupata a progettare il male della bambina e dei Mikaelson per ripensare al passato.

Agosto 1907

Mi svegliai di soprassalto, con le lacrime agli occhi e il respiro affannato.

Il mio sonno era stato travolto da un incubo spaventoso, dove demoni e mostri venivano a prendermi e mi portavano via, sporca di terra e di sangue.

Il panico mi fece mancare il respiro e il buio, intorno a me, mi spaventava sempre di più.

Presi coraggio e decisi di scendere dal grande lettone dalle lenzuola profumate. Mi misi in piedi, rabbrividendo al contatto con il pavimento gelido.

Conoscevo a memoria ogni singolo anfratto di quella casa, e anche con la più totale oscurità, riuscii a destreggiarmi per i lunghi corridoi, leggera come una piuma, con i piedini freddi e scattanti.

Il mio obbiettivo era la porta d'ingresso, o meglio, il giardino. Una volta raggiunta la mia meta, cercai di far cigolare il meno possibile i cardini arrugginiti, aprendo il grande portone di legno con delicatezza.

Respirai profondamente l'aria fresca della sera, amavo alla follia il giardino di quella casa.

Il caldo soffocante del pomeriggio lasciava posto a una meravigliosa brezza fresca, che dispettosa, faceva muovere leggermente la mia piccola veste da notte.
Adoravo anche quella vestaglia con i ricami a forma di fiorellini. Era la mia preferita, mi era stata regalata da Rebekah per il mio ultimo compleanno e la indossavo ogni volta che potevo.

La luce delle stelle illuminava il prato e i fiorellini che lo coloravano, le cicale cantavano felici e la luna, prossima al plenilunio, splendeva meravigliosa in cielo.

Non appena misi i piedi nel prato, una scossa di freschezza mi fece sorridere euforica, una voglia improvvisa di correre mi travolse.

Iniziai a correre intorno alla casa, leggera e felice, cercando di mandare via il ricordo di quell'incubo terrificante, ma mi bloccai di colpo.

Davanti a me il bosco si infittiva, oscuro e insidioso, con i demoni e le creature mostruose al suo interno.

Rimasi bloccata, troppo spaventata per muovermi. Vidi qualcosa muoversi tra gli alberi e le foglie fruscianti, come a volermi sussurrare di scappare per salvarmi.

Qualcosa di spaventoso si avvicinava ed io ero troppo impaurita per muovermi.

Mi maledissi per l'idea di uscire di casa e rimasi ferma ad aspettare che il mostro mi prendesse. Chiusi gli occhi e li strinsi forte cercando di non urlare, in tal caso l'avrei data vinta al mostro.

Chi sa cosa mi avrebbe fatto o dove mi avrebbe portata, forse mi voleva uccidere subito oppure aveva piani ancora più mostruosi per me.

-" Sarah cosa stai facendo?"- la voce calda e rassicurante di Klaus mi fece aprire gli occhi di scatto e senza pensarci due volte, mi precipitai tra le sue braccia, avvinghiandomi al suo collo come se il terreno fosse diventato improvvisamente incandescente.

Finalmente ero al sicuro, con lui nessun mostro si sarebbe mai avvicinato a me, nessun demone osava affrontarlo.
-" Cosa succede?"- sentii la voce di Elijah alle mie spalle, ma io non riuscii a staccare la testa dalla spalla di Klaus -" ho avuto un incubo"- dissi sussurrando, sapendo che loro mi avrebbero sentito.
-" E cosa ci facevi qui fuori?"- chiese Klaus, continuando a stringermi per confortarmi.
Mi staccarmi lentamente, ritrovandomi a guardarli in faccia, spaventata.

 -" Non riuscivo a rimanere in casa, era troppo buio e avevo paura, così ho pensato di uscire per vedere le stelle e di aspettare il vostro ritorno, ma i mostri sono tornati a tormentarmi"- dissi singhiozzando, cercando con tutte le forze di trattenere le lacrime.

Odiavo piangere davanti a loro, volevo essere forte, ma quell'incubo era troppo spaventoso.

-" Non ti preoccupare, ora è passato
Ti vado a preparare qualcosa di caldo se ti va"- disse Elijah, accarezzandomi il viso.
Sorrisi debolmente, annuendo grata.

Elijah si avviò verso la casa e con lui anche Klaus, mentre io rimasi immobile.

Dopo pochi passi Klaus si voltò, guardandomi preoccupato -" cosa succede? Non vieni dentro?"- chiese chinandosi alla mia altezza.
Io guardai in basso, improvvisamente interessata ai miei piccoli piedi -" ho paura"- confessai, costretta a rialzare lo sguardo.
Lui mi sorrise, accarezzandomi il viso e prendendomi per mano -" non devi avere paura di nulla Sarah, nessuno ti farà del male"-
-" promettimelo"- sussurrai, mentre lui rideva -" te lo prometto"- disse.
Soddisfatta di quella promessa, ci incamminammo verso la casa.

Quando rientrai trovai una ciotola di latte caldo e la sorseggiai lentamente, il rimedio perfetto per calmare i nervi.

Elijah e Klaus rimasero nel salotto a parlare sottovoce, mentre io mi diressi verso la mia camera, lentamente e in silenzio.

La stanza sembrava ancora più buia di quanto ricordassi, e la paura si ripresentò, puntuale come sempre.
Arrivai al mio comodino di corsa e accesi la candela a fianco del letto a tempo di record, infilandomi velocemente sotto le coperte.

La debole luce rivelò ogni segreto della stanza, che ad un primo sguardo sembrò essere vuota.

Lasciai fuori solo gli occhi per scrutare la situazione, decisa a provare a dormire, ma non appena chiudevo gli occhi, le immagini oscure tornavano a farmi visita, facendomi sobbalzare.

Mi misi a sedere, vedendo Klaus comparire sulla porta -" non ci riesco, mi fanno troppa paura"- dissi rassegnata e lui sorrise avvicinandosi -" vuoi che per stanotte resti con te?"-.
Sorrisi, felice di quella proposta -" si, ti prego"- dissi, spostandomi su un lato del letto per fare spazio.

Lui si sdraiò accanto a me e io mi accoccolai al suo fianco, con il timore di chiudere gli occhi -" cosa ti spaventa tanto? Cosa ha tormentato il tuo sonno?"- mi chiese, sistemando il cuscino e girandosi verso di me.
-" Ho sognato dei mostri, demoni che mi venivano a prendere per portarmi nel buio"- dissi.

Il suo sguardo si incupì per qualche secondo, per poi tonare normale -" però se tu resti non mi faranno nulla, hanno paura di te, sanno che mi proteggerai"- dissi, mentre lui mi diede un leggere bacio sulla fronte.
-" Nessuno oserà mai farti del male, io e te resteremo sempre uniti contro il mondo"-
-" sempre e per sempre"- dissi e lui mi guardò sorridendo -" sempre e per sempre"- rispose.

Mi alzai lentamente per dargli un bacio sulla guancia -" buona notte"- dissi sdraiandomi e chiudendo gli occhi.
Finalmente senza paura, immaginai bellissimi paesaggi dalle mille forme e colori, lontani dai luoghi bui che mi facevano tremare.
-" Buona notte, mia dolce Sarah"- furono le ultime parole che sentii prima di addormentarmi.

The Originals - Family Above AllDove le storie prendono vita. Scoprilo ora