Capitolo 6

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Klaus

Non riuscivo ancora a credere che Marcel era vivo, sopravvisuto alla furia di Mikael e all'incendio del teatro dell'opera, ma sopra ogni cosa, non concepivo come avesse potuto prendere il mio posto creando un' impero, costruendo tutto ciò che avevo sempre desiderato, prendendosi la mia casa, il mio quartiere.

Dopo la notizia Sarah non parlò per tutto il pranzo, non meritava di soffrire cosi per lui, non ora che era appena tornata.
Soffriva a causa il bambino che avevamo salvato solo grazie a lei, il ragazzo che consideravo come un figlio e di cui mia sorella si era innamorata.

Quando uscimmo dal ristorante, ritornammo in macchina, Sarah si mise da sola dietro, gli occhi azzurri persi nel vuoto-" Rebekah?"- chiese -" dove sia Rebekah è l'ultimo dei miei problemi"- risposi acido -"ma deve sapere che lui è vivo, deve sapere ..."- disse, alzando la voce distrutta -"Sarah, Rebekah ci raggiungerà, ma penso che non sia il caso di urlare"- disse Elijah, guardando prima me e poi lei -" non penso che le importi qualcosa di lui, gli si spezzerà nuovamente il cuore, e non dovrebbe importare neanche a te"- dissi, scorgendo dallo specchietto i suoi occhi colmi di rabbia e tristezza.

-" Non dirmi quello che devo fare Niklaus!"- a quelle parole la rabbia si fece largo tra le altre emozioni -"e allora cosa pensi di fare Sarah? Di andare li e vivere tutti insieme felici e contenti come un tempo?"- stavamo urlando tutti e due, rovinando quella che doveva essere una giornata di festa e gioia.
-" Tu invece che intenzioni hai?"- mi chiese, a quella domanda i suoi occhi si scurirono, diventando blu intenso -" voglio riprendermi ciò che è nostro"- risposi, sprizzante di rabbia.
-" So cosa progetti, non penso che ucciderlo ti renderà il padrone della città"- disse, ma io sorrisi -"non lo ucciderò subito, ho altri piani in mente"- dissi con un mezzo sorriso in volto, scorgendo Sarah annuire -" d'accordo, ti aiuterò nel tuo piano"- disse, a quelle parole io e Elijah ci guardammo in faccia stupiti, sapevo di poter contare su mio fratello, ma rimasi colpito dalle sue parole.

-"Non sono più la ragazzina cha avete lasciato, la famiglia prima di tutto"- disse guardando fisso davanti a lei, riconoscevo quello sguardo, nei suoi bellissimi occhi ardeva la sete di vendetta -"sempre e per sempre"- disse Elijah, riportando alla luce la nostra vecchia promessa, della quale Sarah era entrata a fare parte nel giorno stesso in cui era piombata nella mia vita -" sempre e per sempre"- disse anche lei, le sue labbra distese in un sorriso.
In quel momento mi resi conto che la piccola Sarah, bisognosa di protezione, era rimasta nel 1919, davanti a me avevo una persona del tutto diversa, e non vedevo l'ora di poterla conoscere.

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