9. Arianna

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Appena arrivai a casa mia mamma mi tartassó di domande. Davvero vive lì? La casa dentro è bella? Hanno la piscina? Ha fratelli? É simpatico?

Durante la cena fui costretta a  rispondere pazientemente a tutte le sue domande. Pure Rebs era molto interessata, ma mio papà aveva l'aria di essere piuttosto annoiato, poverino. Normalmente mi avrebbe dato parecchio fastidio subire un interrogatorio del genere, ma quella sera ero troppo felice per arrabbiarmi: avevo passato un pomeriggio davvero fantastico. Gioele era veramente fortunato a vivere in una famiglia così numerosa. Lo invidiavo un po'. Mi immaginavo quanto dovesse essere stato bello crescere in una casa così. Tanto spazio per giocare, tanti amici e tanto divertimento.

Appena finimmo di cenare andai in camera, quel giorno oltre a matematica non avevo aperto un libro. Controllai sul diario e con grande gioia scoprii che dovevo studiare solo storia dell'arte.
Non passarono neppure dieci minuti che sentii bussare alla porta -Ari, posso entrare un secondo?

-Si Rebs.

Fui sorpresa: era raro che mia sorella venisse in camera mia.

Rebecca aprí la porta e si sedette sul mio letto. Girai la sedia e la guardai- Che hai Rebs?

-Niente, sono solo curiosa.

-Curiosa?- mi accomodai in fianco a lei abbandonando i libri sulla scrivania.

-Che avete fatto fino alle sette e mezza?- i suoi occhi mi scrutarono attentamente.

-Ma che impicciona - risi.

-Se mi dici che avete solo studiato non ci credo.

Avrei potuto risponderle onestamente, ma sapevo esattamente cosa sperava che fosse successo e volevo prenderla un po' in giro. Era così divertente farle scherzi perché lei ci cascava sempre. Mi sforzai di non ridere-Fai bene a non crederci.

Una scintilla di speranza illuminó il suo viso. Poi mi sarei sentita in colpa, ma era troppo divertente.

-Ad un certo punto nel bel mezzo di un problema sulle ellissi, un problema molto romantico direi, Gio mi ha preso per mano e si è avvicinato. Allora ci siamo guardati negli occhi e ci siamo giurati amore eterno. Ci sposiamo domani.

-Scema- prese un cuscino e me lo lanció addosso.

Scoppiai a ridere, divertita dalla sua reazione.

-Non è divertente-protestó lei. Si capiva che si stava sforzando di trattenere le risate.

-Si che lo è. Dovresti vedere la tua faccia.

-Sei una peste.

-Rebs, vuoi la verità?

Annuì. Quella volta le raccontai ció che era successo veramente -Ho guardato un film con sua cugina Ginevra.

-Ah, pensavo fossi a divertirti con lui- risponse Rebs un po' delusa.

-Ovviamente anche Gio è rimasto con noi. Rebs, cosa ti aspettavi? Lo conosco da pochissimo

-Non lo so neppure io, ma stasera mi sembravi così felice ed ero convinta fosse successo qualcosa.

-Rebs...

-Ok, bhe, ti lascio studiare- si alzó dal letto e si avvicinó alla porta.

-Ok. Notte- le sorrisi.

-Notte.

Mi rimisi seduta alla scrivania e tornai a concentrarmi su storia dell'arte. Era una bella materia: mi divertivo a studiare i quadri e a capire i messaggi che nascondevano. Non ci misi molto a studiare tutto, ma quando finii ero stanchissima. Tra uno sbadiglio e l'altro mi misi il pigiama e andai a dormire.

Ti amo così come sei {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora