48. Arianna

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Lele si è offerto di venire a prendermi prima di andare a casa di Andrea. È perfetto: in questo modo non ho neppure bisogno di chiedere un passaggio ai miei. Mi sono messa dei semplici jeans con un maglioncino blu. Andre ha detto di vestirsi normalmente, niente abiti eleganti. Raccolgo i capelli in una treccia laterale e poi scendo in salotto ad aspettare che arrivi Lele.

Gio invece mi ha detto che mi aspetta direttamente là visto che gli ho dato l'indirizzo.

-Daniela sa che andate a casa sua stasera?- mi chiede mia mamma appena metto piede in salotto. Daniela é la mamma di Andrea.

-Penso di si. Comunque non ti devi preoccupare: ha invitato poche persone

-Quindi non devo chiamarla per chiederglielo?

Ma è impazzita? Se Daniela lo scoprisse sono quasi sicura che Andre finirebbe nei guai.

-Mamma, lo so che è la tua migliore amica, ma non è il caso che tu lo faccia.

-Va bene, farò finta di niente. Siamo state ragazze pure noi. Spariamo cosa vuol dire volersi divertire

Mi è arrivato un  messaggio da parte di Lele per avvisarmi che è arrivato. Saluto mia mamma ed esco di casa dopo aver messo la giacca.

-Hey rossa

-Ciao biondo.  Sei contento di conoscere i miei amici? - richiudo la portiera e lui parte.

-Diciamo di si

-Come diciamo? Dovresti esserlo invece.

-Sto scherzando. Quanti saremo stasera?

-Non lo so sinceramente

-Da che parte devo andare? - mi chiede Lele. Siamo arrivati al primo incrocio e lui non sa dove abita Andrea.

-Svoltare a sinistra, proseguire dritto per quattrocento metri, alla rotonda prendere la seconda uscita - dico cercando di imitare un navigatore satellitare.

-Hai intenzione di proseguire così per tutto il tragitto?

-E me lo chiedi pure? Ovvio che si.

-Sarà un viaggio molto lungo

-Proseguire per trecento metri, alla rotonda prendere la seconda uscita.

-Ok, ho capito

- Proseguire per duecentocinquanta  metri, alla rotonda prendere la seconda uscita.

-Ho capito, se non la pianti ti faccio continuare a piedi - Lele finge di essere infastidito.

- Proseguire per centocinquanta metri, alla rotonda prendere la seconda uscita.

-Puoi fare una conversazione normale?

- Proseguire per cento  metri, alla rotonda prendere la seconda uscita- dico cercando di non ridere.

Lele accellera per avvicinarsi il prima possibile alla rotonda.

-Proseguire per cinquanta metri, alla rotonda prendere la seconda uscita.

-Ora che abbiamo superato la rotonda puoi iniziare a parlare normalmente? - chiede alcuni istanti dopo.

-Proseguire dritti per duecento metri, all'incrocio svoltare a sinistra.

-Ho capito, ci rinuncio.  Rincomincerò a parlare quando arriviamo a casa del tuo amico.

Per tutto il tragitto continuo a dargli indicazioni imitando un navigatore satellitare. Lele finge di essere infastidito dal mio comportamento, ma in realtà lo becco piu di una volta mentre ride sotto i baffi. Mi diverto a stuzzicarlo e lui lo sa, lo stesso vale per me.

-Siete giunti a destinazione- dico quando finalmente arriviamo da Andrea.

-Finalmente torni ad essere normale

-Ci avevo preso gusto

-Ho notato - ride lui.

Scendiamo dall'auto e io vado a suonare il campanello. Andre viene ad aprirci- Ciao ragazzi

Gli presento Lele e poi entriamo in casa. Le mie amiche sono già arrivate, sono in salotto sedute sul divano, c'è anche Gioele assieme a loro.

-Gio, sei in anticipo- gli dico. Mi aveva detto che sarebbe arrivato dopo le nove e mezza, mentre ora sono da poco passate le nove.

-Mi ha dato un passaggio Luca, aveva fretta di andare a prendere la sua ragazza.

-Ah, ok. Spero che queste due ti abbiano trattato bene - indico Sofia e Virginia.

-Siamo state gentilissime, vero Gio?- dice la prima.

-Certo- risponde il ragazzo ridendo.

Lele si accomoda sul divano di fronte a quello su cui sono seduti i miei amici. Mi prende un polso e mi tira leggeremente un braccio per farmi sedere accanto a lui.

-Lele lui è Gioele, Gio lui è Emanuele - faccio le presentazioni.

-Lele - mi corregge.

Alzo gli occhi al cielo e fingo di non averlo sentito. Inizio a chiacchierare con le mie amiche del più e del meno. Presto anche Lele si unisce alla conversazione, mentre Gio rimane più che altro in silenzio. Mi dispiace che sia così timido da non aprirsi con gli altri. Quando siamo da soli noi due è molto loquace. Forse non è stata una buona idea invitarlo qui, non si sente a suo agio, lo capisco. Non mi andava però di rifiutare di uscire con lui per il secondo sabato di fila.

Ti amo così come sei {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora