-Ari, se non ti sbrighi ti lascio a piedi- mi minacció Rebecca che, da circa dieci minuti, era ferma sulla soglia della mia camera.
-Sì, sì arrivo. Non mettermi tutta questa fretta! Mi conosci: mi serve tempo per prepararmi.
-Dai, Manu è già alla festa che mi aspetta.
Manuel, detto Manu, era il fidanzato di Rebecca ormai da più di un anno. Quei due erano sempre assieme, non potevano stare lontani e ció mi dava un po' fastidio. Non che io fossi gelosa, pensavo solo che fosse sbagliato essere totalmente dipendenti da qualcuno come lo erano loro. Avevo bisogno dei miei spazi e della mia libertà.
-Puó anche aspettarti per un attimo. Non muore senza di te e tu di sicuro non muori senza di lui - risposi infilandomi il vestito.
-Se avessi un ragazzo capiresti come mi sento- sbuffó lei.
-Per fortuna non ce l'ho e sto bene così
-Contenta tu. Comunque se non sei pronta tra due minuti, io me ne vado.
-Mi mancano solo le scarpe, un po' di pazienza- protestai mentre mi spazzolavo i capelli per l'ultima volta.
-Quali ti servono?
-Quelle blu
Rebecca uscì dalla stanza sbuffando rumorosamente. Lo faceva apposta: si divertiva a fare la drammatica. Lanciai nel loro contenitore i trucchi sparsi sulla scrivania: volevo creare un minimo di ordine prima di uscire.
Stavo per mettere un piede fuori dalla stanza quando mi scontrai con Rebecca. Aveva in mano le mie scarpe -Tieni- Grazie!
-Ora sbrigati. Ti aspetto giù in macchina
-Dammi il tempo di metterle e arrivo.
Io e Rebecca eravamo sorelle, o meglio gemelle, ci somigliavamo parecchio fisicamente. A prima vista sembravamo identiche, ma io avevo i capelli lunghi fino alla vita e lei fino alle spalle. Tuttavia eravamo molto diverse caratterialmente: Rebs era decisamente più dolce e riflessiva di me che ero più vivace e determinata.
Quella sera eravamo state inviate entrambe alla festa di compleanno di Sofia, la mia migliore amica. Non vedevo l'ora di andarci, aspettavamo da molto questo momento. Ricordo che quando eravamo bambine fantasticavamo spesso su cosa avremmo fatto una volta diventate maggiorenni. La patente era al primo posto: sognavamo di prendere una macchina e fare lunghi viaggi.
Dopo aver salutato mia mamma uscii di casa e raggiunsi mia sorella e mio padre in auto.
-Era ora - sbuffó Rebs che si era seduta davanti e aveva già allacciato la cintura.
-Dai pa, andiamo o le viene un esaurimento nervoso- sbuffai a mia volta. Non l'avrei sopportata ancora lungo. Le volevo bene, ma certe volte esagerava.
Lui rise e partí - Cosa ci vuoi fare? Tua sorella è innamorata.
Per fortuna il tragitto era breve e in pochi minuti arrivammo alla festa. Rebs salutó frettolosamente papà e corse alla ricerca di Manuel. Quella si chiamava ossessione.
-Quella ragazza ha dei seri problemi - commentai.
-Porta un po' di pazienza, è fatta così- mi ricordó papà.
-Lo so - risposi scendendo con calma dall'auto. I tacchi rendevano tutto più difficile.
-Dopo avete un passaggio per tornare a casa? - si assicuró lui. Mio padre era decisamente premuroso nei nostri confronti.
-Si, ci porta a casa la mamma di Marika.
-Fa la brava e non tornate troppo tardi. Ciao!
-Certo, ciao!- richiusi la portiera e mi allontanai dall'auto per raggiungere le mie amiche. C'era tantissima gente. Per l'occasione i genitori di Sofia avevano affittato un locale con un giardino incluso. Lei era così entusiasta all'idea, me ne aveva parlato per settimane. Nonostante fosse solo l'inizio di marzo e facesse freddo parecchi ragazzi erano all'aria aperta. Mi sentivo un po' spaesata in mezzo alla folla, ma per fortuna individuai quasi subito le mie amiche. Mi avvicinai a loro salutandole con un sorriso e poi abbraccai Sofia - Auguri Sofi! Sei bellissima stasera.
-Grazie Ari- sorrideva parecchio.
-Ti ho portato un regalo. È anche da parte di Rebs- Le porsi una scatolina avvolta in una carta da regalo verde. Le avevamo comprato un braccialetto e una collanina coordinati che desiderava da tempo.
-Che carine, lo apro dopo assieme agli altri.
-Ragazze, non so voi, ma io sto gelando qui fuori, entriamo?- proposi. Faticavo a tenere ferme le gambe, stavo tremando per via del freddo pungente.
-Vengo io con te- Virginia mi prese a braccetto e mi condusse all'interno del locale dove in molti stavano ballando. Ci buttammo nella mischia e ci facemmo trasportare dalla musica martellante che usciva dalle casse ad altissimo volume. Io e Virginia amavamo ballare e non prendevamo mai l'occasione per muoverci a ritmo della musica.
Presto ci raggiunse anche Marika, ma lei si stancó in fretta e andò a parlare con Andrea e Leonardo.Ballai finché non sentii i piedi formicolare per il dolore. Feci segno a Virginia di fare una pausa e andai a prendermi una bibita. Mentre mi avvicinai al tavolo vidi Rebs e Manu: erano seduti da soli un po' distanti da tutti. Mi dava fastidio vederli così isolati.
- Che tristezza- li indicai a Sofi che si stava versando un bicchiere di aranciata.
-Quando è con Manuel tua sorella è diversa: ci ignora per stare con lui- commentó lei. La pensavamo allo stesso modo.
-Ho tentato di farglielo capire, ma lei non vuole ascoltarmi.
-Prima o poi lo capirà da sola, spero.
-Il problema non è il fatto che stia assieme a lui, ma che non lo lasci mai.
-Concordo
-Peggio per lei, dai andiamo fuori a fare un giro- dissi voltando le spalle a mia sorella e al suo ragazzo. Quella sera volevo divertirmi, non potevo pensare a loro.
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Ti amo così come sei {in revisione}
RomansaGioele, ha sempre il naso immerso nel suo libro di matematica ed è proprio grazie a questa sua passione che incontrerà Arianna, una ragazza dalla lunga chioma rossa ed un perenne sorriso sulle labbra. Presto si prenderà una "cotta" per lei, ma per...