50. Arianna

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Gio non mi è sembrato molto convinto, ma ho preferito lasciar perdere. Ho capito che non aveva voglia di parlarne. Anche io sono rimasta un po' scossa dopo il nostro bacio. Mi è piaciuto più di quanto immaginassi, non pensavo di restarne così coinvolta. Ho sentito una strana emozione, come se avessi appagato un desiderio nascosto.

-Ari, compari al momento giusto. È il turno di Lele e abbiamo appena deciso che dovrai baciarlo tu- mi dice Sofia appena io e Gioele ritorniamo in salotto.

No, non adesso. Non dopo il bel ricordo del bacio di Gio. Sto per aprir bocca per rifiutare quando Lele mi attira a se e inizia a baciarmi famelico. Nulla a che vedere col bacio dolce di Gio. Sento le sue mani muoversi ovunque e la sua lingua che cerca di farsi strada nella mia bocca. Non voglio essere baciata così. Gli pesto un piede ed esco dalla stanza. Non avrei dovuto accettare di partecipare a questo stupido gioco. Il bacio di Lele mi sembrava così sbagliato in confronto a quello di Gio.

-Ari, aspetta! Che ti succede?- Per fortuna è solo Sofia, se fosse stato Lele l'avrei mandato a quel paese.

-Non lo so Sof: sono confusa - ammetto.

-Perché?

È la mia migliore amica, di lei mi fido ciecamente - Prima, quando Lele mi ha baciata, non volevo far altro che scappare da lui e non capisco il perché.

-Scusa, non avrei dovuto obbligarti a baciarlo.

No, non avrebbe dovuto -Non importa. È un idiota, non so neanche perché ci esco assieme.

-Ari, perché sei scappata così?- Gioele compare alle mie spalle. È ridicolo che sia lui a venirmi cercare e non Lele.

-Mi ha dato fastidio il modo in cui si é
comportato con me- spiego.

-Capisco- Gio ha una strana espressione del viso che non riesco a decifrare.

-Senti Sof, ti dispiace portarmi a casa tu? Non voglio che mi riaccompagni Emanuele- non mi va di stare da sola con lui nella sua macchina.

-Ti porto io- si offre Gioele.

-Grazie Gio.

-Nessun problema, quando vuoi andare chiamo mia mamma.

-Quando vuoi tu -rispondo.

-La chiamo subito, ci mette almeno mezz'ora a venire. Vado di là a prendere il telefono- dice lui uscendo dalla stanza.

-È carino Gioele, si vede che a te ci tiene- commenta Sofia quando siamo sole.

-Giá- gli voglio molto bene per questo.

-Tienitelo stretta, non ce ne sono molti come lui in giro.

-Lo so

-A te piace?- Sof si siede su una sedia.

-Chi? Gio o Lele?

-Gio

Mi accomodo in fronte a lei- Sinceramente non lo so. Fino a mezz'ora fa credevo di volergli bene come amico, ma dopo che mi ha baciata non ne sono più così sicura. Credo che mi piaccia, ma sono così confusa. Non ci capisco più niente. Può un solo bacio farti innamorare?

-Bho, non lo so. Non credo che sia innamorarsi di un ragazzo solo perché ti ha baciato.

In effetti detto in quel modo sembra assurdo-Non è che ora mi piace perché mi ha baciata, ma per come l'ha fatto. Mi ha fatta sentire desiderata. È stato... dolce e cauto, come se in qualche modo temesse di fare qualcosa di sbagliato.

-Ma sei sicura che tu per lui sei solo un'amica?

-Assolutamente sì- rispondo senza esitazione.

-Con Lele che farai?

-Non lo so. Mi ha dato fastidio il suo comportamento: sono troppo arrabbiata con lui. Vedrò come si comporta con me e agirò di conseguenza.

-Ari, mi mamma sta arrivando - Gioele torna in cucina e si siede in fianco a me.

-Va bene. Grazie.

Io, Sof e Gio restiamo in cucina a chiacchierare per più di mezzora. Non ho voglia di tornare di là e i miei due amici lo sanno bene. Non mi va di parlare con Lele. Sono fortunata a conoscere due ragazzi come loro, non so come farei senza.

Il telefono di Gio inizia a squillare: è sua madre che è arrivata a prenderci.
Più che felice di andarmene mi alzo di scatto dalla sedia. Saluto Sof con un abbraccio e poi torno in salotto per salutare anche Andrea e gli altri. Anche se sono arrabbiata con Lele non voglio essere maleducata con i miei amici.

-Ciao ragazzi, io vado- dico entrando in sala. Gli altri sono ancora seduti in cerchio sul pavimento, ma non stanno più giocando.

-E come fai ad andartene? Ti ho accompagnata io qui- mi fa notare Lele.

-Mi porta a casa Gio - spiego.

-Pensavo fossimo venuti assieme- Emanuele si alza in piedi e fa un passo verso di me.

-Si e sarei tornata con te se tu non fossi un idiota.

Lele mi prende per un polso e mi trascina in cucina, lontano dagli altri-Che ti ho fatto?

-Mi hai baciata anche se non volevo e hai tentato di infilare le mani sotto la mia maglietta.

-Pensavo di piacerti- si giustifica Lele.

-Pensavi male. Ti ho detto fin da subito che tu per me eri solo un amico.

-Ero?

-Eri. Ora, se non ti dispiace, torno da Gioele- faccio per andarmene ma lui mi blocca.

-Sei una stronzetta, sai? Mi sono comportato benissimo con te, ti ho addirittura portata a pattinare e non in quello uno stupido motel.

-Pensavo stessi scherzando quando hai detto di volermi portare lì.

-Pensavi male.

-Pensavo volessi essere mio amico, pensavo fossi simpatico. Ma evidentemente mi sono sbagliata.

-Esatto

-Me ne torno da Gio

-Brava, brava, torna dal tuo amichetto. Usa anche lui come hai usato me.

-Cosa stai dicendo? Io non ho mai usato ne te ne Gio.

-Ah no? E tutte le volte che ti ho portata in giro? Tutte le volte che ho pagato al tuo posto?

-Adesso é anche una questione di soldi? Mi fai schifo. Comunque ti ricordo che sei stato sempre tu ad insistere per pagare anche per me.

-Ma tu non avresti dovuto lasciarmelo fare

-Certo che sei ridicolo. Ti aggrappi a tutto pur di farmi sentire in torto, ma sai una cosa? Io non mi sento in colpa di niente. Sono stata onesta con te fin dal primo momento. Sei tu quello che ha rovinato la nostra amicizia, non io- prima che lui possa ribattere torno in salotto da Gioele.

-Tutto bene? - chiede lui.

Annuisco e fingo un sorriso.

-Dai, andiamocene- mi dice.

Sono d'accordo con lui così saluto gli altri e lo seguo in giardino. Sua mamma ci sta aspettando da un po'. Gioele si affretta ad aprire la portiera della macchina e si siede sui sedili posteriori con me.

-Ciao ragazzi, vi siete divertiti?

-Si- rispondiamo in coro io e Gioele, ma credo che anche lui, come me, stia mentendo in proposito. Mi dispiace un sacco di avergli chiesto di accompagnarmi, é stata una delle peggiori feste a cui abbia partecipato. Credo che anche lui si sia annoiato parecchio, sarebbe stato meglio se fossi andata da qualsiasi altra parte con Gio piuttosto che portarlo a casa di Andre. Mi sento così in colpa.

Mi giro verso di lui, ma sta guardando fuori dal finestrino. Nonostante tutto sta sorridendo, mi piacerebbe sapere cosa pensa. Vorrei scusarmi con lui, ma ora non ho voglia di parlare di ciò che è successo. Lo farò domani

Durante il tragitto nessuno parla, il silenzio viene interrotto solo quando sua mamma mi chiede indicazioni per arrivare a casa mia.

Ti amo così come sei {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora