29. Arianna

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Le mie amiche non vogliono smettere di ballare, siamo in discoteca da un paio d'ore ormai. Non so dove Sofia e Virginia trovino tutte queste forze dato che io sono stanca morta e i piedi mi fanno un male cane. Non avrei dovuto mettere le scarpe nuove, anche se stanno decisamente bene con questo vestito. Ho bisogno di una pausa.

-Ragazze, vado un attimo a sedermi- alzo la voce cercando di farmi sentire al di sopra della musica.

-Ti accompagnamo?- chiede Sofia.

Non voglio che smettano di ballare solo per me, loro si stanno divertendo.
-No, tranquille. Torno subito.

Traballando sui tacchi riesco a raggiungere uno dei divanetti a bordo pista. Tolgo immediatamente le scarpe, mi si sono formate delle vesciche sui piedi, per fortuna ho ben pensato di portare un paio di cerotti. Me li metto immediatamente e poi mi rinfilo le scarpe.

-Stanca di ballare?- un ragazzo mi si siede accanto, ha un bellissimo sorriso. Sembra simpatico.

-Ho un mal di piedi terribile- spiego.

-Capisco

Rimaniamo zitti per un po', ma il silenzio è imbarazzante così gli faccio una domanda-Tu invece? Che ci fai qui?

-Mi hanno trascinato qui i miei amici, ma la discoteca non fa per me. Sono un pessimo ballerino.

-Capisco.

-Tu sei qui da sola?

-No, con delle amiche. Stanno ballando.

-Nessun ragazzo?

-Sono affari miei - ma che impiccione.

-Scusa, non volevo offenderti in nessun modo. Volevo saperlo perché vorrei offrirti qualcosa da bere, ma non lo farei mai se fossi qui con il tuo ragazzo.

-Io non ho un ragazzo - e neppure voglio averne uno.

-Bene, allora aspettami qui. Che ti porto?

Una coca-cola? Io non bevo alcolici, non vengo in discoteca per questo. Ma non posso dirglielo, che figura farei?
-È lo stesso, quello che prendi tu va bene.

Il ragazzo si allontana lasciandomi sola. Potrei andarmene, ma mi è simpatico. Mi guardo attorno per cercare le mie amiche, ma con tutta questa gente non vedo ne Sofia ne Virginia. Di sicuro stanno ancora ballando, beate loro. Stasera la discoteca è ancora più piena del solito.

-Eccomi qui, scusa per l'attesa - il ragazzo di prima mi porge un bicchierino con un liquido trasparente. Non so neppure il suo nome.

-Senti, io ho ancora sedici anni, non potrei bere- forse rendendosi conto che sta dando alcolici ad una minorenne mi chiede di ridargli il bicchiere.

-No, non potresti bere, ma stai tranquilla, non mi faccio problemi, tanto qui a nessuno interessa l'età.

-Ok- fingo un sorriso.

-Che c'è? Non ti piace?

Non l'ho nemmeno assaggiato, e lui ha già finito il suo.

-Si, mi piace. Ora lo bevo - avvicino il bicchiere alle labbra e, ignorando l'odore, bevo il contenuto tutto d'un sorso. Il liquido brucia la gola e mi fa venire caldo. Fa davvero schifo
-Buono, mi ci voleva proprio. Grazie - dico.

-Non c'è di che- lui mi fa l'occhiolino.

-Forse ora dovrei tornare dalle mie amiche - dico con scarsa convinzione.

-Di già? Iniziavo a divertirmi con te.

-Ho detto a loro che sarei stata via qualche minuto, e invece sono qui da una vita- spiego.

Ti amo così come sei {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora