8. Gioele

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Arianna quel giorno rimase a casa nostra fino alle sette passate, avrei voluto chiederle di rimanere a cena, ma non mi sembrava il caso: la conoscevo da troppo poco. Era davvero una ragazza in gamba, carina ed energica. Nonostante le sue difficoltà in matematica mi era sembrata decisamente sveglia ed intelligente.
Sembrava andare fin troppo d'accordo con Ginevra, ma questo non era un male: nonostante fosse molto solare e chiacchierona Ginny non aveva molte amiche. Se le due avessero legato mia cugina sarebbe stata meno sola.

-Carina la tua amichetta - Paolo durante la cena mi diede una gomitata e, sia per l'imbarazzo che per la sorpresa, quasi mi ingozzai con un boccone di pasta. Appoggiai la forchetta e tra una colpo di tosse e l'altro bevvi un bicchiere d'acqua.

-Molto carina e soprattutto molto simpatica, quando torna?- mi chiese Ginevra.

-Cosa mi sono perso?- intervenne Alessandro. Avrei preferito non dirgli nulla di Ari.

-Oggi Gioele ha invitato qui una sua amica- spiegó mia zia Clara.

Tutti gli adulti, compresi i miei genitori, si voltarono sorpresi verso di me. Non portavo mai ragazze a casa, quella per loro era una grande novità.

-Le do solo ripetizioni- minimizzai. Volevo assoluto evitare che quello stronzo di mio cugino le si avvicinasse. Se anche solo avesse sospettato che era mia amica ci avrebbe provato con lei e poi l'avrebbe lasciata solo per farmi un dispetto. Lo aveva già fatto in passato e non volevo ripetere quell'episodio decisamente sgradevole.

-Interessante- rispose lui. Sul suo viso comparve il solito sorrisetto strafottente. Non lo sopportavo proprio quando faceva così.

-Possiamo cambiare discorso?- sbuffai impaziente. Non mi andava di parlare di matematica con loro.

- Cos'è questa storia delle ripetizioni?- mi ignoró mia mamma. Grazie tante.

-Me l'ha chiesto la Riva - borbottai.

-Non ci avrei mai detto nulla.

-Che noiaaa! - sbadiglió Alessandro.

-Smettila di fare il cafone! - lo rimproveró Ginevra, sua sorella.

Per fortuna dopo l'intervento di Alessandro nessuno mi chiese altro su Arianna. Non mi andava di rispondere alle loro domande.

-Io vado a studiare - dissi appena finimmo di cenare.

-Ancora?- chiese Serena stupida. Lei non era un'amante dello studio.

-Si- salii le scale di corsa e mi rifugiai in camera.

Dovevo fare ancora tutti i compiti per il giorno dopo, ma erano le otto passate e non sarei mai riuscito a finirli tutti entro un'orario decente. Decisi di non fare quelli scritti e lessi solo un paio di volte le pagine da studiare, giusto per saper inventare qualcosa se nel caso mi avessero chiamato il giorno dopo. Finii tutto in tempo record e alle nove e quaranta chiusi i libri. Di solito dopo cena salivo sempre al piano di sopra, ma quella sera non ne avevo molta voglia: preferivo stare da solo.

Presi il telefono e un libro da una delle mensole e mi infilai sotto le coperte. Mi misi le cuffie e feci partire la musica a basso volume. La prima canzone che ascoltai fu Castle of glass dei Linkinpark.

Because I'm only a crack in this castle of glass
Hardly anything left for you to see
For you to see

Bring me home in a blinding dream,
through the secrets that I have seen
Wash the sorrow from off my skin
and show me how to be whole again

Ti amo così come sei {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora