30. Gioele

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Ari ha intenzione di venire da me a studiare quasi tutti i pomeriggi questa settimana, quindi stamattina ho dovuto passare tutto il tempo a fare i compiti. Di solito lei si ferma fino all'ora di cena e quindi devo studiare prima di andare a dormire. Settimana scorsa sono andato a scuola quasi tutti i giorni impreparato, cosa che non mi era mai successa prima di conoscerla.

Ora però sono stanco di studiare, ho voglia di fare altro. Richiudo i libri ed esco dalla mia camera. Salgo in mansarda, quasi completamente sicuro di trovarci qualcuno. In effetti ci sono Serena e Ginevra che giocano a Just dance.

-Vuoi giocare cugino?

-No, fa niente - la danza non fa per me.

-Dai! È divertente - mi sorella mi porge un telecomando.

-Non insistere, non mi va- mi diverto di più a guardare loro che tentano di imitare i passi del video.

-Peggio per te, signor noioso- ribatte Ginny.

La ignoro e le due si concentrano per scegliere la prossima canzone da ballare. Tiro fuori il telefono per controllare Facebook mentre loro riprendono a giocare.

Ad un certo punto ci raggiunge anche Paolo che si siede da parte a me -Tu non balli?

-No, non è il mio forte.

-Ti va di uscire a fare quattro tiri a calcio?

Non sono molto portato per gli sport, ma di sicuro preferisco tirare dei calci ad un pallone che mettermi a ballare-Ok

Ci alziamo dal divano e scendiamo le scale. Usciamo in giardino senza metterci le giacche, non fa freddo oggi. È una tipica giornata in cui è bello scaldarsi col calore tiepido del sole. Ci mettiamo in una zona del giardino abbastanza distante dalla piscina. Sin da quando eravamo piccoli io e Paolo giochiamo una versione di calcio un po' alternativa. Praticamente facciamo una partita uno contro uno e, in caso uno dei due stia per fare goal, l'altro può mettersi in porta e usare le mani per parare. Stabiliamo in fretta le due porte e poi iniziamo a giocare con un pallone che Paolo è andato a prendere in garage. Mi diverto insieme a mio cugino. Abbiamo solo un paio di anni di differenza, quindi siamo cresciuti assieme. Fra tutti i cugini lui è quello che ha il carattere più simile al mio, quindi andiamo molto d'accordo.

Dopo solo una decina di minuti Paolo segna il primo goal. Di solito queste partite non hanno una durata fissa, ma continuiamo finché non siamo stanchi.

-Gio, sei un po' arrugginito. Passi troppo tempo con Arianna e non hai più tempo per giocare- mi dice Paolo dopo aver segnato un altro goal.

-No, non è vero- dico e inizio a correre verso la porta di Paolo calciando il pallone.

-Da quanto non giocavi?- dice lui inseguendomi.

-Bo, non me lo ricordo. Sarà un mesetto.

-Appunto, ho ragione.

-Su su, meno chiacchiere e più fatti- dico per cambiare discorso.

Paolo si è messo in mezzo ai due alberi che, in teoria, sarebbero i pali della sua porta. Tiro, ma Paolo ferma il pallone prima che io possa fare goal. Inizia a correre verso la mia porta, ma riesco a fermarlo e a rubargli il pallone. Questa volta riesco a segnare un goal prima che lui possa parare.

-Chi era giù di allenamento?- chiedo.

-Taci che sto vincendo comunque io due a uno.

-Ancora per poco- ribatto.

-Impossibile

-Posso giocare con voi? - Lorenzo ci ha raggiunto in giardino e ci guarda col suo finto sorrisino angelico.

-Va bene- gli rispondo.

-Stai in squadra con Gio che sta perdendo. Ha bisogno di una mano- dice Paolo.

-Tranquillo Gio, con me vinci di sicuro: sono fortissimo.

Gli spieghiamo quali sono le porte e poi iniziamo a giocare. Passo immediatamente il pallone a Lore che inizia a correre per fare goal. Paolo finge di non riuscire a parare il tiro di suo fratello.

-Sono fortissimo! Visto Gio? Te l'ho detto che con me vinci- esulta Lorenzo.

-Bravo nanetto, batti il cinque!

Lui tutto orgoglioso picchia la sua mano sulla mia- Siamo due pari, ma non avere paura, ora segno il terzo goal.

-Ci conto. Facciamo così, io sto in porta che tanto tu sei bravissimo ad attaccare- dico.

Passiamo il pomeriggio a giocare a calcio, alla fine perdiamo pure il conteggio dei goal. Non si sa chi ha vinto, ma ci siamo divertiti. Lorenzo è così buffo, mi ricorda Paolo da piccolo.

Ti amo così come sei {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora