16. Arianna

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Quando entriamo in casa abbiamo il fiatone per via della corsa. Paolo e Ginny sono spariti, ma in compenso troviamo mia mamma seduta in salotto con una tazza di te in una mano e una fetta di torta nell'altra che sta chiacchierando con Clara.

-Ciao mamma

-Ciao Ari, tu devi essere Gioele

-Si, esatto- lui le sorride in modo gentile.

-Visto che eravate spariti ho pensato di offrirle qualcosa nell'attesa - si giustifica Clara.

-È davvero buonissima questa torta-le fa i complimenti mia mamma.

-Grazie. Forza ragazzi, sedetevi anche voi. Vi porto un po' di torta se vi va- dice Clara. Lancio un'occhiata a Gio e lui mi fa segno di sedermi.

Ci accomodiamo vicini sul divano di fronte a mia mamma mentre sua zia va a prenderci un po' di dolce. Non so perchè, ma mi sento un po' in imbarazzo. Mamma sfoggia il suo sorriso migliore e inizia a chiacchierare con Gioele come se niente fosse. È terribilmente imbarazzante perché lei continua a farmi sorrisini e ad osservarmi cercando di capire se le ho detto la verità su me e Gio. Ovvero se siamo davvero solo amici, le mamme si fanno sempre film che non esistono.
Quando finalmente mia mamma decide che è ora di tornare a casa tiro un sospiro di sollievo.

-Vado di sopra a prendere i libri - scatto in piedi, sollevata all'idea di andarmene.

-Ti accompagno- si offre Gio.

Saliamo al piano di sopra cercando di ignorare lo sguardo di mia mamma che ci segue attento.

-Ari, che ti prende? - chiede Gio appena entriamo in camera sua.

Non voglio dirgli che ero imbarazzata perché ero con lui davanti a mia madre. Non capisco perché mi sentivo così a disagio.

-Niente- raccolgo lo zaino da terra e ci metto dentro i libri che mi sta porgendo Gio.

-Torni domani?

-Mi piacerebbe, ma... non credo di poter venire.

-Perché?- indaga lui.

-Gio, domani è sabato, esco con degli amici.

-D'accordo- dal tono con cui lo dice mi sembra triste.

-Ci vediamo lunedì -gli sorrido.

-Ci conto.

Mi accompagna di nuovo al piano di sotto dove mia mamma mi sta aspettando- Hai preso tutto?

-Certo, possiamo andare.

Gio ci accompagna fino alla porta- Ci vediamo lunedì, allora.

-Certo. Ciao Gio, salutami anche Ginny

Seguo mia mamma lungo il vialetto e, prima di risalire in macchina,lo saluto di nuovo con una mano. Lui che rimasto ad osservarci sulla soglia di casa mi imita e poi rientra. Il viaggio di ritorno inizialmente è silenzioso, nessuna delle due sa cosa dire. Per fortuna è lei a rompere il silenzio per prima. -Hanno una casa fantastica.

-Ah ah- non mi va di parlare della loro casa.

-E poi Gioele mi è sembrato un bravo ragazzo.

-Lo è - è la verità, Gio è proprio un bravo ragazzo.

Per alcuni istanti mamma resta in silenzio -Ma dove eravate questo pomeriggio? Credevo che andassi da lui solo per studiare.

-Bhe, abbiamo finito presto così mi ha fatto vedere il giardino.

-Spero che i tuoi voti in matematica almeno migliorino e che tu non perda tempo con lui.

-Certo, mi sta dando un grande aiuto. Fa quasi sembrare un gioco la matematica, ed è bravo. Sai che ha addirittura nove?

-Bene, staremo a vedere come finirà questa storia. Per me puoi andare da lui quando vuoi, ma non devi trascurare anche le altre materie. Intesi?

Quando vado da lui poi rimango sempre indietro coi compiti, ma questo lei non deve saperlo -Certo, stai tranquilla.

Ti amo così come sei {in revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora