Chapter 46

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L'unico posto dove potevo andare era casa. Sarei rimasta a Milano per molto tempo, lontano dagli occhi indiscreti dei paparazzi e dalle telecamere. Sarei rimasta segregata in casa. Non volevo vedere nessuno. Volevo stare sola. Mi sentivo una traditrice, anzi lo ero.
Mentre ero in treno mi arrivò una chiamata da Luca, non risposi. In questo momento volevo stare sola e riflettere su tutto quello che avevo fatto. La mia vita era un completo casino.
Mi arrivarono numerose chiamate e numerosi messaggi da parte del vetto

V: perché lo hai fatto?
Ludo rispondimi
Mi sto incazzando
Lui è a pezzi
Ludo rispondi
Ho bisogno di spiegazioni
Lui ha bisogno di spiegazioni
C'è già passato per questa
strada
Ludo ti prego

Erano tutti così i suoi messaggi. Chiusi il telefono, così nessuno poteva rintracciarmi. Appena arrivai a Milano preparai un'enorme valigia con tutto l'essenziale e partii, direzione? Non lo so, avrei deciso in aeroporto. Alla fine decisi di andare a Rio in Brasile, lontano da tutti, dove nessuno avrebbe più potuto rintracciarmi. Cambiai sim, telefono, casa, vita. Ricaddi in quella depressione in cui ero caduta da giovane, iniziai a non mangiare e a drogarmi. Odiavo la mia vita, odiavo il mondo che mi circondava, cercavo di cavarmela soltanto con le mie forze, cercavo di non chiedere aiuto agli altri perché alla fine avrei ottenuto solamente una pugnalata alle spalle.
Della mia partenza sapeva solo mia madre, agli altri non sarebbe interessato niente. Disdetti tutte le sfilate che avevo in programma, sarei stata cancellata dal mondo. Molti furono i paparazzi che per giorni assediarono la nostra casa di Milano, chiedevano informazioni a mia madre riguardo la mia 'ritirata' dal campo della moda. Mia madre disse che volevo prendermi una pausa, non aggiunse altro.
Cambiai il taglio di capelli, li tagliai Fino alle spalle e lì tinsi di rosso. Amavo quel colore, anche se non avevo mai avuto il coraggio per cambiare il mio look. Dopo aver fatto questo cercai un lavoro, facevo la barista per guadagnarmi qualche soldo. Non tutti capivano l'inglese quindi in poco tempo dovetti imparare il portoghese.
Nelle settimane successive mia madre mi dissero che molti giornali parlarono della rottura tra me e Filippo, mia madre voleva sapere il perché, non glielo dissi, non volevo, mi vergognavo di me stessa, di quello che avevo fatto, della mia fragilità e della mia stupidità.
La vita era dura, inoltre dovetti trovare una sistemazione al più presto. Vidi che Trento era diventato campione d'Italia, aveva vinto lo scudetto. Ero felice per loro, erano una squadra davvero forte. Mi dispiacque per Vetto che invece perse. La cosa che però mi rattristo maggiormente fu il fatto che Filippo mise una foto di lui e la sua ex mentre festeggiavano la vittoria. Si era rimesso con lei, non ci potevo credere, io ero stata 'stuprata', lui non aveva voluto ascoltarmi e si era rimesso con quella Troia della sua ex.
Andare avanti era sempre più dura. Ogni giorno lui era nella mia mente e ogni giorno mangiavo sempre meno. Il capo del bar in cui lavoro mi fece partecipare ad un concorso di bellezza perché diceva che ero molto bella ed avevo il fisico da modella. Io non gli dissi niente del fatto che ero un volto noto della moda, tanto in Brasile nessuno mi conosceva. Vinsi il concorso e mi ritrovai a gareggiare per numerosi altri concorsi e sfilare per le passerelle, in più ero chiamata a fare numerosi servizi fotografici.
Diventai una piccola star anche in Brasile e mi chiamarono alla cerimonia di premiazione degli atleti della world league di pallavolo maschile. Da quello che avevo capito dovevo premiare i ragazzi del primo, secondo e terzo posto. Nelle semifinali e nelle finali l'Italia non si era qualificata, quindi non ci sarebbero stati problemi nel passare inosservata.

Ormai era il 19 luglio, erano quasi 3 mesi che avevo lasciato tutto alle spalle, contando solo su me stessa e nessun altro. Tre mesi che non mi facevo sentire, tre mesi in cui ero maturata, ma ero anche impazzita, depressa e rattristata. Non sorridevo quasi più, se non per forza, mi ero chiusa in me stessa e nessuno era riuscito a rompere il guscio che mi ero creata. Nessuno aveva fatto emergere la vera Ludovica, indossavo solo una delle mille maschere e gli altri credevano che fossi io.
La Francia aveva vinto la world league, era stata una gara entusiasmante ed emozionante, combattuta fino alla fine, con un unico obiettivo: vincere e diventare i campioni del mondo.
Io ed altre ragazza fummo chiamate ai lati del campo per portare targhette, fiori, assegni e medaglie.
Prima di fare la premiazione delle squadre però ci fu la premiazione dei singoli giocatori.
Per fortuna nessuno dei giocatori italiani fu chiamato, mi sentii sollevata, nessuno di loro mi avrebbe visto e nessuno di loro avrebbe saputo che io sono a Rio e che sto conducendo una vita qui.
Poi ci avvicinammo ai giocatori e mentre sfilavamo con le medaglie molto furono i giocatori che mi guardarono, erano altissimi, mi facevano una paura assurda, in più erano anche sopra il podio e quindi risultavano il doppio di me. Alla fine delle premiazioni si avviarono tutti verso gli spogliatoi, me compresa. In questo momento volevo solo fare una doccia e tornarmene a casa.

X: aspetta, io ti ho già vista, non sei per caso la ragazza di Lanza?

Io: ehm chi io? No ti starai confondendo

X: ah sì scusami, sei l'ex. Adesso si è rimesso con l'altra. Mi dispiace molto per voi due, eravate davvero carini insieme

A quelle parole il mio cuore perse un battito. È vero, eravamo belli insieme, tutto rovinato a causa di una stupida chiamata.

Io: posso almeno sapere chi sei?

X: Marko podrascanin

Poco dopo si avvicinò a lui anche un altro giocatore

X: Ludovica? Ti ricordi di me? Sono alexander, gioco a Perugia

Io: aspetta, sei quello che quando siamo andati a fare festa era ubriaco e voleva stare con me?

Si grattò la testa con la mano, segno di imbarazzo

A: si, sono proprio io

Io: com'è belo rivederti

A: anche a me fa molto piacere

Io: ragazzi, mi dispiace molto per la sconfitta. Vi rifarete un'altra volta.

M: si, la Francia era troppo forte, hanno dominato fin dal primo punto.

Stavamo parlando del più e del meno quando un volto troppo familiare comparì dalle loro spalle

X: Ludo?

Mi girai, volevo scappare, correre via, stavo per farlo ma mi afferrò la mano

X: non te ne vai finché non mi dai delle spiegazioni, ora.

Il suo tono era autoritario e severo.

X: te ne sei andata così senza dire niente. Sai le pene che ho sofferto, sono stato malissimo, tu non rispondevi, ero disperato. Ora tu mi racconti tutto, ora tu mi racconti la verità.

Eccoci qua, chi avrà incontrato ora la nostra cara Ludovica? Secondo voi chi è il personaggio misterioso?

Amore eternitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora