Chapter 19

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I giorno passarono velocemente e nella domenica i ragazzi vinsero 3-0 contro Milano. I ragazzi erano testa a testa con Modena. In classifica avevano più o meno gli stessi punti e nessuno era disposto a cedere. Tutti volevano raggiungere un solo obiettivo: lo scudetto. La storia tra me e Filippo continuava normalmente, passavamo ogni giorno insieme dal momento che mi ero momentaneamente sistemata a casa sua. Era bello vivere insieme, sembravamo proprio una vera coppia.
Finalmente il 30 novembre si sarebbe disputata una partita avvincente: Trento-lube. Entrambe le squadre erano agguerrite e puntavano alla vittoria.

Io: quindi oggi rivedo kovar e Parodi?

F: già, sfida difficile oggi. Veramente tosta

Io: ma io credo in te. So che ce la puoi fare

F: il fatto è io sono solo un elemento della squadra e per vincere dobbiamo essere uniti. Tutti assieme.

Io: ce la farete.

Alla fine Trento riuscì a spuntarla per 3-2. Le due squadre erano molto amiche anche se da quel che ho capito si erano contese uno scudetto nel 2011 e Macerata l'aveva vinto perché un arbitro aveva decretato la palla fuori quando in realtà era dentro. Finita la partita i ragazzi si cambiarono e andammo a cenare tutti insieme. Appena mi videro venni avvolta dal l'abbraccio di kovar e Parodi.

K: ragazza, che bello rivederti come stai??

Io: tutto bene, grazie. Voi? Vi vedo in forma.

P: noi bene bene. Si ci siamo dati da fare, ma non siamo riusciti a sconfiggere questi mascalzoni

Io: dai che prima o poi ce la farete

K: come mai da queste parti?

Io: ehm..sfilata si si sfilata

K: uhm non ti credo. Per me c'è sotto qualcosa, o meglio qualcuno.

L(Lanza): ragazzi, è sempre bello rivedervi

K: ciao amico

P: ciao Filippo.

Cenammo tutti insieme appassionatamente ridendo e scherzando. Poi la maggior parte dei giocatori andò in discoteca. Io mi unii a loro e insieme andammo al Mamacita. Tutti si stavano divertendo, eravamo in mezzo alla pista da ballo. Kovar ed io facevamo gli stupidi, ballando uno accanto all'altro. Ok forse ci stavamo un po provocando a vicenda, in pratica ci strusciavamo uno accanto all'altro ma per me lui era solo un amico. Ad un certo punto mi prese per i fianchi attirandomi più vicino a lui. Si avvicinò al mio orecchio e mi disse

K: io so tutto, so che non sei qui per la sfilata. Tu sei qui per Lanza

Io: cosa? Non è assolutamente vero

K: non fare la finta tonta. È dalla Polonia che fissare insistentemente. Tu sei cotta di lui.

Proprio in quell'istante mi sentii prendere per il posto destro e portarmi fuori. Filippo mi stava trascinando via dalla pista da ballo

F: ma che cazzo fai?

Mi aveva portato fuori per poter parlare senza alzare troppo la voce per colpa della musica

Io: stavo ballando

F: no cara, stavi filtrando con kovar

Io: ma cosa dici?? Non è vero

F: eravate appiccicati come due cozze. Mancava poco che ti palpasse il culo e ti infilasse la lingua in gola. Oh scusa, potrebbe averlo fatto, proprio mentre stavo arrivando io.

Io: sei geloso per caso?

F: chi io? Assolutamente no. Non mi frega niente di te, scopati pure il primo che ti trovi

Io: scusa? Mi stai dando della troia?

F: oh certo, vai vai a fare conquiste. Ho già visto alcuni che ti guardavano con sguardo malizioso. Stanno aspettando il loro turno

Io: mi stai tenendo d'occhio ? Perché fai così? Sei geloso

F: ti ho già detto di no, se vuoi scoparti kovar portatelo pure da qualche parte ma non in mezzo alla pista da ballo.

Se ne andò lasciandomi li da sola, ero rimasta sconcertata da quello che mi aveva detto. Io non gli interessavo, lui se ne fregava altamente di me. Dei singhiozzi uscivano dalla mia bocca e delle lacrime iniziarono a scendere per il viso. Non potevo mettermi a piangere proprio ora. Io ci tenevo a lui, non poteva trattarmi così, non poteva dirmi questo. Io penso proprio di essermi innamorata di lui. Asciugai le lacrime e mi diressi verso il bancone. Ero a pezzi, distrutta, avevo deciso di sbronzarmi e così feci.
Il barman mi guardava, mi avrà preso per un'ubriacona.

Barman: forse hai bevuto un po' troppo

Io: no, reggo bene. Non sono ancora sbronza

Barman: perché stai bevendo così tanto

Io: delusione, vorrei tanto piangere ma non mi sembra ne il luogo, né il momento

Barman: il ragazzo ti ha lasciato?

Io: non stavamo neanche insieme

Barman: ma tu eri persa di lui

Io: già

Continuai a bere, bere, bere. Fino a quando non vennero a recuperarmi

K: Ludo che cazzo fai? Non ti trovavamo più, ci hai fatto preoccupare

Io: tranquilli sto bene

K: sei ubriaca. Ludo cos'è successo?

Io: niente niente. Andiamo a casa va

Non dissero niente. Mi portarono fuori e basta.

K: dov'è Filippo?

Io: Filippo chi?

K: come chi? Filippo il tuo moroso

Io: non lo so, sarà a scoparsi qualcuna.

Proprio in quell'istante uscirono Lanza accompagnato da una strafiga bionda. Vidi kovar e kazisky partire nella sua direzione

K(kovar) : Filippo che cazzo stai facendo? Lei è la che ti sta guardando.

F: lei chi? Oh è vero quella con cui ci stavi provando

K(kovar): io non ci stavo provando con nessuno, ci stavamo solo divertendo

F: si, strusciandovi addosso

K(kazisky) : Lanza non è da te fare così. Porta a casa Ludovica e risolvete

F: io dovrei portare a casa quella troia? Ci prova con tutti?

K(kovar): non ti permettere di chiamarla così, perché quella che ti stai portando a casa adesso cos'è ??

Mi avvicinai a loro, avevo sentito tutta la discussione e quello che aveva detto verso di me mi aveva fatto stare male, molto male.

Io: pensi veramente che io sia una troia? Sei un bastardo. Ma non lo hai capito? Io ho occhi solo per te. Mi sono innamorata di te, non ho potuto farne a meno.

Quelle parole mi uscirono così, senza pensarci. Non ero riuscita a pensare, tutto ciò era dovuto alla rabbia e all'alcol che avevo in corpo.
Si mise a ridere con faccia strafottente

F: tu cosa?? Stai scherzando? Ma non l'hai capito? Io ti ho solo usata. Non sei niente per me.

Amore eternitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora