Chapter 53

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La settimana alle Hawaii passo velocemente, forse troppo. Stare con lui era tutto quello che volevo. Ritornammo in Italia e Filippo dovette subito ricominciare la preparazione fisica, non mancava molto, tra meno di un mese sarebbe ricominciato il campionato e Trento era ostinato, voleva assolutamente vincere. L'anno passo velocemente, macerata vinse lo scudetto ed i ragazzi andarono alle olimpiadi pronti ad affrontare la grande sfida che li attendeva. Gli italiani non ebbero difficoltà ad affrontare la prima fase, ci mettevano cuore ed anima. Faticando un po' arrivarono in finale contro la Francia, nella semifinale erano gli azzurri erano riusciti a battere gli USA ed erano giunti al match finale. La partita non sarebbe stata facile, ma ce l'avrebbero messa tutta per riuscire ad ottenere la medaglia più importante. Dopo 5 interminabili set, l'Italia riuscì a battere i Francesi e si portò a casa la medaglia d'oro. Avevano vinto le olimpiadi di Rio. Nessuno riusciva a crederci, tutti esultavano e piangevano dalla gioia, il loro sogno si era finalmente realizzato. I giocatori vennero verso le loro fidanzate/ mogli. Filippo mi corse incontro e mi strinse a se, dandomi un bacio da Oscar. Potevo vedere nei suoi occhi tutta la felicità e la gioia che provava in quell'attimo. Dovemmo subito lasciarli andare, tra poco ci sarebbero state le premiazioni. I ragazzi andarono a prepararsi, anche perché sarebbero stati eletti gli MVP di ciascuna categoria e dopo la premiazione sarebbe stato eletto l'MVP della gara. Giannelli vinse il premio come miglior palleggiatore, Osmanj vinse il premio come miglior schiacciatore e Luca vinse il premio come miglior opposto. I brasiliani erano arrivati terzi, i francesi amareggiati erano arrivati secondi, anche se avevano fatto una gara davvero spettacolare. Saliti sul podio gli italiani, a distanza di 4 anni, mostrarono la maglia di Bovolenta, dedicandogli questa bellissima vittoria. Finalmente elessero il miglior giocatore della partita. Quando lo speaker pronunciò il nome di Filippo iniziai a piangere come una bambina, era davvero felice per lui, dopo tutti gli sforzi e le difficoltà era riuscito ad aggiudicarsi un titolo mondiale. Fece alcune foto e poi prese in mano il microfono sotto gli sguardi complici dei suoi compagni. Si girò verso di me

F: Ludo, puoi scendere un attimo? Devo dirti una cosa

Rimasi spiazzata e paralizzata dal momento che avevo praticamente gli occhi di tutto il palazzetto e di mezzo mondo che assisteva alle premiazioni puntati addosso.
Presi la mia borsa e alcuni organizzatori mi aiutarono a scendere. Mi avvicinai a lui e lo guardai imbarazzata.

F: potresti per piacere girarti verso di loro?

Mi indicò gli azzurri e feci come aveva detto. Pian piano si alzarono tutti la maglia e sul loro petto avevano scritto delle lettere. Lessi attentamente la frase e mi girai immediatamente verso Filippo che era inginocchiato e teneva una scatolina in mano. L'emozione era troppa, iniziai a piangere dalla gioia.

F: allora, signorina Versace, vuoi sposarmi?

Annuii con la testa, non riuscivo a pronunciare neanche un suono.
Filippo si alzò e mi mise l'anello al dito. Lo abbracciai calorosamente, riempiendolo di baci.
Poi una matassa di gente ci corse incontro e ci abbracciò. Fu un momento magico, speciale, unico, forse il più bello di tutta la mia vita. Ci sposammo e l'anno successivo nacque Michelle, La nostra piccola peste.
Ormai eravamo diventati una grande famiglia, ormai nessuno avrebbe potuto separarci.

FINE

Amore eternitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora