Chapter 12

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Il mattino seguente ero rilassata, calma tranquilla. Presi il telefono e trovai 15 messaggi e 10 chiamate di Filippo. Era preoccupato perché non gli rispondevo ai messaggi, così lo chiamai

F: Oddio Ludo, pensavo ti fosse successo qualcosa, cazzo. Come stai? Prendi in mano quel telefono ogni tanto per piacere

Io: stai tranquillo è tutto ok. Mi sono svegliata adesso. Ieri sera ero stanchissima e sono subito andata a dormire, scusami se non ti ho risposto, non era mia intenzione

F: l'importante è che tu stia bene.

Io: grazie per esserti preoccupato per me, ma con il troppo lavoro mi dimentico che ho anche una vita sociale

F: ok, ci sentiamo dopo che ora ho allenamento, ciao piccola buon lavoro

Io: ciao bomber

Feci colazione e mi diressi al lavoro, non so perché, ma quella mattina mi sentivo ispirata, forse la telefonata aveva dato spunto alle mie idee più creative, tanto che appena arrivai mi misi a disegnare l'abito perfetto. Ero soddisfatta del mio operato, finalmente poi avrei preso delle meritate ferie, per poi ricominciare a dicembre un po prima del periodo natalizio. Sorrisi all'idea che avrei potuto passare più di un mese con Filippo, vedendolo ogni giorno. Oh mio dio che mi stava succedendo? Mi stavo forse invaghendo di quell'uomo forzuto? No no non poteva essere, io non credo nell'amore, non ci ho mai creduto.
Nel pomeriggio arrivarono le modelle, provarono i vestiti. Ormai eravamo agli sgoccioli, mancavano solo le ultime modifiche.
Lo staff era contento e soddisfatto del risultato, eravamo riusciti a 'finire' il lavoro con largo anticipo.
Finii di cucire l'abito ed apportare le ultime modifiche poi, andai a casa presi una borsa, al cui interno misi dei vestiti di ricambio. Presi il treno e partii. Destinazione Trento. Ci eravamo visti solo il giorno prima, ma la voglia di stare con lui era tanta, forse troppa. Volevo fargli una sorpresa così mi presentai davanti al suo appartamento, più o meno avevo seguito le indicazioni che lui mi aveva dato molto tempo fa. Lo aspettai seduta davanti alla porta. Fu un attimo. Mentre saliva le scale mi fiondai incontro a lui e lo abbracciai. Mi appiccicai come un koala e lo strinsi forte perché anche se per poco, mi era mancato moltissimo.

F: e tu che cazzo ci fai qui?

Io: ho finito il lavoro e quindi ho deciso di venire giù un giorno prima

F: sei fantastica, sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto.

Entrammo nell'appartamento che era modestamente grande. Si poteva benissimo vivere in 3-4 persone, ma lui viveva da solo.

F: guarda che mi sento in debito!

Io: perché ?

F: perché mi fai  sempre queste sorprese, invece io non riesco mai a farti un regalo, o a farti qualcosa di speciale

Io: ehi, io sono felice così, mi basta la tua presenza per stare bene, quindi non pensarci.

F: beh, hai scelto la giornata giusta perché oggi è serata kebab.

Io: Oddio amo il kebab

F: lo ordino e tra poco è pronto ok? Così intanto puoi sistemare le tue cose. Vieni ti faccio vedere dov'è la camera

Mi fece fare un breve giro della casa e poi mi portò nella sua camera da letto.

F: tu dormi con me, niente camera degli ospiti per te.

Lo disse in modo sensuale, seducente, era da troppo tempo che non stavamo insieme.

La cena arrivo poco dopo, dopo di che andai a fare una doccia, appena uscii dal bagno mi trovai Lanza disteso nel letto intento a guardare la televisione. Addosso aveva solo i pantaloncini da gioco, mentre il busto era libero e si potevano ben vedere i suoi addominali ed i suoi pettorali. Si girò verso di me e mi guardo con sguardo malizioso. Adesso avevo una sua maglia che fungeva da pigiama e il completino intimo. Mi buttai a cavalloni su di lui e iniziai a baciarlo il collo, scendendo e percorrendo gli addominali lasciandoli dei baci. Non ci volle molto, Filippo inverti le posizioni e io mi ritrovai stretta nella sua morsa. Mi tolse la maglietta e iniziò a baciarmi, intensamente. Poi passo alla mandibola e al collo, lasciandomi un segno, come ad indicare che io fossi sua. La voglia e la passione era tanta e in un batter d'occhio diventammo una cosa sola, due persone che si incontrano e stanno bene insieme, condividendo le gioie e i dolori, le vittorie e le sconfitte. Quando finimmo il tutto, ci mettemmo comodi nel letto, lui con la sua mano mi circondava la vita è mi teneva stretta a se, io invece incrociavo la mia mano con la sua, come a creare un legame indissolubile. Protetta e sicura mi addormentai tra le braccia possenti di Filippo. La mattina seguente invece mi svegliai con il mal di testa. Lanza non c'era più, al suo posto c'era un bigliettino che diceva che era andato agli allenamenti in vista della partita. Sul comodino invece c'era una brioche e una tazza di succo alla pesca. Feci colazione e poi presi un Moment per alleviare il dolore. Verso mezzogiorno Filippo tornò a casa. Era visibilmente stanco, ma non poteva vedere proprio adesso.

Io: allora campione, come è andato l'allenamento ?

F: è stato stancante, ma dobbiamo allenarci bene se vogliamo vincere.

Io: hai ragione, è proprio per questo che ti ho preparato un'abbondante porzione di pasta al pomodoro. Devi mangiare se vuoi diventare grande

F: ma io sono già grande

Io: mangia e taci

F: va bene mamma

Ridemmo e scherzammo per tutto il pomeriggio, volevo in qualche modo alleviare la tensione che era palesemente visibile nei suoi occhi. Ogni volta era preoccupato e ansioso, aveva pIra della sua prestazione, aveva paura di non riuscire a dare tutto se stesso. Ormai lo conoscevo bene, sapevo cosa provava prima di ogni gara. Magari avrebbe voluto che lo lasciassi da solo, ma io volevo stargli accanto ed aiutarlo magari anche con poco.
Verso le 6.30 ci avviammo verso il palazzetto. Gli spettatori stavano aspettando di poter entrare dentro il palas, mentre i giocatori entravano dalla seconda entrata. Anche io passai per li, Filippo era riuscito a farmi ottenere un pass speciale che mi permetteva di assistere in prima fila a tutte le partite.
Nonostante tutti i trentini riuscirono a battere Molfetta 3-0, guadagnandosi un'altra bellissima vittoria.

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