CAPITOLO 16

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Siamo tutti davanti al Dottor Dolan per capire i risultati delle analisi.

Ma prima che continui lo interrompo per capire di dove si trova papà.

"Ma aspetti...papà dov'è ora"sbottò in mezzo alla spiegazione del dottore.

"Oh beh...gli stanno facendo delle ultime visite solo per essere certi. Ma nulla di preoccupante. Infatti ora vi starà aspettando nella sua camera, dato che dovrà rimanere qui fin quando non considereremo il momento più opportuno per lasciarlo. Ora sarebbe troppo presto e causerebbe molti danni al paziente."

Mi alzo di scatto involontariamente.
A che sto pensando? Sono fuori controllo. Probabilmente voglio subito andare da lui per vedere come sta veramente, se i suoi occhi sono ancora pieni di gioia, se sono ancora quegli occhi che mi rafforza l'anima ogni giorno come il suo sorriso d'altronde. Mi manca. Mi manca tanto. In questi ultimi giorni sento davvero la sua mancanza, ma non lo do a vedere. Non voglio far soffrire la mamma, ora che hanno divorziato. Chissà se dopo questo incidente decideranno di ritornare insieme, solo per sostenersi. Cazzo. Ci sono troppi problemi. Odio la California. Voglio tornare in Italia dai miei amici e riavere quella vita spensierata, monotona e...e tranquilla.

Mi rendo conto che tutti hanno lo sguardo fisso su di me. Che idiota.

"C'È qualcosa che non va?"chiede il Dottor Dolan

"Devo andare in bagno"mento

"Ah...allora appena esci dalla stanza vai subi..."

"So dov'è"esco acidamente dalla stanza. Ma che mi prende. Cazzo. Non volevo essere così amara e odiosa con lui. Poi non devo andare in bagno. Non so dov'è il bagno se ci fossi dovuta andare. Che bugiarda del cazzo. Uffa. Ho sonno. Gli occhi mi bruciano. È quasi mezzanotte. Non sono abituata ad andare a dormire tardi.

Decido di andare da mio padre per parlargli. Ho bisogno di parlare con lui. Devo sentire la sua voce roca che mi parla. Devo sentire solo da lui 'sto bene' con un sorriso stampatogli in faccia.

Chiedo subito informazioni sulla posizione della stanza in cui si trova.

Sto girovagando da più di 20 minuti alla ricerca della camera misteriosa. Ma niente. Quell'infermiera squilibrata non aveva proprio un aspetto che dava tanto sull'affidamento. Merda. Sono frustrata.

Chissà cosa succederà da qui in avanti, e se papá dovesse...NO!NO!NO! mi rifiuto di pensarlo. Non posso. Non devo. Ho fiducia sulla sua forza di vivere la vita. Mi aveva sempre detto di vivere come volevo, era sempre comprensibile e disponibile. Era il mio cavagliere da piccola, il mio migliore amico quando andavo alle medie e il mio nemico alle superiori. Che strano. Io e mio padre abbiamo avuto sempre un rapporto strano, ma...confortante. Reagiva almeno. Lo sentivo vicino, in qualsiasi momento della mia vita. Con lui ho condiviso tutti i momenti indimenticabili e fantastici, e, o era lui a causarli o era semplicemente lì a vedermi felice. Gli voglio tanto bene, con lui ho un rapporto più stabile rispetto a quello con la mamma. Forse per il sangue in comune, ma non credo. Lui sente davvero il mio essere sua figlia, e la mamma non mi voleva all'inizio mi ricordo. Ma le voglio bene lo stesso, è riuscita ad apprezzarmi con il tempo, come Raimy alla fine.

"PAPÀ?"Chiese confusa quella bambina che gironzolava per casa
"PAPÀ?"continuava a dire con ormai le lacrime agli occhi
"Dove sei?"sussurò a se stessa mentre cade sulle sue stesse gambe, portandosi le mani sul viso per coprire le lacrime che avevano intenzione di sgorgare.

"Piccola?"la piccola sentiva la voce di suo papà chiamarla
"Piccola dove sei?"continuava
"Sono qui! Sono qui!"risponde la bambina in piedi pronta ad andare contro il suo papà adorato per abbracciarlo.
"Dove? Non ti vedo"
"Qui!qui!qui"
"Non ti vedo, forse sei fuori?"
"NO!NO!Non lasciarmi qui!"urla la piccola che si er a messa a correre alla ricerca del padre. Era però scomparso.
Non lo vedeva. La piccola scoppiò in un pianto sofferto. Il suo papà era andato via. Lasciandola sola.
"ECCOTI!"compare il papà alle sue spalle, andando verso la sua figliola per abbracciarla.
"Non allontanarti troppo quando giochiamo a nascondino, mi hai fatto spaventare, poi se ti perdi?"sussurra il padre alla figlia tra i capelli

Sono riuscita a trovare la porta di mio padre, ma mi blocco e insicura nell'entrare dentro e buttarmi tra le sue braccia possenti e così tanto famigliari.

Non so ma...sapere che stia male dopo tutto questo tempo di vita serena e allegra, mi spezza il cuore.

Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo per scacciare via tutti i pensieri tristi riguardo all'improbabile vita felice che avrà mio padre dopo tutto questo.

Abbasso la maniglia fredda, per poi aprire la porta e ritrovarmi un'immagina di mio padre disteso sul letto con gli occhi serrati, la bocca semichiusa, il volto riposato e un ago trafitto sul braccio.

Mi siedo accanto a lui s una sedia. Lo squadro per bene, da capo a testa. Sembra così stanco ma allo stesso tempo sembra che tra un momento all'altro possa alzarsi e fare mille capovolte al secondo. Sembra un angelo.

Metto una mano sulla sua stringendola con delicatezza, mentre la mie lacrime cominciano a scendere una dopo l'altra. Non posso permettermi di perderlo, non così. Non per sempre. È troppo. Troppo difficile.

Ricordo bene quei momenti in cui da bambina mi raccontava quelle storie in cui i genitori morivano. Lui preferiva mettermi subito al corrente di quelle eventuali situazioni, e non deprimermi troppo. Non dovevo versare troppe lacrime per una perdita, diceva. Ma ora che sono qui con quell'eventuale finale...Non posso crederci, non posso permettermelo. Ho bisogno di lui. Ora.

Mi si spezza il cuore.

Mi imposto e mi asciugo le lacrime quando qualcuno bussa alla porta.

"Hey tutto bene?" Mi sorride Martin.
"Tutto bene,tu?" Si avvicina per vedere papà.
"Non mi lamento" è distaccato e scioccato per lo stato pietoso e nuovo ai suoi occhi.

Il silenzio di 5minuti fa con Raimy viene interrotto dal suono netto e continuo della macchina che riproduce il battito di nostro padre. Corro subito in corridoio, già con le lacrime agli occhi e il cuore che batte all'impazzata.

"AIUTO! STANZA 678B HA BISOGNO DI UN DOTTORE. VI PREGO. MIO PADRE HA PERSO IL BATTITO..."urlo in cerca di qualcuno.
"Aiuto..."sussurro proprio quando vedo un'infermiera seguita da un dottore dirigersi dentro la stanza di mio padre con il viso dispiaciuto.

I always need him|| Cameron Dallas #watty2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora