Capitolo 40

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Non fidarmi di loro...

Stranamente non ho paura degli ultimi messaggi misteriosi che ho ricevuto da 'Z' e 'A', ma l'idea di qualcuno che mi osserva e che mi avverte sulle mie azioni o sulle conseguenze di esse, mi causano un brivido lungo la schiena.
Ma allo stesso tempo sono così stressata che non riesco a chiudere occhio. Ora non so veramente come uscire da una situazione del genere.
La paura di perdere tutti mi spaventa così tanto che nemmeno con mio padre sento tale sentimento. Con lui è terrore. Mentre perdere i miei amici è solo paura. Solo paura di dover ricominciare tutto da capo. Ancora una volta.

Primo problema: risolvere con Hayes in qualche modo per qualsiasi cosa io gli abbia fatto.
Certo che, anche se non di sangue, Hayes è molto simile a Raimy, di carattere.  Sono tutte e due complicati in fatto di psiche, anche se non sai come, il giorno dopo a uno passato in completa tranquillità, dove ti diverti a scherzare e ridere insieme, ti ritrovi tuo fratello con il ciclo che non ti parla per giorni o che ti sbraita cose a caso senza una ragione; per poi tornare come quello di una volta, e così, il tutto si ripete. Ma questa routine stressante ma indispensabile e tradizionale: mi manca. Mi mancano tutte e due in realtà. Chissà dov'è Raimy? Starà bene? Sarà con sua madre? Quella donna che consideravo nostra, nostra mamma.

Secondo problema: trovare mio padre per poi parlare con Nash. Ma non so dove cominciare con papà, dovrò confrontarmi anche con Holland a questo punto. Ma non voglio ancora dirle di sapere tutto. Se non l'essenziale; non posso ancora credere di essere sua figlia. Poi, papà, è sempre stato un libro chiuso per me, se non quando ha divorziato con la signora Monder che si è evoluto in un libro completamente sigillato ai miei occhi e al mio cuore. Ho sempre voluto avere un rapporto diverso con lui, un rapporto aperto e sincero, uno di quelli di cui ti puoi fidare e di cui sei sicura che non verrà mai distrutto da nessuno; volevo solo parlare liberamente con lui di qualsiasi cosa, senza avere l'ansia di una sua possibile reazione negative, che avrebbe causato sicuramente un'azione grave su Raimy o Monder, o addirittura su di me.

Terzo problema: chiarire con Cameron per tutto quello che sento. Quello che sento, pur non essendo anche chiaro a me, lo dovrà essere quando parlerò di nuovo con lui, perchè se quello che provo per lui prima era già un po' sfocato, beh. ora lo è di più, dopo tutti questi giorno in cui non mi ha rivolto parola nonostante le ore che abbiamo in comune, soprattutto in palestra quando ci mettono in squadra insieme, non ce la posso più fare. Sono stata così di poco spessore per lui probabilmente, non sono stata abbastanza per lui forse, oppure sono solo stata troppo stupida da scendere a un compromesso così infantile. Ma ehi, cosa ci potevo fare, lui aveva bisogno di me e io non sapevo come rifiutare dopo il suo sfogo al suo compleanno. Mi piacerebbe anche sapere cosa pensa lui però; sarà meglio parlargli non appena un'opportunità mi si presenterà.

Quarto problema: scoprire chi è 'Z' e 'A'. Ci sto pensando seriamente a questo proposito ma nulla; ho qualche sospetto sul conto di  Zayn, l'iniziale del suo nome combacia perfettamente con la lettera del mittente del primo messaggio, e anche il contenuto era molto simile a quello che mi ha detto al bar dove ci siamo incontrati. In più 'A' potrebbe essere la seconda lettera del suo nome; non ne sono sicura ma è meglio aspettare il suo prossimo messaggio. Solo il tempo mi può aiutare ora.

Ora come ora queste sono le mie priorità e niente e nessuno mi fermerà nel raggiungerle e risolverle, se non la mia volontà.

Decido di dormire per alleggerire tutto il peso che ho sul petto...

Non so dove mi trovo, ma questo posto sembra così familiare. Malinconico.
Posso solo dire che difronte a me si trova una piccola casetta, e sulla casella postale c'è il cognome della mia famiglia. Così mi dirigo verso la porta, alla fine del piccolo sentiero in cui mi trovo, per poi entrare in quella casa.
Trovo mio padre su una poltrona della sala, alla mia sinistra, con due bambini ai suoi piedi che sembrano avere tutta la loro attenzione su di lui. Mentre in cucina, alla mia sinistra, si trova Holland. Ma tutte e due gli adulti sono così giovani e sereni. Mentre quei bambini siamo sicuramente io e Nash che ascoltiamo qualche storia raccontata da papà durante quella giornata di autunno.
Ma tutto si fa buio con mio padre che continua ad urlare. Arrabbiato. Instancabile è la sua rabbia sugli altri. Ecco quali sono le sue azioni ricorrenti.
Buio: stranamente macchiato da del sangue rosso scuro, ma che sullo sfondo nero sembra risaltare come un rosso chiaro... per poi tingere tutta la mia visuale da quel sanguigno famigliare.

I always need him|| Cameron Dallas #watty2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora