Capitolo 52

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"Hai saltato scuola per vedere quello?!" mi urla di prima mattina Nash al telefono.
"Si e quello ha un nome" rispondo annoiata.
"Ti ha fatto pure il lavaggio del cervello" non posso alzarmi dal letto con lui che mi urla, nonostante non sia qui fisicamente.
"Senti, se mi hai chiamata per questo, beh..." faccio una pausa ormai esausta "stai sprecando tempo" concludo e riattacco.

Mi vesto velocemente e mi dirigo in cucina a fare colazione, dove mi sta già aspettando mia madre.

"Buongiorno" mi siedo di fronte a lei.
"Ho sentito che hai parlato con Raimy ieri" alzo gli occhi al cielo pensando che sia stata di nuovo colpa di Nash.
"E se lo stai pensando, no, non me lo ha detto Nash, almeno non prima che lo avesse detto Raimy" spalanco gli occhi e continuo ad ascoltarla.
"Mi ha chiamata prima che tu uscissi di casa. È stato gentile da parte sua avvisarmi. Ti posso solo dire che non provo nessun tipo di sentimento nei loro confronti, di Raimy o di sua madre, anzi, sono davvero in debito con loro, per averti cresciuta e averti fatto passare questi anni in serenità. L'unica cosa che non voglio che succedesse è che tu soffrissi, tutto qui" si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte.
"Grazie" chiudo gli occhi per un istante, finché non sento il freddo colpirmi di nuovo quel punto appena riscaldato dal suo bacio.

Finiamo la colazione in completo silenzio, e mi avvio verso scuola, dove probabilmente mi aspettano un sacco di interrogazioni o verifiche.

"Looo" urla Sarah dall'altra parte del corridoio. Ho appena finito le mie due ore di chimica, e vedere quanto sia ancora pimpante questa ragazza dopo scuola, mi sorprende molto più di me che non ha preso ancora un insufficienza.
"Come mai cosí felice?" mi avvicino il più possibile in modo da farmi sentire in mezzo a tutte quegli studenti.
"Hai voglia di dormire da me, c'è anche Grace. Domani non abbiamo scuola, lo sai, ma anche ci fosse stato, vi avrei lo stesso invitate, e credevo che sarebbe stato carino, molto molto, ma comunque" si guarda intorno " dicevo" prende un profondo respiro "vuoi dormire da me?" mi chiede di nuovo ma senza divagare sull'argomento.

Non mi sembra una brutta idea, anzi è carino da parte sua cercare di avvicinarmi a loro, ci dovrebbe essere un ma,  ma nulla, voglio passare una serata tra amiche, senza nessuna discoteca o festa, solo noi. Come facevo prima in Italia con delle mie amiche tra l'altro, mi manca quell'atmosfera che si crea in un pigiama party, senza pronte a pettegolare, raccontarsi segreti. Rilassante e divertente, perchè no?

"Certo, ma ti faccio sapere quando arrivo a casa, preferisco consultare prima mia mamma" le sorrido.
"Ottimo, poi chiamami cosí ti mando indirizzo e ora" mi abbraccia prima di scomparire tra la folla.

————
Mi trovo già davanti a casa di Sarah, dove tutta questa immensa villa mi accoglie nella sua bellezza. Sono leggermente in anticipo ma dal momento che non avevo nulla da fare, e che mia mamma mi ha dato subito il consenso di dormire con loro, non ci ho pensato due volte a venire subito. Semplicemente, volevo vederle.

Suono al campanello, mi posiziono davanti alla porta d'entrata la quale si apre dopo pochi secondi, in modo da farmi notare una signora piuttosto anziana accogliermi con un dolce sorriso.

"Tu dovresti essere la signorina Lancaster?" mi fa spazio per entrare.
Faccio un passo in avanti mentre lei mi fa strada verso le scale.
"Si, lei dovrebbe essere..." cerco di ipotizzare chi sia, ma lei mi precede dicendomi di essere la governante.
"Spero che vi divertiate" mi volge un altro suo sorriso prima di fermarsi davanti a una porta. La apre e mi fa entrare, per sentire un leggero tonfo alle mie spalle, segno che se ne sia già andata.

La stanza in cui mi trovo è davvero spaziosa. Il doppio della mia forse: un letto a baldacchino alla mia sinistra, un tavolo grande quando il mio, ma da cucina; infine due porte a destra, una probabilmente per il bagno mentre l'altro per la cabina armadio, e non immagino nemmeno quanto siano grandi quest'ultime.
Ci sono multiple foto in bacheca, davanti al suo tavolo, sono tutte colorate, ma altre solo in bianco e nero. Posso intravedere Sarah e Grace in molto di esse, ma in altre ci sono anche i ragazzi. Altre foto invece sono di alcuni paesaggi o di città. Mi piace.

"Sei in anticipo" esce dal bagno Sarah.
"Mi annoiavo a casa, spero di non disturbarti con il anticipo" abbasso lo sguardo per non so quale motivo.
"Affatto, siediti pure" mi indica le poltroncine ai piedi del suo letto.
"I miei non ci sono a casa, hanno il turno di notte in ospedale, succede molto spesso sai" mi informa mentre fa avanti e indietro, forse per cercare qualcosa. Infatti non appena la vedo piegarsi in avanti per prendere il suo computer, si avvicina a me e smanetta con il portatile prima di lanciarmi un'occhiata veloce.
"Scusami un attimo" dice dopo un paio di minuti di silenzio, nel frattempo continuo a guardarmi in giro. È arredata camera sua, ma allo stesso tempo la sento vuota.
"Ecco fatto" appoggia cosí il computer nel tavolino davanti a noi, e noto con mia sorpresa che sta cercando di chiamare Hayes su Skype.

Dopo un qualche secondo, i ragazzi rispondono e notiamo che si trovano in una stanza d'hotel. Ci sono tutti tranne Cameron. Mi preoccupo poco della sua assenza dal momento che è probabilmente in bagno o da qualche parte, ma non appena vedo le loro facce quando chiedo di lui, mi allerto. Sembra quasi che non me lo vogliano dire quindi mi arrabbio ma con un filo delicato di paura. 

E' in ospedale.

L'unica frase che ho recepito, elaborato e su cui ho riflettuto prima di passare ai fatti.

"Cosa pensi di fare ora? Prendere il mio aereo per Milano e trovarlo su un lettino di un ospedale?!" mi urla Grace la quale è arrivata da poco. Appena ha scoperto di Cameron si è preoccupata anche lei, ma il suo umore è mutato subito al peggio. Si sta arrabbiando perchè crede che quello di cui ora sarei pure capace di fare, cioè prendere un aereo e anche da lui, sia una completa idiozia. Mentre discutiamo però Sarah non ha spifferato nemmeno un suono, infatti la vedo combattuta , come se fosse indecisa se stare dalla mia parte o da quella di Grace. 

Sono mie amiche, forse le uniche che ho, ma non mi importa se loro verranno o no, io devo vederlo. 

"Cazzo Loreddel ragiona, tu vuoi andare lì e poi che fare, visitarlo come se l'ospedale fosse qui dietro? Beh, ti apro io gli occhi, non è così, non è così facile, non fare la bambina perchè so che non è la Loreddel che ho conosciuto" fa una pausa per prendere un respiro profondare per poi cambiare tono di voce "puoi essere matura quanto vuoi, hai passato molto nella tua vita, così come tutti noi. Ma ora ti chiedo di ragionare e vedere gli aspetti, le circostanze ma anche le conseguenze delle azioni." continua il suo discorso mentre intravedo una vena pulsarle sul collo. Deve essere proprio preoccupata.

"Grace, lo so. E' una pazzia, forse troppo grande anche essere sostenuta da tutte e tre messe insieme, ma non è impossibile. Cerca di capire, io ho bisogno di lui, di essere sicura che stia bene. Non sto facendo i capricci, sto solo seguendo il mio cuore per una volta della mia vita prima che il mio cervello mi dica di fare tutt'altro." le urlo di rimando, prendo un profondo respiro e cerco di proseguire con le mie uniche forze rimaste "nemmeno il costo dei biglietti, la scuola, mia madre, ma soprattutto la paura di vederlo privo di sensi senza che io possa fare nulla per aiutarlo, mi ostacolano dal mio volere. Non è questione che io voglia o meno, il fatto è che ne ho bisogno per respirare a pieni polmoni" crollo per terra a causa di tutte le emozioni che mi pervadono in questo momento. Non ho mai provato questo bisogno di vedere qualcuno in vita mia, e se non mi assicuro in prima persona che stia bene, alla fine non voglio pentirmi di non averlo fatto proprio quando ne avevo l'opportunità. Non devo commettere gli stessi errori.

"Sei testarda quanto  me, e ti capisco da una parte, vuoi vederlo, ma so che nonostante io continui a sprecare fiato, tu non ti smuoverai dalla tua posizione nemmeno se  ti minacciassi di non darti più da mangiare, quindi, se devi andare vai, ma noi veniamo con te" si avvicina a grandi passi e mi abbraccia. Mi aggrappo a loro fino a quando non sento finalmente la voce di Sarah. 

"Rimani comunque un'idiota" io e Grace ridiamo della sua affermazione mentre sciogliamo le nostre braccia. Ci dirigiamo subito fuori casa Waters e tento di chiamare mia madre per spiegarle ciò che sta succedendo.

I always need him|| Cameron Dallas #watty2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora