Appeno varco la porta, mi ritrovo mio padre tirare uno schiaffo a Nash, così mi metto tra loro cercando di far cessare il loro litigio, ma con scarso risultato.
Vengo spinta da mio padre facendomi perdere l'equilibrio.
Cos'è successo? Da quando papà è uscito dall'ospedale? Cosa ha fatto Nash per meritarsi un simile trattamento?
"La devi smettere di fare tutto quello che vuoi nella vita! Hai capito! Devi prenderti le tue responsabilità e fare il buon padre" urla Nash non appena nostro padre si avvicina a lui in modo pericoloso.
"Non parlarmi in questo modo signorino!" risponde a sua volta l'uomo di fronte a lui.
"Io ti parlo come mi pare. Ora non hai il diritto di dettarmi ordini e cazzate varie"
"Peccato che in Italia sei venuto tu a cercarmi. Sei solo un illuso. Pensavi che trovandoti davanti a tuo padre, avresti potuto gridare al mondo che la tua vita sarebbe cambiata? Pensavi che con me, avresti potuto colmare il vuoto che ti ho lasciato? O magari l'hai fatto solo per quella troia di tua madre che non la smette mai di rimpiangere una persona come me che era al suo fianco? Non è così?" ha ormai il viso tutto rosso e le corde vocali che pompavano sul collo. La sua voce era ormai agli estremi insieme al suo fiato: irregolare e spezzato.
Quella scena...l'avevamo già vissuta.
Mi alzo dal pavimento che mi dirigo in camera mia con indifferenza. Odio tutti e due.
Sento Matthew chiamarmi con costanza cercando di seguirmi, ma glielo impedisco sorridendogli e sussurandogli un semplice va tutto bene, girandomi e lasciando tutto alle spalle.
Entrata in camera non sento più le loro urla, così lascio scivolare il corpo sulla porta alle mie spalle, sedendomi per terra, nascondendo così il mio viso, contratto e rigato dalle mie lacrime piene di tristezza e malinconia, sulle mie ginocchia e avvolgendo poi le mie gambe dalle mie braccia tremolanti. Rimango in quella posizione per ore, lasciando libere le mie lacrime, lasciando che il tempo passasse e mi lasciasse indietro, fregandomi delle persone che avevo perso, dimenticando i momenti felici e limitati con le persone a cui ho voluto bene, preoccupandomi per quello che sarebbe successo appena sarei uscita da quella stanza e rimpiangendo il giorno in cui sarei potuta morire...
Certe volte mi interrogo sulla mia esistenza.
Spesso mi chiedo cosa mi sproni a continuare a vivere.
Molto spesso mi domando quale sia il mio obbiettivo.
Ma la domanda su chi mi vuole veramente bene, lo sollecito sempre.
Tante domande e zero risposte mi frullano per la testa mentre scivolo in un sonno profondo.
Apro i miei occhi con incertezza, ma non per il sole che solitamente mi rallegra ogni mattina, anzi oggi non gli si vede nemmeno l'ombra, ma bensì al suono di un tuono rimbombante che accompagna il mio battito cardiaco stranamente regolare.
Mi alzo.
Mi cambio.
Mi lavo.
E penso...
Su come possa essere monotona, non solo la mia vita, ma la vita di ogni singolo essere umano.
Poi mi decido a scendere per andare a scuola.
Incontro solo Matthew in fondo alle scale con un pezzo di pane tra le labbra, curvate all'estremità verso l'alto, appena aggancia i suoi occhi con i miei. Sorrido così in risposta.
"Buongiorno!" lo supero andando verso la porta.
"Buongiorno un corno Lo, non vedi che piove?" sbuffa alle mie spalle.
"Lo?" ridacchio per il soprannome. E' carino.
"E' breve e unico. Ti causa molti problemi se ti chiamo così?" ride insieme a me. Almeno lui non è cambiato.
"No, ma probabilmente Cameron si potrebbe ingelosire non trovi?" lo sfido mentre ci dirigiamo alla sua macchina sotto uno stesso ombrello.
"Scherzi? Ma se non è neanche il tuo ragazzo?!" continua a ridere, ma io la smetto.
"Scusami.." cerca di rallegrarmi Matt. Ma non sono triste a dire il vero.
"Tranquillo... ma mi piaceva l'idea di Cameron geloso di me, di avere una relazione seria, della sua completa attenzione, capisci?" entro in macchina allacciando la cintura.
"No, ma cercherò di capirti" gli lancio un veloce sguardo prima di partire per assicurarmi di non averlo infastidito in qualche modo, ma nel suo viso nessun sentimento sembra trasparire.
Tutto quello che gli ho detto è vero... con Cameron voglio avere una relazione stabile, vera, al contrario di quello che abbiamo ora. Che siamo ora.
Ogni volta che penso al nostro patto, alla mia decisione di aiutarlo come se fossero bambini con questo nostro comportamento, ai suoi sorrisi, alle sue parole, alle sue carezze, ai suoi abbracci, alla sua determinazione di riconquistare Grace...mi spezza il cuore.
Per lui sono solo una pedina o un jolly da usare in caso di bisogno come in questo per avvicinarsi alla persona che ama veramente, e non è colpa sua, ma è colpa mia che mi soddisfo e mi lascio sfruttare e usare da lui a suo piacimento. Anche se potrebbe essere una situazione orribile nei miei confronti, a me piace avere un piccolo, anche un minimo spazio nella sua vita. Aiutarlo mi fa sentire sempre più vicino a lui.
"Lo! Lo! LO!" mi richiama Matt. Siamo già a scuola?
"Dai siamo arrivati" mi fa spazio sotto il nostro ombrello mentre ci facciamo strada verso la scuola e il suo ingresso.
"Hai visto Nash stamattina?" gli chiedo senza pensarci.
"Si, abbiamo fatto colazione insieme, anche con vostro padre" allora ho fatto bene a non svegliarmi prima e fare colazione.
"mmh.." annuisco aprendo l'armadietto.
"Ci vediamo a pranzo, a dopo" mi saluta Matt sventolando la sua mano mentre scompare tra i ragazzi in corridoio.
Sola.
"Ciao" mi giro di scatto non appena sento la sua voce.
"Buongiorno" abbasso lo sguardo prendendo il mio zaino.
"Ha dormito?" è preoccupato?
"Certo, perché non avrei dovuto?"
"Lo so che li hai visti ieri sera litigare" incontro i miei occhi con quelli di Hayes.
"Come fai a saperlo tu?" gli domando subito dopo aver sentito quelle parole uscire dalla sua bocca.
"Mi ha chiamato Nash"
"C-capisco" mi avvio verso la mia classe. Lo so che abbiamo la stessa ora io e lui.
Come previsto lui mi segue...
Sto cominciando ad odiare la mia nuova vita.
SPAZIO D'AUTRICE
MI DISPIACE ESSERE SCOMPARSA PER COSì TANTO TEMPO! Ma vi sto avvisando della mia non morte HAHA poichè continuerò a scrivere questa fanfiction.
OGGI IN PIU' FACCIO UN ANNO SU YOUTUBE! YEAHHH!!!
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I always need him|| Cameron Dallas #watty2017
FanfictionSono Loreddel Vergara, ho diciassette anni e vivo in Italia, anzi, vivevo; ora infatti mi sono trasferita, dopo il divorzio dei "miei", a Los Angeles, in California, dove sto conoscendo tantissime persone: tutti molto simpatici. Ma la mia vita qui n...