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Un rumore sordo, tanto forte da sovrastare la musica, giunse alle loro orecchie, ponendo fine alla magia che quel momento aveva regalato. Harry vide la ragazza scattare verso la fonte di quei  rumori. Si trattava senz'altro una lite in corso e senza un motivo preciso si ritrovò a seguirla. Curiosità, si disse. Il ragazzo panzone stava screziando malamente con uno che, purtroppo per loro, era il doppio di lui. Ciò che lo colse di sorpresa fu vedere il ciclone che poco prima era intento nella danza, lanciarsi, se possibile, con maggiore foga in mezzo a quei due energumeni, per poi cominciare ad insultare quello che aveva infastidito il suo amico. Decretò che quella ragazza non aveva tutte le ruote al posto giusto.

- La situazione si sta mettendo male – lo avvertì Nils, mentre anche gli altri si avvicinarono a lui, scrutando attentamente la faccenda.

- Chiama la polizia, ora – gli ordinò prima di spostarsi verso il centro della discussione. Fece cenno al ciccione di scansarsi così da potersi posizionare proprio dietro di lei, che nel frattempo lanciava una serie di insulti di strano tipo all'omone. Quello non sembrava minimamente interessato ad ascoltarla, ma lei continuava con una serie di fantasiosi epiteti che vagamente somigliavano ad insulti. La faccia dell'uomo restava inespressiva, come se non la stesse minimamente ascoltando, anzi la guardava solo come un piccolo ostacolo che tentava di intralciare il suo cammino. Capì che la situazione si stava complicando quando vide quello prenderla per un braccio e cercare di spostarla con forza mentre lei cercava precariamente di opporsi. Si aspettava di dover intervenire, ma ciò che non poteva prevedere era che la ragazzina desse un pestone con tutta la forza che possedesse alla montagna per poi sentirla pronunciare una delle solite frasi ad effetto.

- Le persone come te sono un insulto alla razza umana, neanche i gamberetti hanno un cervello così ridotto! – fortunatamente la sicurezza stava accorrendo in loro aiuto, ma proprio in quel momento l'energumeno decise di rispondere al fuoco, nonostante ad un uomo, degno di tale appellativo, fosse estremamente vietato anche solo pensare di toccare una donna, alzando un pugno al cielo. La sorpresa fu immediatamente stroncata dalla voglia matta di prenderlo a pugni. Lene sapeva che quando partiva alla carica smetteva di ragionare come una persona saggia e liberava lo scaricatore di porto che era in lei. Certo non si sarebbe aspettata che quel fico d'india avrebbe cerato di spostarla con la forza, così aveva agito ancora senza pensare rifilandogli uno di quei pestoni che il suo piede avrebbe ricordato per un po'. Ghignò soddisfatta, non si era accorta che il cavernicolo aveva alzato il braccio pronto per darle un ceffone. La mano aperta era talmente grande che le avrebbe preso tutta la faccia se all' ultimo istante non avesse racimolato i suoi riflessi abbassandosi di colpo evitando l'impatto. che prontamente lei scansò abbassandosi. Peccato che non si fosse minimamente accorta di avere qualcuno proprio dietro di lei che prese in pieno quel pugno nell'occhio destro, facendolo volare per terra. Raggelò quando riconobbe qualcuno di conosciuto. Ops. Prima che tutti gli amici del riccio potessero saltare addosso a quella sottospecie di melanzana, i buttafuori si sbarazzarono velocemente dell'omone e dei suoi compari.

- Harry stai bene? – chiese prontamente Chris, mentre quello rispondeva con un grugnito massaggiandosi la parte dolorante.

- Secondo me è meglio andarcene ora, quelli potrebbero aspettarci fuori –  Noemi cominciava ad essere spaventata, Lene notò solo allora che del loro originario gruppo erano rimasti proprio gli ultimi superstiti, solo lei, Noemi e Gigi.

- Forse è meglio andare tutti nella nostra suit, chiamo l'autista – propose Nils. Lene lo ringraziò con un cenno del capo, prima di trovare il coraggio di voltarsi verso Harry che nel frattempo non aveva smesso di lanciarle occhiate omicide da un occhio che era, ahimè sempre più livido.

Quella suite sembrava più un appartamento, era enorme: cinque stanze diverse e cinque bagni, più il soggiorno, più grande di casa sua! Durante il tragitto nessuno le aveva rivolto parola eccetto Victor, che sembrava l'unico ancora divertito. Era stato carino con lei, evitando di incolparla, anche se un po' di colpa doveva prendersela, non si sarebbe dovuto immischiare. Restò con lei nel salotto mentre Harry era sparito velocemente in quella che doveva essere la sua camera senza degnarli di uno sguardo e gli altri erano partiti alla ricerca di ciò che le occorreva per sistemare quell'occhio.

VERTIGO || Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora