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- Che vuoi che dica? – si arrese - Che avevi ragione? -

- Tanto ormai tra alcol e congiunzione astrale non mi stupirei – ribatté con tono scherzoso.

-   Brucia ancora la fine della mia ultima storia, credo mi abbia usato   solo per pubblicità – la facilità con cui uscì quella confessione lo   stupì.

- Perché era famosa? -

- Taylor Swift – disse, convinto che solo il nome bastasse. Infatti Lene strabuzzò gli occhi.

-   Uh qualche sua canzone è carina! – esclamò con enfasi cominciando a   canticchiare - You make me crazier, crazier....scusa! – disse poi   notando uno sguardo poco accondiscendente - Perché pensi questo? –   chiese mossa dalla solita irrefrenabile curiosità.

- Ma se me l'hai detto anche tu – proruppe accigliato

- Si, riguardo alle barbie, lei non aveva bisogno di te -

-   Così credevo – soffiò toccato - Ma a quanto pare farsi vedere in giro   con me ha fruttato per lei, anche per me ovviamente, ma credo che lei  lo  ricercasse – Lene lo guardò attonita per un momento. Doveva aver   davvero sofferto per quella storia, e da come muoveva nervosamente le   mani significava che ancora doveva bruciargli.

- Mi dispiace- sussurrò - Immagino che ti sia sentito usato -

- Tutti cercano di farlo – sbuffò fingendosi annoiato, Lene capì che era il momento di alleggerire l'aria.

- Pensa se sapessero che in realtà sei un ubriacone cinico e molto antipatico – sghignazzò.

- È questo che pensi? – chiese mutando la voce di colpo, pizzicato da quelle parole.

- Come darmi torto? – replicò stizzita dal suo improvviso cambiamento.

-   Dimenticavo la congiunzione astrale – sospirò arrendevole - Lo so che   non dovrei lamentarmi, me lo dicono tutti, solo che tutto questo a  volte  è troppo – aprirsi con lei era sempre più facile, come essere se   stesso. Aveva sempre creduto che quella psicopatica tirasse fuori il   peggio, invece cominciava quasi a ricredersi, tirava fuori proprio lui.

-   È normale che lo sia, la tua non si può definire certo una normale   adolescenza. È logico che certe volte sia un peso notevole da sopportare   -

- Lo pensi davvero? – domandò seriamente colpito.

-   Certo! – rispose di getto - Devi stare sempre attento a come   comportarti, la tua vita privata non esiste più e quando ti lamenti di   questo ti senti stupido – si morse le labbra continuando a dare colpa   all'alcohol per quei fiumi ininterrotti di parole, quando notò qualcosa   di poco rassicuramene attraversare i suoi occhi.

- Tu non puoi capire -

-   È la seconda volta che me lo dici - replicò convinta - Ed io per la   seconda volta ti ripeto la stessa cosa: ci sto provando, penso solo che   tu abbia ragione e che sia difficile mantenere sempre le apparenze   quando in realtà ti sentì bruciare dentro – si morse la lingua pensando   di aver parlato troppo, ma il ragazzo era troppo preso dai suoi  pensieri  per accorgersi della nota di tensione che aveva accompagnato  quella  riflessione.

- Già, ma non ho scelta, vorrei solo non  essere usato  ed essere trattato come una persona normale -  fece un  sospiro  desiderando allontanare quella maledizione da se, o almeno  dalla sua  serata - Bene io ho parlato, ora è il tuo turno -

- Non  hai  proprio parlato – bofonchiò e questa volta fu il suo turno di  beccarsi  un' occhiata poco eloquente che la costrinse ad aprire la  bocca - Non ho  molto da dire, solo che anche io come te, ho smesso di  fidarmi delle  persone – lui le rivolse uno sguardo incredulo, era come  se i suoi occhi  volessero dirle: 'si come no!', la spinse a  puntualizzare - Parlando di  coppie – ancora una volta la guardò con un  chiaro ammonimento, così si  affrettò a precisare  – Mi riferisco dal  punto di vista sentimentale! -

VERTIGO || Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora