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I giorni erano passati lenti e tristi. Erano trascorse più o meno due settimane dall'ultima volta che aveva visto Harry, da quando gli aveva chiesto di non vedersi per qualche tempo, dalla sua mitica caduta dalla macchina. Come poteva essersi dimenticata della cintura ancora allacciata? Era talmente concentrata sul convincersi che la cosa migliore fosse scappare via da lui e non lasciarsi tentare dal suo maledetto calore, dal suo odore, che della cintura di sicurezza non aveva ricordato neanche l'esistenza. In fondo aveva sperato che lui non la prendesse alla lettera e come al solito non prestasse attenzione alla sua volontà, che forzasse le sue difese e bussasse ancora alla sua porta. Invece lui si era ritirato in un mutismo di rassegnazione ed indignazione. Sembrava fosse quasi offeso! Idiota! Era lei quella a finire per fare la parte dell'amante e lui quello impegnato con un'altra! E non doveva dimenticarsi che ancora le veniva difficile immaginarsi con qualcun altro che non fosse...beh...lui. Già, solo immaginare, suggerì la sua vocina interiore, perché poi a darsi da fare era stata bravissima! Ma chi voleva prendere in giro?! Quella fase era stata superata da un pezzo, inutile negarlo, aveva sperato così tanto che lui bussasse a quella dannata porta per imporle la sua presenza così come si era imposto con forza e temperanza nel suo cuore. Accidenti, lei e la morale erano diametri opposti di solito, perché questa volta dovevano trovarsi sulla stessa linea? Aveva fatto la cosa giusta, fine! Lui doveva chiarirsi le idee da solo! L'aveva ripetuto talmente tante volte che dirlo di nuovo le avrebbe fuso il cervello. Si girò sistemando il cuscino sotto la testa. Erano due settimane che aveva perso anche il sonno. Ci mancava solo un bel paio di occhiaie per completare il quadro. Che meraviglia!

Arpionò il telefono appena quello cominciò a squillare, il nome che lesse sul display la fece a dir poco agitare.

- Nils, quando mi chiami in piena notte significa che è successo qualcosa di grave, dimmi che questa volta hai solo sbagliato numero – pregò nel vano tentativo di mantenere la calma.

- Purtroppo no Lene, per favore, puoi raggiungermi a casa? – a quelle parole tremò

- Non dirmi che... -

- Peggio Lene, ho dovuto chiamare un dottore, ti prego vieni anche tu – attaccò prima che potesse sentire la risposta.

- Arrivo – balzò fuori dal letto con un'agilità che non le si addiceva, ma la preoccupazione alimentava la fretta.

- Cos'è successo? – Nils le aveva gia aperto la porta, quella scena si stata ripetendo troppe volte. Possibile che quell'idiota ogni volta si riducesse come un fossile, possibile che non avesse la forza di affrontare i suoi problemi se non in quel modo?

- Vieni – la tirò in malo modo al piano superiore dove un corpo, più simile ad un cadavere, giaceva privo di forze e più bianco che mai, sul letto, immobile. Peggio di quanto avesse potuto immaginare. L'ultima volta che l'aveva trovato in condizioni simili almeno era sudato e tremava in una vaga parvenza di vita. Quello era assolutamente peggio ed il suo cuore sussultò con un'improvvisa fitta di dolore mentre le lacrime premevano per uscire – E' tornato in condizioni pessime, credo abbia anche la febbre – Nils si agitava accanto a letto, alzandosi e sedendosi, mentre lei era rimasta in piedi, immobile, il respiro corto e le gambe tremolanti.

- Ma perché? – soffiò

- Non lo so! Prima stava delirando! –

- Andiamo bene – diede voce ai suoi pensieri sedendosi sul letto ancora con il cappotto addosso, finalmente recuperata la facoltà di camminare. Incapace di trattenersi lasciò scivolare il dorso della mano sul viso del ragazzo, proprio quando la stessa dolcezza di una lacrima accarezzò il suo. Prima che la sua vista si sfocasse, vide il suo volto contrarsi e quando lo sentì mugugnare qualcosa di incomprensibile chiamò con urgenza l'amico – Nils, si sta svegliando! – urlò

VERTIGO || Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora