Capitolo 21

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La mattina dopo sono stata costretta ad andare a scuola.
Ho fatto già troppe assenze.
Guardo mio cugino mangiare i cereali in silenzio.
Non sopporto quando fa così.
Sopratutto se è per colpa di suo padre.
Mi dispiace per lui che ha un padre così.
Sospiro non sopportando più questo silenzio.
"Tommy,sto bene ok? Non pensarci."
Dico accennando un sorriso.
Anche se bene,non sto.
Ho male dappertutto.
Lui alza lo sguardo.
"Mi dispiace tanto Alaska..."
Sussurra con gli occhi lucidi.
Senza più riuscire a trattenermi mi alzo e vado ad abbracciarlo.
"È tutto okay,ora mangia che andiamo a scuola".
Sorrido e lui ricambia.

Dopo che ha finito di mangiare lo accompagno a scuola,anche io vado nella mia di scuola.
Trovo già al cancello Ashley,Harry e David che parlando animatamente.
Appena mi avvicino si zittiscono.
Ma che?
"Tutto bene?".
Guardo uno ad uno con sospetto.
Loro annuiscono e David se ne va.
"Io mene vado."
Lo guardo andare via e mi volto verso i ragazzi.
Non sono stupida.
Capisco che sotto c'è qualcosa.

Ma non chiedo più nulla,perché so che non me lo diranno.
Intanto,la campanella ha suonato e tutti e tre entriamo in classe dove troviamo David che giocherella con il cellulare.

Dopo avergli lanciato un' occhiata mi siedo e seguo la lezione.

Mi arriva un bigliettino.
Guardo in giro e vedo David dirmi con i gesti di leggere.
Apro il bigliettino e rimango sorpresa leggendo.

-Domani mattina fatti trovare pronta davanti al parco senza zaino.-

Lo guardo senza capire.

-Che hai in mente di fare?-.
Il tempo di scriverlo che la prof si gira verso di me.
"Farò finta di non aver visto quel bigliettino."

Imbarazzata lo infilo nella tasca.

È inutile dire che per il resto del tempo non ho fatto altro che fantasticare su domani.

"David."

Aspetto che tutti siano usciti e osservo il moro di fronte a me.
Si alza e mi viene più vicino.
"Dove dobbiamo andare?".

Lui sorride facendomi indietreggiare con le mani salde sui miei fianchi.

"Sorpresa".
Mi siedo sul banco e mi fa divaricare le gambe in modo che possa venirmi più vicino.
"Sorpresa? Che hai in mente?".

Fremo dal sapere.
Lui stringe di più e io chiudo gli occhi per il dolore.
"Che hai?".
Chiede con tono preuccupato.
"Niente..."
Sussurro riprendendomi.

"Nono..."
Dice nervoso prima di alzarmi la maglia.
"Ancora? "
Dall' essere dolce e sensuale è passato al preuccupato e arrabbiato.

Abbasso lo sguardo.
Lui,prontamente me lo alza.
"Alaska...perché?".

Gli occhi mi si riempiono di lacrime e io mi fiondo tra le sue braccia.
Lui non mi stringe più del dovuto e io mi sfogo bagnandogli la maglietta.

"Io lo faccio fuori".
Ringhia guardandomi negli occhi.
"Non dire cavolate...è l'unico che mi sia rimasto."
Dico flebilmente.
"Ma non può picchiarti ogni volta!!!!"

Urla e i sobbalzo.
Lui si addolcisce un po
"Mi dispiace io..."

Lo fermo dandogli un bacio che lo sorprende.
"Tranquillo."
Sorride commossa dal modo in cui si preuccupa per me.
Nessuno lo ha mai fatto prima d'ora.

Lui sospira e preme le sue labbra contro le mie facendomi gemere.

Le sue mani vanno sotto la mia maglietta,ma purtroppo io lo fermo.
"Se continuiamo così potremmo finire come le altre volte".
Scherzo sorridendo.

Il Patto Col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora