Chapter 21

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Sono ormai passate due settimane dall'orribile notte di Halloween, e Sara è finalmente uscita dall'ospedale. Sembra che, dopo aver scampato la morte, la nostra amicizia stia riaffiorando. Ho tralasciato il fatto che mi ha mandato a fanculo e abbiamo ricominciato, ma con qualche amico in più. Ormai abbiamo formato un gruppo, io, Sara, Nicole e Francesco. E, anche se mi costa ammetterlo, Simone ogni tanto si fa vivo e passa le giornate con noi. Sembriamo quasi amici!

Ma la cosa che mi fa star male è che non sento Axl da un po' di giorni, mi manca. Lo sentivo tutti i giorni e ci sto male ora. È entrato nella mia routine ormai e sento che manca un pezzo, un pezzo importante. Ho provato a contattarlo ma mi diceva sempre che aveva da fare, oppure non se la sentiva di parlare. E, ogni volta, mi sentivo come se mi avessero tirato un pugno nello stomaco.

"Ce la fai a spingere o no?" mi urla Sara da sopra l'altalena. 

Scuoto la testa per risvegliarmi dai miei pensieri, noto solo ora che avevo rallentato il ritmo.

"Oh sì, scusa!" dico sbadata e spingo l'altalena più forte.

"Da quant'è che siamo qua?" chiede Nicole sull'altra altalena, spinta da Francesco.

"Vi stiamo spingendo da mezz'ora!" si lamenta Francesco.

"Guarda che puoi smettere quando vuoi!" ribatte Nicole.

Francesco si ferma di colpo e si allontana dall'altalena per poi buttarsi sulla panchina.

"Potevi dirmelo prima!" 

La bionda ridacchia. "Volevo vedere fino a quanto mi avresti spinto.." dice calma.

"Ti odio."

"Grazie, ti voglio bene anche io." 

Io e Sara ci godiamo la scena sghignazzando qualche volta.

"Passerei tutto il giorno a vederli litigare" mi sussurra.

"Idem." ribatto ridendo.

Stiamo ancora un po' ai giardinetti e poi ci dirigiamo ognuno a casa sua. Io e Sara percorriamo la strada insieme, mentre Nicole e Francesco vanno dall'altra parte. 

Tra noi cala il silenzio, ma non uno di quelli imbarazzanti. Un silenzio piacevole, godendoci i rumori della città, le luci di essa, i clacson, le grida dei bambini, i cani, i rumori dei nostri piedi sulla ghiaia.. tutto molto rilassante e tranquillo. Per una volta non sento il petto stringersi, non sento la preoccupazione con cui ormai vivevo. E non sento più quella voglia di piangere e non finirla più.

"Ce la sto mettendo tutta." dice all'improvviso, girandosi verso di me. "Voglio riuscirci, è il mio obbiettivo !

"Sembri molto sicura di te stessa. Ne sono contenta, sai? Sono felice per te, che stai cercando di uscirne. Io so che ce la farai, e, permettimi di farlo per favore, io ti aiuterò."

Lei mi sorride e guarda davanti a sé. "Ho sbagliato."

Non so a cosa si riferisce, ma se devo indovinare.. direi in tutto.

"Non dovevo cacciarti, non dovevo iniziare questo giro e non dovevo mandarti a fanculo. So che fai finta di niente, ma ti conosco e vedo che ti ha ferita molto. Quindi scusa, per tutto.."

La guardo serrando le labbra e annuendo piano, facendole capire che ormai non importa. "Non importa, è passato."

"E dovrei chiedere scusa anche a un'altra persona.." sussurra imbarazzata.

So a chi si riferisce. "Gli piaci, Sara. Anzi, ti ama."

Sbarra gli occhi e le sue guance si tingono dello stesso colore dei suoi capelli. "Cosa? Ma- ma che dici?" mi risponde imbarazzata.

"La verità!" faccio spallucce "Ti ama, me l'ha detto... era molto preoccupato per te, e mi ha chiesto aiuto e tu lo sai. Cosa provi per lui?"

Abbassa la testa imbarazzata al mille per mille. "Dobbiamo per forza parlarne?" 

"Sara.." la rimprovero.

Sbuffa. "É... carino.. ma ripensando a ciò che è successo... lo vorrei menare."

La capisco, anche io lo vorrei picchiare. "Perché non provate a parlare.. voi due da soli, però. Non siete mai stati da soli da quando sei uscita dall'ospedale."

"Va bene.." si arrende.

Ci salutiamo e ci dividiamo all'incrocio, per poi dirigersi una a casa propria.

***

Mi butto sul letto e accendo il computer, provando per l'ennesima volta a contattare Axl.

Spero risponda..

La video chiamata parte e iniziano gli squilli. Ad ogni squillo il cuore accelera sempre di più. Ingoio un groppo in gola e prendo un gran respiro.

Ha risposto.

E' seduto sul letto, come le altre volte. Ha un accenno di barba sul viso ed è ancora in pigiama, o almeno sembra. 

Il suo sguardo...

Non l'ho mai visto così serio, sembra quasi.. incazzato.

Il groppo in gola torna, maledetto.

Apro la bocca per dire qualcosa, ma non ne esce nulla.

"Ciao." dice distaccato.

Prendo un altro respiro. "Ehi.."

Inizia a dondolare le ginocchia e si guarda le mani indifferente.

"Come va?" cerco di fare conversazione, ho la voce che trema.

"Bene. Te?" sempre freddo.

"Bene... no, non bene. Senti, ci sto male, okay? Non sopporto questa situazione. Ogni volta che cerco di contattarti ti inventi una scusa, e io ci sto male perché.. sei il mio migliore amico e.. mi manchi, Axl. Mi manchi tanto."

lo vedo sorpreso da ciò che ho detto, come se non sapesse queste cose.

Dalla sua bocca escono solo piccoli versi. Non sa che dire. "Wow"

Continuo a fissarlo. "Sembra che non te lo aspettavi."

"Infatti no, non me lo aspettavo." scuote la testa.

Ne rimango un po' delusa. "Sei il mio migliore amico, Axl, e lo sai! E' normale che mi manchi. La cosa strana sai qual'è? Che tu non provi le stesse cose."

Una strana luce percorre i suoi occhi. "Io-io non provo le stesse cose?" esclama "Io ci sto male, Ali. Più di te!"

Mi arrabbio. "E allora perché non hai voluto parlarmi fino a questo momento? Perché rifiutavi le mie chiamate?"

"Perché non ne avevo il coraggio.. pensavo che volevi scaricare la tua rabbia e io.. non voglio vederti così.. non..." si passa una mano tra i capelli evidentemente frustrato. "Non so perché, okay? Non so perché.." sussurra.

Sospiro non contenta della sua risposta ma cerco di farmela bastare. "Okay ehm.. io non so che rispondere a questa tua non risposta."

Si passa un'altra volta le mani tra i capelli. "Fai finta di niente, facciamo finta di niente: questo non è mai successo, non abbiamo mai litigato e non abbiamo mai parlato di Jasmine."

Annuisco piano. "Okay.. mi sembra giusto lasciare il problema fuori."

"Già, perché ogni volta che parliamo di lei succede questo." allarga le braccia.

La stessa cosa che penso io.

A tal proposito avrei da dire, ma so che se parlo finiamo peggio di adesso.

"Okay, allora.. tutto come prima?" sorrido.

"Lo spero." ricambia.

Fuck Distance  #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora