Chapter 54

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Axl's pov

Imbocco la tangenziale, come Alice mi ha detto, girando il duro volante verso sinistra. Mentre Zara Larsson canta alla radio io non riesco a pensare ad altro che tra poco vedrò per la prima volta Sara, la migliore amica di Alice, la mia piccola e dolce Alice che ha passato mesi bui finché non sono arrivato io, a distrarla dal pensiero fisso che è Sara. 

Improvvisamente mi viene un prurito incredibile al braccio, segno del mio nervosismo, ma cerco di non pesarci guardando dritto davanti a me, dove centinaia di macchine corrono super veloci verso una loro destinazione. Chissà se un giorno imboccherò le loro stesse strade e andrò a visitare le altre città. Cerco di pensare alle altre città italiane per distrarmi dal nervosismo. 
Alice non ha detto più nulla, continua a guardare fuori dal finestrino, guarda il paesaggio sfrecciare dietro di lei e solo Dio sa cosa le passa per la mente. 
"Tutto okay?" le chiedo.

Gira lentamente il viso verso di me e mi fa un sorriso appena accennato, un sorriso che non contagia gli occhi, un sorriso che odio e che non vorrei mai facesse. "Certo."
Dice solo questo, per poi rivolgere apparentemente la sua attenzione al paesaggio.

Sbuffo in modo silenzioso e continuo a guidare verso il cimitero. Il piede che preme sull'acceleratore con più forza di quanta ne voglia mettere. Mi ritrovo a rallentare di parecchio. 

Abbasso ancora di più i finestrini per colpa del terribile caldo che ci investe. "Sei sicura? Perché potrei sempre tornare indietro."

Gira di nuovo il viso verso di me, questa volta non sorride. "Voglio che la conosci, ti avevo detto che l'avresti conosciuta, era una promessa." 

Sbatto ripetutamente le palpebre e lei mi fissa immobile, come imbambolata priva di espressione e sentimenti. La sua espressione mi spaventa, ma appena torna a guardare fuori dal finestrino lascio un sospiro a malapena udibile.

"Da quanto tempo non vai? A trovarla, dico."

Rilascia uno sbuffo continuando a guardare fuori dal finestrino, nel suo viso aleggia un sorriso. "Da.. ehm.. da troppo tempo, io non.. non ci vado da giugno. Ci vado sempre con Giusi, sua madre.. non so se riuscirei a andarci da sola.. ma per fortuna ci sei tu, a supportarmi"

"Sai che ci sarò sempre per te."

"Sì, lo so. E io per te." punta il suo sguardo su di me, carico di promesse e dolore. "E grazie per questo, sei l'unico che mi rimane, e se perdo te io... io non so che farei-"

Le presi la mano e la portai delicatamente sulle mie labbra, per poi lasciarci un bacio sopra. Le rivolgo un sorriso rassicurante e lei fa un cenno con la testa. 
"Sai, non vedo l'ora di vederla."

"E' eccezionale." 

Il fatto che parli al presente mi fa capire che non ha superato la sua morte, e che non ha intenzione di lasciarsela alle spalle. Parlando al presente non accetta la sua morte, continuando a credere che sia ancora qua. Mi spiace distruggere le sui illusioni. "E'?" 

Accorgendosi di aver usato il verbo al presente abbassa lo sguardo su un punto indefinito, lo sguardo vitreo, il respiro che aumenta mi fanno intuire un immediato attacco di panico. Metto la freccia e mi sposto sulla corsia a destra, vicino al guardrail. Spengo la macchina e apro la portiera per dirigermi verso la sua, nel mentre, lei, ha iniziato ad ansimare. Le apro la portiera e le slaccio la cintura. Ho la paura a mille.

"Ali, ehi Ali. Ascoltami, guardami." richiamo la sua attenzione.

Ha il respiro corto e sta iniziando a sudare. Si gira verso di me e mi guarda con gli occhi sbarrati, nei suoi occhi vedo riflessa la mia paura. Continua ad ansimare e la sua pelle si ricopre di brividi. "Fai grandi respiri, cerca di calmarti Ali, è tutto okay."Annuisce molto velocemente con la testa e prende grosse boccate d'aria, cerca di fare respiri regolari, come dopo aver fatto una maratona. 

Fuck Distance  #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora