Chapter 65

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Alice's pov

Il cielo aveva iniziato a scurirsi, quando uscii da scuola, durante il tragitto verso la scuola di canto avevano iniziato a cadere le prime gocce di pioggia, fredde sul mio viso. Qualche attimo dopo aveva iniziato a piovere in modo violento e adesso sono qui a correre come una dannata sotto la pioggia, per rifugiarmi dentro la stanza in cui prendevo lezioni mesi prima. Avevo interrotto per l'estate, o meglio, per Axl, perché, se si voleva, si poteva continuare ad andare cantando brani fuori dal programma e esercitare ancor di più la propria voce. Ma in quel periodo non mi importava. Volevo solo lui. Volevo solo Axl.

Abbasso il cappuccio della felpa sulle spalle e mi tolgo la giacca per metterla sul termosifone ad asciugare. La lezione stava per iniziare e nell'aula ci sono quasi tutti, manca solo il professore e due alunni che molto probabilmente non verranno.

Poso lo zaino in un angolo della stanza, lontano da tutti gli altri zaini addossati uno sopra l'altra a mo' di montagna e prendo posto su una delle sedie rimaste vuote.

I ragazzi parlavano tra loro su cosa hanno fatto durante l'estate e cosa faranno nei giorni futuri. Io restavo sulla mia sedia a braccia incrociate a fissare il piano forte più o meno al centro della stanza.

Mi importa ancora molto di Axl, e non passa minuto in cui non cambi la mia decisione. Ho sempre voglia di mandare a quel paese la mia idea, prendere il telefono e chiamarlo.
Mi avrà chiamata una decina di volte dall'altro ieri e mi avrà mandato una cinquina di messaggi tra cui solo uno letto. Diceva: 'Sono riuscito ad aiutare Jasmine e adesso Christopher si è beccato una denuncia, deve stare a distanza di sicurezza da lei e adesso si è beccato qualche mese in cella. ma ho paura per quando uscirà. Perché non rispondi? Chiamami appena puoi, ti amo :3'.

Non l'avevo richiamato, proprio perché non posso. Devo resistere alla tentazione, lo devo allontanare i più possibile. Ho cominciato da Skype, non aprendo più il computer che mi ha regalato. presto so di dover bloccare anche il suo contatto e bloccarlo su Instagram.

Il professore entra in aula e le voci degli alunni si placa, rivolgendo la loro attenzione al maestro.

"Che tempaccio eh? Buongiorno ragazzi! Visto che è la prima lezione e ho voglia di divertirmi anche io, che ne dite di cantare un pezzo a vostra scelta, che sia italiano o non. Avanti, chi ha voglia di iniziare?"

Non l'avrei risentito più, dopo quella chiamata finita con un 'ti amo'. Gli avrei detto addio, sì, ma non in quel modo. Glielo avrei detto così:

Mi alzo in piedi sotto gli sguardi curiosi di tutti i presenti. Col cuore in gola, mi avvio al centro della stanza, vicino al pianoforte.

"Io, ehm.. vorrei cantare 'The Scientist', dei Coldplay" di dondolo sui talloni con fare imbarazzato.

"Bellissima canzone quella" interviene il professore "La vuoi dedicare a qualcuno?"

Sì, ma questo 'qualcuno' mai la sentirà e mai lo verrà a sapere. Prendo una boccata d'aria e mi sembra come se avessi inghiottito delle affilatissime lame perché inizia a farmi male il petto e gli angoli degli occhi iniziano a pizzicarmi.

"Sì, la dedico a.. una persona, che non penso di rivedere più. Grazie a questa persona ho passato l'estate più bella della mia vita, gli devo almeno una canzone."

"Bene, inizia pure, Alice."

Vado dal pianista e gli dico il titolo della canzone, mi fa un cenno con la testa e cerco lo spartito tra il mucchio di fogli. Appena lo prova mi sorride e inizio a contare sottovoce "Un, due tre."

La musica parte e io ne sono completamente rapita.

Fuck Distance  #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora