Chapter 57

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L'aeroporto è immenso, il posto più grande che io abbia mai viso in vita mia. Tanto grande quanto pieno di gente. Gente che corre a destra, gente che corre  sinistra, c'è chi è in attesa di qualche parente - o amico - di ritorno dal viaggio. Gente che parla, gente che legge un libro, gente al telefono. E io in mezzo a tutto questo rumore riesco solo a vedere la figura alta di Axl affianco a me. In questo momento abbiamo in comune una cosa: la tristezza negli occhi. Lui cerca di sorridere, di ridere e fare battutine, ma io so che dentro di sé non si sente così, felice. Dentro è una bomba a orologeria pronta a esplodere, come me. A stento riesco a trattenere le lacrime, stanno chiedendo di uscire ogni due secondi e io insisto a ricacciarle dentro. Una lama mi trapassa il petto ogni volta che poso lo sguardo sulle valigie nere di Axl. Segno che se ne deve andare, che mi lascia per tornare alla realtà di tutti i giorni. Lui tornerà in America, dove c'è il pericolo di Jasmine e altre migliaia di ragazze, io tornerò alla mia vita, quella che odio dal giorno della morte di Sara.

"Tra quanto?" chiedo con voce priva di emozioni. Anche solo mettere il soggetto mi fa male.

Axl sposta gli occhi tristi su di me per poi guardare l'ora sul telefono. "Tra venti minuti."

Io fisso davanti a me, le lacrime minacciano di uscire. Ingoio un groppo in gola prima di parlare. "Credo che.." mi si spezza la voce "..dovresti iniziare a.. andare."

"Io.." non finisce la frase che io cedo e inizio a piangere in silenzio. Grosse lacrime solcano il mio viso, io continuo a guardare davanti a me. 
Mi cattura una lacrima col pollice, una scarica di brividi mi percorre il copro al contatto con la sua pelle morbida. "Piccola.."

"Andiamo." dico fredda scostando la sua mano dal mio viso, per poi camminare verso il check in.

Vado per prima in rigoroso silenzio, tallonata da Axl e dal suo odioso bagaglio. La voglia di prendergli la valigia e lanciarla contro un vetro è alta, tant'è che devo serrare i pugni per trattenermi.

Axl si mette in fila per aspettare il suo turno, nel mentre non stacca i suoi occhi da me.

"Non fare così, per favore." sussurra.

Incrocio le braccia al petto e distolgo lo sguardo. improvvisamente il soffitto è interessante.

"Ali, amore."

Amore.

Perché? Perché doveva capitare adesso? Perché non è capitato uno o due mesi fa? 

Perché è capitato? 

Potevamo risparmiarci tanta sofferenza inutile.
In questo momento lo odio: odio il fatto che non abbia stracciato i biglietti dell'aereo per venire qua quando gliel'ho chiesto. Lo odio perché gli ha comprati. Odio me stessa per vergli detto che sarebbe stato bello incontrarci un giorno. Il bello ci è stato, ma il dopo? Il dopo è pari all'Inferno.

"E' che.." inizio con voce interrotta dalle lacrime. "E' che è cosi brutto lasciarsi." mi abbraccio da sola.

"Noi non ci stiamo lasciando, piccola."

"Davvero? No perché a me sembra così, a meno che tu riesca a sopportare una relazione a distanza ma io.. io non so se ci riuscirei. E' già difficile vederti con sta cosa." indico la valigia con il capo.

Lui si avvicina a me per poi farmi da scudo col suo corpo. Mi abbraccia e io crollo tra le sue braccia. Mi bacia i capelli mentre io continuo a piangere interrottamente. 

"Io non ti lascerei mai." la sua voce mi giunge ovattata, ma mi entra comunque nelle ossa.

Io non ti lascerei mai.

"Ti amo." 

"Ti amo." ripete.

"Il prossimo!" il signore del check in richiama la nostra attenzione.

Ci stacchiamo a malincuore e io, nonostante il sole cocente, sento improvvisamente freddo. 

L'Uomo Check In inizia a parlare inglese iniziando una conversazione con Axl. Ascolto ben poco di ciò che dicono.

"Posto 24.. dieci minuti.."

"Grazie." Axl mette i suoi bagagli sul nastro trasportatore e li vedo scomparire piano piano dalla mia vista, per la mia felicità.

"Bene, può andare ragazzo, le auguro un buon ritorno a casa!"

Ma perché non ti spari?

In quel momento il mondo sembra rallentare. Non sento più nulla, senonché la voce di Axl. 

Con le lacrime che mi rigano le guance, percorro il mio sguardo su di lui, su tutto il corpo. Memorizzo ogni suo particolare nella mie mente per non dimenticarmi nulla.

Non resisto e gli butto le braccia al collo infilando la testa nell'incavo del suo collo annusando per l'ultima volta il suo profumo Play Boy.

"Fai la brava piccola." sussurra nel mio orecchio. Il suo respiro mi solletica l'orecchio.

"Chiamami appena atterri."

Mi stringe tra le sue braccia capendo che è il momento di andare. Mi abbandono a lui e le lacrime mi scendono sempre di più.

Fa male..

"Ti amo tantissimo.." dico con voce strozzata.

A quel punto posa le sue labbra sulle mie e fa in modo che il bacio sia indimenticabile. Mi fa sua con un semplice bacio. Un bacio passionale, gioco di lingue, che mi fa capire quanto mi ama.

Ci stacchiamo senza fiato e poggia la fronte alla mia.

"Devo andare."

"Vai per favore, veloce, non ce la faccio più."

Posa il suo sguardo triste nel mio e mi asciuga una lacrime col pollice. Questa volta non mi tiro indietro.

"Non piangere-"

"Axl. Vai." dico dura. Non riesco a guardarlo ancora.

Si stupisce della mia risposta ma poi torno lo sguardo triste di prima. Mi da un bacio veloce sulla fronte.

Mi da le spalle. Se ne va.

Io resto là a guardare la sua schiena contrarsi a ogni suo movimento.

Non lo rincorro, anche perché sarebbe inutile. Guardo andar via la mi felicità.

***

Axl's pov

Prendo posto al posto numero 24 della terza classe. Quando mi sistemo per bene penso a cosa sta succedendo.

Me ne vado. La lascio. E' stato un colpo al cuore vederla in quello stato. Mi ha stupito quando mi ha praticamente cacciato.

Tiro sul col naso e cerco di concentrarmi su altro per non scoppiare a piangere.

Ma come farò, senza di lei? E' stata la mia felicità per tre mesi e adesso... adesso è tutto senza senso. 

Una voce metallica giunge alle mie orecchie, dice qualcosa in italiano per poi ripeterla in altre lingue, tra cui inglese-

"Il volo Torino-Los Angeles sta per decollare, allacciare le cinture di sicurezza."

Faccio come ha detto la voce metallica e siamo pronti a partire.

Addio Torino. Addio Alice.







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