Chapter 26

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Si affretta a prendere il suo cappotto e chiama l'autista, va talmente veloce che non ho manco il tempo di pensare. Il telefono lo comprerei volentieri ad Alice, sì, ma non per farmi perdonare! Ma poi.. le lettere? Si usano ancora?

Mi passa affianco e lo blocco afferrandolo per il giubbotto. "Ehi ehi ferma ferma! Sei più ansioso di me."

Si ferma un attimo e si gira verso di me col fiato corto. "Scusa è che.." si stira il giubbotto. "Mi sono appena ricordato che anche America fa gli anni la prossima settimana: il 7 Dicembre, per esattezza."

Che coincidenze, se s'incontrassero, Alice e Mare, sarebbero ottime amiche secondo me. Sono molto simili di carattere e anche alla ragazza di mio cugino piace leggere, guardare serie TV. Condividerebbero molte passioni... 

Ma perché penso a questo? Come se Alice potrebbe conoscere un giorno i miei amici.. Non mi spiacerebbe però averla qui, in America con noi, magari andare in spiaggia tutti assieme, d'estate.. andare a qualche concerto, divertirci, far conoscenze... ma tutto questo solo se mi perdonerà, e solo se riuscirò a farle un regalo decente e riuscire a farmi perdonare. Mio cugino è abbastanza stupido da pensare di riuscire a farsi perdonare con qualcosa di materiale, ma spesso c'è bisogno di più, c'è bisogno delle parole, ma quelle giuste, dire la verità sin dall'inizio, cosa che io non ho fatto, ma a mia difesa posso dire che non mi sentivo proto a condividere ciò che mi è successo. A dirla tutta non me la sento neanche ora e mi sentirei a disagio dirlo attraverso uno schermo. La voglio davanti a me, in Italia o in America, non m'importa.

"Quindi ti eri dimenticato il compleanno della tua ragazza... bravo!" dico sarcastico.

Ridacchia nervoso e si gratta la testa. "Ecco, sì insomma, ho un sacco di impegni ultimamente e me ne sono proprio scordato.."

Scuoto la testa un po' deluso, ma dovrei aspettarmelo da mio cugino, ha fatto di peggio, ma America non è una che perdona facilmente, ogni volta che la faceva arrabbiare, nel loro periodaccio, Sam ci metteva due settimane buone per farsi perdonare, ma si amano molto e Mare crollava ogni volta, non riuscendo più a resistere.

"Comunque non credo che le farò una lettera, solo uno stupido come te può." dico incrociando le braccia sentendomi superiore, in effetti lo sono.

"Con America ha funzionato."

"Non è che con America ha funzionato, era solo stanca delle tue lagne. Si sarà detta 'non posso più di sentirlo, perdoniamolo sennò va a piangere pure dalla cameriera'." dico imitando la voce di America. Ridacchio sotto i baffi e Sam mi guarda serio, con sguardo duro e mascella serrata. Se si potesse uccidere con lo sguardo, Sam mi avrebbe già bruciato e di me rimarrebbe solo polvere al suolo.

"Non sei divertente, affatto." 

"Invece sì!" dico uscendo di casa seguito da mio cugino, momentaneamente incazzato con me. Mi diverto sempre a farlo incazzare, è il mio passatempo preferito, non contando i rapporti sessuali, ovviamente.

Entriamo nuovamente in auto, alla guida c'è sempre Bob che mangia un panino. Mi avvicino alla portiera del guidatore e gli chiedo: "Non ti fa andare in pausa quello stupido di mio cugino?" mi appoggio al finestrino abbassato.

Bob L'Autista ridacchia. "Purtroppo no, signorino, ma non ho bisogno di pause, non si preoccupi."

Scuoto la testa disapprovando le scelte di mio cugino. "Va a casa, Bob, guido io adesso."

Senza farselo ripetere due volte scende dall'auto e si avvia alla sua macchina. Ridacchio per come cammina: sembra un pinguino.

Mio cugino spunta da dietro la macchina nera. "Ehi, ma che...?" chiede alzando le braccia in aria per poi farle cadere sulle gambe. "Perché se ne va?" 

Fuck Distance  #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora