Chapter 36

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Alice's pov

La campanella dell'intervallo mi riporta coi piedi per terra e finisco di fare stupidi disegnini sul quaderno. I ragazzi della mia classe si alzano tutti assieme, facendo un rumore incredibile. Sedie che strisciano per terra, il rumore di uno scoppio di una plastica mi fa spaventare e decido di alzarmi anche io. Nicole mi raggiunge e ci incamminiamo verso il salone principale. Oggi Sara non è venuta, ha detto che non si sentiva bene, è rimasta a casa a riposare, spero si rimetta. Magari oggi la vado a trovare.

No, devo parlare con Francesco oggi.

Spero che almeno lui mi dica la verità. se non me la dice con le buone, sono costretta ad usare le cattive. Ammetto che il fatto che mi tengano nascosto qualcosa mi dia fastidio, ma la paura sopravvale.

"Tra un po' è Natale, meno male. Non vedo l'ora di prendermi una pausa da questa gabbia di pazzi!" dice Nicole.

"Tu sei la prima pazza qua dentro, sei la pazza dei pazzi." la prendo in giro.

"Ah ah, simpatica la mia amica." fa una smorfia incrociando le braccia, la sua reazione mi fa ridere. "Secondo me la pazza dei pazzi qua è Sara."

"Sì ma il capo oggi non c'è, quindi tu prendi il suo posto."

"E tu cosa saresti?" alza un sopracciglio assecondandomi.

"Io? Sono La Normale." alzo il viso in segno di superiorità.

"La cazzata delle ore.." dice guardando il polso facendo finta di aver l'orologio. Mi metto a ridere e la spintono.

Il mio sguardo si sposta su una persona che mi sta fissando. Davide. Sembra come se volesse parlarmi ma non trovasse il coraggio da venire da me. L'appuntamento con mia madre è andato abbastanza bene, mi ha detto. È normale il fatto che mi da fastidio vedere mia madre 'impegnata' con qualcuno? Credo di sì. E' stata sola per tanto tempo e non sono abituata a vedere qualcuno che finalmente prova interesse per lei, soprattutto se il sentimento è reciproco. Mi sono sempre detta che una donna non ha bisogno di un uomo per essere forte, non ha bisogno di avere qualcuno per potercela fare ed essere felice, e mia madre me ne ha dato la conferma. Mia madre ha mantenuto me, mio fratello, la casa e tutto il resto, con la sua forza, senza nessun aiuto, facendo molti sacrifici, ma alla fine è qui, felice più che mai.

Il professore finalmente fa la sua mossa e viene verso di noi, con un sorriso timido stampato in faccia. Io sono pronta a parlargli.

Nicole smette di parlare e posa anche lei gli occhi sul professore. "Ciao ragazze." ci alita mettendo le mani sui fianchi.

"Buongiorno." salutiamo in coro io e la bionda.

Si guarda attorno e con una mano si gratta la barba, evidentemente non sa cosa fare. "Alice, possiamo ehm.. ecco, Nicole te la posso rubare?"

"Oh sì, certo. Io.. io vado in bagno, ciao." dice correndo in bagno.

Mi giro verso il professore, intento a grattarsi la testa a disagio. Annuisco con la testa, come per incitarlo a parlare.

"Ecco.. penso che tua madre ti abbia detto dell'appuntamento."

"Sì, certo. Ha detto che sì è divertita, non smetteva di sorridere." sorrido al professore.

Di colpo butta fuori tutta l'aria che aveva in corpo, liberandosi di un peso che lo schiacciava. Non ha la postura rigida come prima, rilassa le spalle e passa una mano sulla fronte. "Uh, meno male, grazie a Dio."

Aggrotto le sopracciglia. "Come mai?"

"Pensavo che non si fosse divertita. Le ho chiesta se la serata le era piaciuta, ha detto di sì ma non sembrava convinta, ecco."

Fuck Distance  #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora