Chapter 44

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Axl's pov

Inalo il suo profumo di vaniglia, le accarezzo i capelli. Chiudo gli occhi per godermi ancora di più questo momento unico e indescrivibile. Mi sento il ragazzo più felice del mondo, sprizzo gioia da tutti i pori. Finalmente è tra le mie braccia, finalmente posso vederla in tutto il suo splendore, finalmente posso sentire il suo profumo. Il nervosismo è scomparso del tutto, ora c'è spazio solo per la gioia. Riesco solo a pensare che è qui con me, e non le lascerò un attimo di pace, voglio godermi questi tre mesi con lei, come se fosse l'ultima volta che la vedo. "Ciao.." mormoro nei suoi capelli

"Ciao." fa lo stesso, fa passare qualche secondo e purtroppo si stacca da me dandomi la possibilità di guardarla in viso. E' tutta rossa, ha gli occhi lucidi e sorride come non l'ho mai vista fare. Mi fa piacere farle questo effetto. Mi scruta il volto e io faccio lo stesso, imbamboli per istanti su di lei, memorizzando ogni singolo particolare. 
Al sole, quei stupendi occhi da cerbiatta, sembrano grigio scuro, gli occhi riflettono l'anima, c'è cosa più vera? Alice è grigia dentro, quel grigio se lo porta dentro da quel terribili giorno in cui ha perso la sua migliore amica, per poi scurirsi col susseguirsi degli avvenimenti. Francesco, il funerale, Nicole, Simone e Giusi... 

D'istinto la stringo di nuovo tra le mie braccia, confortandola col mio corpo, facendole capire che io ci sono e ci sarò sempre. "Come stai?" chiedo non aspettandomi una delle migliore risposta

"Adesso bene, davvero. Te come stai?" si sposta di nuovo per guardarmi negli occhi

"Sto benissimo."

"Com'è stato il volo?" sorride

"Dio.." sbuffo ricordando al viaggio infinito di qualche ora prima. "E' stato straziante, atroce, terribile, lacerante.."

Si mette a ridere. "Okay, ho capito: non è stato bello."

"Per niente." aggiungo infine

Mi accorgo solo ora che siamo ancora vicini, ha le braccia attorno al mio collo e io ho le mani sui suoi fianchi. Sembra essersene accorta anche lei, abbassa la testa imbarazzata e scatta di almeno tre passi in dietro, lasciando una notevole distanza tra noi.

"Allora, ehm... che ti piacerebbe fare?" chiede scalciando un sassolino

Cosa mi piacerebbe fare?
Un sacco di cose, per prima cosa le salterei addosso ricordandole che ci sarò sempre, per seconda cosa mi piacerebbe fare una bella dormita, il viaggio è stato stancante, specialmente per colpa del bambino dietro di me che non finiva di piangere e scalciare il sedile, facendomi saltare ogni tanto. L'ho guardato male e magicamente ha smesso.

Per terza cosa mi piacerebbe una nuotata e un giro turistico.
Ma dico una cosa ben diversa da tutto ciò.

"Mi piacerebbe salire a casa tua." dico tranquillo, solo dopo mi accorgo di cosa ho detto. "Oh, ehm, no, nel senso, cioè.." cerco di rimediare, lei mi guarda scioccata non aspettandosi un auto invito. Non me lo aspettavo manco io, ma come mi è venuto in mente? 

"Vuoi salire..?" sembra imbambolata

"Solo se tu vuoi, ecco.. non per forza, se tu non vuoi non." cerco di rimediare, mi gratto il braccio come ogni volta che sono nervoso

Si riprende, mi guarda sorridendo. "Va bene."

Va bene? Davvero?

"Oh, okay. Grazie... è che avrei bisogno del bagno." invento una scusa ragionevole

"Andiamo allora!" dice dandomi le spalle per poi avviarsi al portone. 

Metto le chiavi della macchina a noleggio in tasca e la seguo. Mi guardo intorno, i giardini dei dintorni solo colmi di margherite, dando vita a questo posto pieno di edifici. 

Fuck Distance  #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora