Chapter 63

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Axl's pov

Esco da quel dannato aeroporto per la seconda volta in pochi giorni e mi sembra di rivivere un deja-vu. Mi ha fatto male dire addio ad Alice per la seconda volta: il suo sguardo così triste e supplichevole l'ho segnato nel cuore. Non credo che lo dimenticherò tanto facilmente, anzi, credo proprio che non lo dimenticherò. Ogni volta che penso a lei mi compaiono nella mente quegli occhioni tra il verde e il marrone che mi chiedono l'impossibile, cioè restare con lei. Vorrei ma non posso, non posso abbandonare tutto per stare con lei, anche se sarebbe un sogno per me.

America mi aspetta nel parcheggio appoggiata alla macchina sportiva nera. Appena vede chissà cosa sul mio viso, molto probabilmente l'afflizione, mi viene in contro allargando le braccia con un sorriso triste.

"Dai, vieni qua piccioncino." sussurra mentre mi abbraccia in punta di piedi. La stringo a me e chiudo gli occhi, gli stringo, ma vedo lo stesso gli occhi di Alice. "Lo so che fa male.. lo so."

Mi accarezza la schiena con la sua piccola mano e poi mi dà una pacca. Ci sciogliamo dall'abbraccio e stringe le labbra scrutando la mia faccia.

Ci dirigiamo verso la macchina sotto il cielo di Los Angeles. "E lei come sta?" chiede mentre saliamo in macchina.

Mi allaccio la cintura e guardo davanti a me. Questa domanda non fa che farmi rivivere il giorno precedente. "Sta male, è finita all'ospedale per colpa mia. Dovevi.. dovevi vedere la sua faccia quando il dottore mi ha mandato via... ce l'ho impressa nella mente." rivelo alla mia amica.

America mette in moto e ci mettiamo subito in strada.

"Axl." si gira verso di me, le aleggia un sorriso sulle labbra.

Che ha da sorridere? Io sto morendo dentro!

"Sì?"

Mi prende la mano e me la stringe, come per darmi sicurezza, mentre guarda la strada davanti a sé. "'Fanculo la distanza, voi vincerete."

***

"Stai mangiando?"

"Sì, adesso sì.. mi sento meglio e non ho più lo stomaco chiuso, meno di prima almeno." Alice parla dall'altra parte dello schermo seduta sul suo letto. Ha dei leggins e, nonostante il caldo, indossa un felpone grigio. Tira le maniche e le sua meni vengono inghiottite dalla felpa. Mi ricorda mesi prima, quando ancora il mio viaggio era lontano e con un sorriso vero. La coda disordinata le dà l'aria di una che si è appena svegliata, la penserei così se non fosse per le occhiaie sotto agli occhi.

"Stai dormendo ultimamente?" Chiedo preoccupato osservando il viso stanco.

"Sì, adesso sì. Non capisco cosa sia cambiato veramente" si mette a ridere. Forse è cambiato il fatto che capisce che gli starò vicino fino alla fine, capisce che non deve reagire così.
"Tra poco devo andare a scuola.. quindi..".

"Oh, sì certo, ci sentiamo piccola."

"Ti amo" dice con occhi vitrei.

Faccio un sospiro "Ti amo". È l'ultima cosa che ci diciamo, dopo chiude la chiamata e io mi metto a dormire.

Alice's pov

La professoressa di italiano inizia la lezione parlando del mio argomento preferito. "Bene ragazzi, chi di voi ha letto libri ultimamente?"

Adesso che ci penso è da tempo che non leggo un libro. Ne sento la mancanza: devo assolutamente comprarne qualcuno.

Io e altre cinque persone alzano la mano.

La professoressa sembra scettica da 'tutte' queste persone che hanno alzato la mano. Oltre a me ci sono due ragazze e tre ragazzi. Ragazzi? Wow, sono rari. Com'è che lo so solo ora che i compagni di classe che mi porto dietro da quattro anni leggono qualcosa.

Fuck Distance  #WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora