Vane Speranze

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-CHE COSA!?-

Ron ed Hermione erano in macchina e quest'ultima iniziava a pensare che aveva avuto un'idea davvero pessima a dire ogni cosa al suo fidanzato proprio all'interno dell'abitacolo.

-Non avrai accettato, spero!?-

Hermione schiuse le labbra sorpresa e si volse a guardare il compagno, boccheggiante un momento, per poi tornare sulla strada –Non rifiuterò un'occasione del genere Ron. Un Aether, ma ci pensi? È il sogno di una vita...-

Ron era scioccato davanti alle sue parole –Il sogno di una vita!? Avevo capito che sposarti e avere dei figli, una famiglia con me, fosse il sogno della tua vita!-

"Ti stai confondendo con il tuo di sogno, Ronald"

Affermò una vocina bisbetica nella sua mente, ricordandole quanto il suo carattere si era inasprito nel tempo ma assunse comunque un tono docile, tipico di quando voleva convincerlo a comportarsi in una determinata maniera.

-Ron, non essere sciocco, non mi metterò a fare figli da così giovane, scordatelo... ne abbiamo già parlato, ne parliamo sempre in effetti- borbottò infine, usando però un tono gentile la giovane strega, non riuscendo purtroppo ad addolcirlo, infatti lo sentì replicare infastidito –...E quando vorresti iniziare?! Mia madre, alla tua età...-

-Non sono tua madre- lo anticipò lei, sapendo bene dove voleva andare a parare il fidanzato, che a quel punto confermò, adirato –No, infatti, non lo sei.-

Hermione non comprese perfettamente il tono, ma non volle guardarlo in viso. Ne era intimorita.

-Ronald, è solo un mese...-

Provò di nuovo, con voce mesta e lui replicò rapido –Un mese in cui mi sarà assolutamente vietato mettermi in comunicazione con te, non potrò sapere dove sei, con chi sei e cosa stai facendo! E se dovessi essere in pericolo?!-

-Non succederà niente, so che tipo di missione mi è stata affidata, Ron e, anche se non posso dirti nulla, ti assicuro che non sarà pericoloso. Non puoi comunicare con me perché sarò un'infiltrata sotto mentite spoglie, quindi dovrai avere pazienza se...-

"Se?! Perché diavolo hai finito con un "se"?!"

Pensò furibonda con se stessa, sentendo l'occhiata aggressiva del compagno al suo fianco –"Se" cosa?!-

Hermione deglutì visibilmente ed alzò le spalle –Se... vuoi che io sia felice- ultimò furbescamente, non vedendo lui assumere un'aria poco convinta –Sarai felice lontana da me per un mese? Wow... grandioso!- constatò lui offeso e la Grifona roteò gli occhi dorati, sbuffando. Ecco... era proprio questo il problema. Parlare con Ron occupava tempo, perché ciò che gli si diceva, bisognava che venisse rispiegato più e più volte.

-Se fossi un Aether sarei felice, sai perfettamente che mi riferisco a questo.-

-Tu non sarai mai felice, Hermione-

Fu la stoccata di lui stavolta che la ferì profondamente e di colpo, cosa che fece sbandare la macchina e spinse la strega a parcheggiarsi per placarsi. Ron, sorpreso della reazione, si appigliò alla portiera e le urlò di stare attenta ma lei non lo ascoltò e, davanti allo strombazzare delle altre auto, per fortuna, riuscì a fermarsi.

Teneva le mani strette sullo sterzo e tratteneva qualche raro singhiozzo –Non voglio rinunciare a questa occasione, Ronald! Che ti piaccia o no, maledizione!- urlò stavolta, spostando gli occhi lucidi su di lui e sgridandolo –Ma ti ringrazio molto dell'incoraggiamento che mi hai dato! Non potevo chiedere niente di più dal mio fidanzato!- gli urlò furibonda e Ron fece appena in tempo ad afferrarle il braccio, che lei scansò la sua presa –Stanotte partirò, spero che fra un mese tu abbia le idee più chiare. Io so che ti amo, Ron, sono pronta a passare la mia vita con te, benché molte cose del nostro rapporto io non le ritenga perfette! Sta a te decidere cosa fare!- e detto questo spalancò la portiera, evitando per un pelo di venir presa in pieno da una macchina e, nonostante i rumorosi richiami di Ron, si smaterializzò.

Quando ricomparve era in un parco che conosceva, ci andava da piccola. Trovò una vecchia panchina che ricordava e si sedette per temporeggiare prima della partenza.

Non vedeva l'ora di andarsene in quel momento, voleva scappare, scappare dalla città, da Ron, dalle sue pressioni.

Dalle pressioni di tutta la sua famiglia.

"Non sono una cagna da monta, maledizione. La mia aspirazione non è avere una valanga di ragazzini ingestibili e sciocchi!"

Anche se non capì perché, nel pensare ai suoi figli, se li immaginava tutti molto simili a Ron, tutti un po' tonti, pigri e testardi...

Sbuffò, sentendo ancora una volta l'ansia scivolarle addosso perfidamente.

"Basta! Basta!"

Se ne sarebbe andata in ufficio a lavorare, così avrebbe occupato la mente e avrebbe nel frattempo temporeggiato in modo proficuo, non stando lì seduta a pensare.

"Pensare mi fa male..."

Fu enorme il sollievo di poter aprire una delle numerose cartelle che aveva nel cassetto, per poter analizzare le prove che i suoi colleghi erano riusciti ad analizzare, per poi iniziare a sviluppare un'efficiente teoria. Risolvere casi le dava una soddisfazione incomparabile a nient'altro.

Quando suonò la sveglia erano le nove meno venti.

I suoi colleghi erano andati via da poco meno di un'ora e lei, in quel pomeriggio, era riuscita a risolvere addirittura tre casi, mettendosi avanti con il lavoro. Doveva essere preventiva, se non fosse riuscita a prendersi la sua meritata promozione, sarebbe tornata al suo lavoro e di certo non poteva lasciare tutto in mano ai suoi colleghi. Senza di lei combinavano poco e niente, per cui si era preoccupata di dare loro ogni direttiva per il mese successivo.

Soddisfatta dell'organizzazione certosina che la caratterizzava, liberò l'ufficio, lasciando sulle scrivanie dei colleghi i loro compiti futuri e prese la metropolvere.

Alle nove meno dieci era nella Hall, ma non era sola.

-Dai, sta' buona. Sto lavorando, bionda...-

Fece una voce gelida che conosceva bene, anche se l'intonazione era divenuta più roca e matura dai tempi della scuola.

-E dai, Draco, adesso sparisci per un mese e non ci possiamo più vedere...-

Hermione, uscita dall'ascensore, si schiarì la voce, sorridendo pacatamente ai due.

Draco non aveva alzato lo sguardo dal foglio che teneva fra le mani, mentre la segretaria sorrise di rimando alla ex-Grifondoro –Oh, ecco la signorina Granger-

Alle sue parole, il Malfoy alzò gli occhi argentei, scandendo –Pronta, Granger?- tornando poi al suo foglio.

La Grifondoro replicò a sua volta –Sì, non ho portato nulla, come mi avevi chiesto.-

"O imposto..." pensò, acidamente.

Draco a quel punto rialzò lo sguardo su di lei, ma stavolta non fu breve. Era dannatamente serio, tanto da indisporla.

Sembrava stesse cercando di leggere in lei qualcosa, la stava analizzando?

-Sì, lo vedo- confermò lui, annuendo impercettibilmente e tornando presto al suo foglio.


Spazio Autore

Saaaalveee!! Eccoci con un nuovo e gustoso capitoletto! Che ne dite di questa versione di Hermione e Ron? Io, da grandi, li ho sempre pensati così. Lui è veramente troppo rimbambito per stare una sveglia come Herm, magari fa tenerezza all'inizio, ma non te lo puoi trascinare dietro per tutta la vita! Questo è il mio personalissimo pensiero ovviamente XD

Voglio ringraziare tutte quelle che hanno votato, ma soprattutto quelle che hanno gentilmente commentato e che mi seguono in ambedue le storie :comecartabianca, EssePi29, marti090, fandomcomedroga, mmariareitano, Beadp02, MRT_01, SternbildPegasus, MissReader14, Giuliaaaah_. Vi sollecito ancora a votarmi al contest di cui parlo in bacheca, il vostro sostegno, se ovviamente ritenete che io lo meriti, mi sarebbe di grande aiuto!

Un salutone! Spero che il capitolo vi piaccia! Il prossimo sarà Lunedì! ;D

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