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Sospirai guardando Justin mettere le valige nel bagagliaio.Non voglio andarmene da qui.

Io e Justin non ci siamo parlati, non chiesi nemmeno perché mi svegliai sul letto stretta a lui.La cosa mi fece piacere, ero molto felice di ciò che ha fatto.Il modo in cui mi stringeva mi ha fatto impazzire ma non lo avrei mai ammesso, soprattutto con lui che fa il broncio in questo modo.

"Andiamo Cheryl", mi fece un cenno salendo in macchina.

Alzai gli occhi al cielo facendo finta di essere ancora arrabbiata, così mi misi dietro.Justin mi guardò male dallo specchietto ed io mi giustificai con "Voglio dormire", dissi sdraiandomi.

Il viaggio é stato un inferno, un vero e proprio inferno.Faceva caldo e mi girava la testa.Più volte ci fermammo perché dovevo vomitare.

"Siamo arrivati", sospira Justin posando una mano sul mio ginocchio.Mi ero seduta davanti perché dietro stavo morendo.

Apro lentamente gli occhi leccandomi le labbra screpolate, guardai Justin trovandolo un po' pensieroso.

"Non stai affatto bene", mormora con la fronte aggrottata, sembrava davvero preoccupato per me.Mi toccò la fronte per poi spostarmi i capelli dal viso.

"È solo il viaggio e il caldo Justin", dissi uscendo fuori dalla macchina.

Siamo tornati, alla nostra vita.Clacson a volontà, aria da schifo e ubriaconi pervertiti.Perfetto.

Provai ad aiutare Justin con le valige ma non volle "Solo la borsa, dai", la presi convincendolo.

Sospirai di nuovo chiamando l'ascensore, Justin si trascinava dietro le nostre valige.

Nell'ascensore c'era un tale silenzio da farmi paura."Smettila di fare l'incazzata con me", disse in tono acido.

Aggrottai le sopracciglia girandomi dalla parte opposta "Non sono incazzata", le porte si aprirono interrompendo la nostra conversazione.

Infilai la chiave nella serratura aprendo la porta guardai in sala trovando i regali di nozze, erano davvero molti, li avrei aperti dopo, andai in camera nostra lasciando la borsa per terra e sedendomi sul letto.

"Justin?", Lo chiamai dopo un po'  che non sentì alcun rumore.

"Sono in cucina!", mi risponde.

Mi alzai attraversando il corridoio e andando da lui, ovviamente, lo trovai seduto a fumare.Bene, ha ripreso, davvero molto bene.

"Odio quando fumi, soprattutto in casa", strinsi le mani.

"Senti..dovresti fare il test", dice rilasciando il fumo uscire dalla bocca e il naso.

"Lo so", sussurro stringendomi le braccia sul petto.

"L'ho già comprato, prima ci togliamo il peso, meglio è", spense la sigaretta nel portacenere tornando a guardarmi.

"Cosa? E quando scusa?", Domandai incredula.

"Mentre dormivi, ci siamo fermati per prendere qualcosa e c'era una farmacia", risponde semplicemente."È nella borsa che hai preso", sembrava annoiato e stufato da questa situazione.

"Stronzo", sussurrai andando in camera, aprì la borsa accorgendomi che stavo praticamente tremando.

So quasi per certo di esserlo.

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