Erano passati due mesi da quando io e Cheryl litigammo al telefono, da quella sera chiamò solo mia madre per sentire Jordan e non mi mandò nemmeno un cazzo di messaggio di sua spontanea volontà.
Io non feci lo stesso ovviamente, le scrissi qualche volta come stesse ma le nostre conversazioni si limitavano a non più di tre messaggi finché lei non mi rispondeva più.Una ragazzina, ecco cos'è.
A 29 anni ancora con questi giochetti.
Le vacanze di natale si stavano avvicinando, mancava qualche giorno e sarei stato libero dal lavoro per dedicarmi completamente a Jordan.
"Vi raggiungiamo noi, tranquilla mamma" le sorrisi posando le mani sulle sue spalle rassicurandola.
"Va bene tesoro, ci vediamo domani sera allora" mi baciò la guancia stringendomi in un abbraccio e raggiunse mio padre in macchina.
Feci un cenno di saluto ad entrambi e rimasi davanti la porta finché non andarono via.
Chiusi la porta rientrando in casa e sentì un silenzio tombale, Jordan stava dormendo e la casa ora sembrava così vuota senza i miei genitori.Mi ero abituato alla loro presenza in casa.
Entrai in cucina per lavare i piatti della cena ma mi fermai quando la vidi completamente ordinata e pulita.
Grazie mamma.
Sorrisi e spensi la luce sedendomi sul divano e accendendo la televisione, cambiai mille volte canale non riuscendo ad interessarmi a nulla.
Documentario sugli animali, film drammatico, film horror, telegiornale, cartoni.
Cambiai un ultima volta e mi fermai.I miei occhi erano incollati alla televisione osservando quel cartone animato.
I capelli rossi della sirena fluttuavano nell'acqua e un pesciolino giallo la seguiva sorridendo.
Ariel.
Lasciai il telecomando sul tavolo e presi la coperta per coprirmi.
Sorrisi, ma non sentivo nemmeno ciò che dicevano, ridevo per le loro facce e ripensai alla mia piccola.
Quando vidi il pesce bloccato su una finestrella rotonda di una vecchia nave scoppiai a ridere e le lacrime iniziarono a scendere sul mio viso.
Ariel è così fuori dalla norma rispetto alle sorelle, forse per questo le piaceva così tanto oltre che per i capelli rossi.
Serrai le labbra e ripensai al suo viso quando le presi quel vestito da sirenetta.Ripensai a come mi saltò addosso ringraziandomi, ricordo quando la tenevo dietro le mie spalle e giravo su me stesso facendola ridere o quando correva per casa con suo fratello.
Ricordo il suo viso sorridente anche quando attendeva impazientemente che le ricrescessero i capelli.
Inizia a singhiozzare come un idiota, perché in quel momento mi sentì così solo.
Sentivo che nonostante ce la mettessi tutta la mia vita continuava a calare a picco.In quel momento ero io che avevo bisogno di qualcuno accanto a me, volevo che mi sentisse piangere, che mi permettesse di sfogarmi perché mi sentivo così soffocato da tutto.
Spensi la televisione e strinsi gli occhi per trattenere le lacrime che si ostentavano a scendere.Tirai su con il naso e feci dei respiri profondi.
Mi sdraiai sistemando il cuscino sotto di me e provai a chiudere gli occhi ma non ci riuscì.Mi rigirai più volte nel divano ma alla fine presi il telefono e inizia a digitare.
A Cheryl:
Ore 01:04 am.Ho bisogno di te.
Aspettai qualche minuto per la sua risposta che non arrivò, probabilmente stava dormendo ma dovevo scriverglielo in quel momento.
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Shatterproof.
Fiksi Penggemar"Stai sbagliando a stare qui con me". "Quindi? È impossibile fare la cosa giusta se quella sbagliata mi piace da impazzire.Tu sei così sbagliato, tu sei la cosa più sbagliata che mi sia capitata eppure voglio continuare a sbagliare, non voglio esser...