Capitolo 29

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"Dai," supplico per la centesima volta la mia amica al telefono, "per favore, per favore. Ci vediamo?" Mi siedo sul letto incrociando le dita della mia mano libera, mentre con l'altra picchietto sul retro del telefono. 

"No, Dì. Io ed i ragazzi abbiamo da fare." Evidenzia l'ultima frase ed io subito faccio due più due, capendo stiano cercando locali, vestiti, dj e cose varie per la mia festa. 

"Ah, si, okay. Allora ci vediamo domani Vic?" Mordo forte il labbro inferiore trattenendo un sorriso dal dire questa frase che non dicevo da ben due anni. 

"Certo, a domani." Attacca la chiamata ed io poggio il telefono sul comodino accanto al mio letto. 

Rimango qualche secondo a fissare il muro davanti a me ancora non credendo di vedere i miei amici qui a Chicago e subito un sorriso compare sul mio viso. 

Poco dopo sento bussare alla porta ed inizio a pensare se i miei amici mi abbiano fatto uno scherzo e adesso mi rideranno contro dandomi della stupida per avergli creduto. 

Corro alla porta rassegnandomi al fatto che verrò presa in giro da loro per il resto della mia vita, ma quando apro subito un cipiglio compare sulla mia fronte. 

"Harry." Dico, un po' delusa nell'essermi ritrovata lui.

"Che entusiasmo nell'aria. Posso entrare?"  Lo vedo alzare gli occhi al cielo. 

"Veramente non è il momento adatto." Mordo forte il labbro inferiore poggiando il peso su una gamba.

"Perché cosa è successo?"

"Niente." Cerco di non parlarne ma lui non da segno di andarsene. "La conversazione con mamma dell'altro giorno, il fatto che per una volta che i miei amici stanno a Chicago non stanno con me ma con Cassandra, per cui io sto qua da sola in camera."

"Vieni con me." Mio fratello mi fa un cenno con la testa e io rimango a guardarlo. Lui si avvicina a me e prende la mia mano facendomi uscire dalla stanza facendo chiudere la porta dietro di me.

16.42

"Posso sapere dove mi stai portando? Mi hai letteralmente trascinato fuori dalla mia camera non facendomi prendere neanche il telefono."

Ci troviamo in macchina da circa dieci minuti ed Harry non ha aperto bocca.

"Allora? Ne hai per molto?" Chiedo ancora una volta e lo vedo sbuffare, al che rido. 

"Se me lo chiedi un'altra volta giuro che ti lascio in mezzo ai secchioni legata ad una sedia." Mi lancia un'occhiataccia ed io alzo gli occhi al cielo. "Capito?" 

"Si." Dico girandomi verso di lui e vedendolo concentrato sulla strada.

Stanca ormai di stare seduta cerco di cambiare posizione appoggiando la suola della scarpa sul sedile. 

"Cosa stai facendo? Metti giù quel piede, subito." Dice lui quasi gridando.

"Okay va bene, stai calmo. A quanto pare a qualcuno non piace che le si sporchi la macchina."

"Esattamente."

 "Perchè conosco già questa strada?"

"Sforzati e ci arrivi." Cerco di fare mente locale, fino a quando non mi ricordo di essere uscita da quel cancello dopo aver litigato per la prima volta con Harry, senza neanche conoscerci. "La palestra?"

"Già." Annuisce entrando nei parcheggi privati dell'edificio. "Pensavo ti avrebbe fatto bene, sai, per ieri." Mi lascia un'occhiata per poi scendere dalla macchina ed aprire il portabagagli. 

OVERSEAS |zayn malik|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora