Capitolo 11

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"Sono Zayn, apri, dobbiamo parlare."

E cosa vuole adesso?

Apro la porta perchè sono sicura che se lo ignorerò poi non mi lascerà più stare. Rimango sullo stipite appoggiando il peso su una sola gamba. "Cosa vuoi?"

"Non mi fai entrare?" indica con la mano dentro la mia stanza per poi passarsela tra i capelli.

"Non vedo il motivo per cui dovrei farlo. Si sta tanto bene qua fuori."

"Come vuoi. Sono venuto qua a scusarmi per beh, l'altro giorno. Sono stato davvero un cazzone-"

"Sai che novità." lo interrompo facendo un sorrisino per avere in cambio solo un'occhiataccia.

"Non volevo dirti quelle cose, non me ne sono neanche reso conto. Ho parlato senza ragionare." mi guarda e capisco dalla sua espressione che si trova in difficoltà.

"Ti do un consiglio allora, prima di parlare pensa, perchè senno rischi di ferire le persone."

"Io- lo so, è solo che ero davvero incazzato e per sfogarmi me la sono presa con te."

Sento il mio telefono squillare ma non ci faccio caso. "Okay, lascia stare. Adesso puoi andare."

"Cazzo Dana, adesso chi è che non affronta le cose? Riusciamo a fare un cazzo di discorso serio?"

Il mio telefono risquilla e questa volta decido di vedere chi è che mi sta chiamando. Non mi chiama quasi mai nessuno e proprio adesso ricevo due chiamate in neanche cinque minuti.

Apro la porta e vado verso il letto dove il mio telefono continua ad illuminarsi. E' un numero che non conosco ma rispondo lo stesso, magari è una cosa importante. "Pronto?" ma l'unica cosa che ottengo come risposta sono lontani rumori.

"Pronto, chi è?" non ricevendo nessuna risposta decido di attaccare, sarà uno stupido scherzo di qualcuno. Blocco il telefono e lo ributto sul telefono per poi girarmi. La porta non è più aperta, ma io sono più che sicura di non averla chiusa.

Vado verso questa per aprirla e affacciarmi fuori, magari Zayn se ne è andato. Ma fuori non c'è nessuno quindi rientro e quando mi rigiro mi prende un colpo.

Zayn è seduto sulla sedia mentre mi guarda.

"Tu..cosa stai facendo? Ehi! Chi ti ha detto di poter entrare?"

"Da solo, parlare fuori la porta non mi piaceva."

Dal momento che non ho nessuna intenzione di mettermi a discutere su questa cosa lo lascio stare qua. Mi siedo sul letto e passa qualche momento di silenzio imbarazzante prima che lui parli.

"Allora Chicago eh, bella città. Come mai proprio questa?"

"Per Cassie, lei mi aveva parlato di quest'università dove sarebbe venuta e ho deciso di seguirla."

"Ti trovi bene?"

"Non mi posso lamentare, buoni professori, mi piace il posto, anche le persone non sono male. Sono un pò pazzi ma sono simpatici."

"Come il tuo amico Louis, se non sbaglio il nome. Più che simpatco mi è sembrato un pò strano, ma decisamente molto gay."

"Si, lui è unico. Ma ci sono rimasta male quando mi ha detto che era gay."

"Non lo avevi capito? Appena sono entrato ho subito capito che lo era, poi non so ho avuto la conferma dal suo modo di fare." Dice per poi alzarsi e imitare Louis quando sta al bancone. Senza accorgermene scoppio a ridere al che lui inizia anche a camminare sculettando.

OVERSEAS |zayn malik|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora