Capitolo 50

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Ripartimmo per Los Angeles dopo due giorni e adesso ero nel vecchio quartiere di quest'ultima che avevo abbandonato.
Non era cambiato niente,anche se avevamo trascorso quasi un mese ad Ottawa. Justin non mi volle dire perché dovevamo partire con così tanta urgenza. Era come spaventato. Non sapevo chi l'avesse picchiato,non me l'ha voluto dire. Mi ha detto solo che dovevamo partire il più presto possibile per ritornare a casa. Adesso,sono molto più spaventata di prima. Non solo Justin era stato picchiato,ma avevamo anche ricevuto delle foto. In alcune di esse,c'ero io che stavo preparando il pranzo a Los Angeles oppure in altre eravamo io e Justin che passeggiavamo per le stradine affollate di Ottawa. Da lì,ho capito che qualcuno ci stava spiando e stava studiando tutti i nostri spostamenti. Forse,era stato proprio quel qualcuno a ridurre in malomodo il mio ragazzo. Non abbiamo intenzioni di trasferirci ancora una volta lontano da Los Angeles,anche perché troppi spostamenti possono far solo del male ad Eleonora. La paura,però,resta. Ho paura che qualcuno possa far del male a mia figlia. Non me lo sarei mai perdonato se venisse uccisa. Adesso,stavo preparando da mangiare perché era quasi ora di cena. Stavo preparando una vellutata di carote e,come secondo,avrei cucinato dei saltimbocca alla romana com il purè di patate. Questi sono alcuni dei miei piatti preferiti,e spero che Justin li gradisca. Dopo mezz'ora passata ai fornelli,avevo preparato tutto e andai in camera di Justin a chiamarlo. Aprì la porta e innorridì all'istante. Justin si stava masturbando davanti al mio computer portatile intento a guardarsi un film porno. Quando alzò lo sguardo e mi vide,chiuse di scatto il computer e si sistemò i pantaloni,venendo verso di me. Mi guardava con un sorriso malizioso stampato in volto.

《 La cena è pronta. Ehm...lavati le mani 》Dissi incerta e lui fece un sorriso malizioso,prendendomi per i fianchi. Mi dimenai violentemente ma senza risultati,perché la presa intorno ad essi era molto forte. Sospirai e chiusi gli occhi,abbandonandomi al piacere che mi stava dando Justin. Infatti,aveva premuto le dita sulla mia entrata e aveva cominciato a muoverle in cerchio. Menomale che c'era il leggero tessuto dei jeans che separava la mia intimità dalle dita di Justin,se no non so cosa avrebbe fatto...misi la testa sulla sua spalla e gemetti,per poi ansimare quando fece più pressione con le dita. Mi aggrappai a lui perché avevo la sensazione di cadere da un momento all'altro e lui mi prese in braccio,buttandomi dolcemente nel letto. Chiuse la porta a chiave e oscurò le finestre con le tapparelle,accendendo poi la luce all'interno della stanza perché tutto intorno era diventato buio. Mi tolse i jeans che indossavo e le mutandine. Lui si tolse la maglietta e i pantaloni,rimanendo in boxer. Con il suo aiuto,mi tolsi la maglietta,restando solo con il reggiseno e lui,facendo un altro dei suoi mille sorrisi maliziosi,mise una mano dietro la mia schiena,sganciando con facilità il reggiseno e togliendolo definitivamente. Mugolai di fastidio e mi coprì con le mani. Con la gravidanza,ero diventata molto più sensibile. Si avvicinò lentamente a me e mi prese i polsi,togliendoli dal mio petto e mettendoli sopra la mia testa. Cominciai a muovermi per il fastidio ma lui non mi volle ascoltare,anzi,cominciò a leccare il capezzolo del mio seno sinistro,mordendolo ogni tanto dolcemente. Gemetti più forte quando prese l'altro seno e cominciò a stuzzicarlo con le mani. Lui teneva,adesso,con una mano i miei polsi e con l'altra massaggiava il mio seno destro. Succhiò avidamente il mio capezzolo e dopo almeno cinque minuti passati a torturare dolcemente i miei seni,Justin scese a baciare la pancia,tenendo ancora fermi i miei polsi. Mi allargò le gambe e mi mise le mani dietro la schiena,vietandomi di muovermi. Fece scivolare lungo le gambe i suoi boxer e la sua erezione balzò fuori. Sgranai gli occhi e cominciai a scuotere freneticamente la testa. Lui mi accarezzò delicatamente una guancia,come per dirmi di stare tranquilla. Prese in mano la sua erezione e si avvicinò alla mia entrata ma io lo fermai con la voce.

《 Justin,sono incinta 》Gli dissi,con voce strozzata ma lui mi sorrise debolmente.

《 Tranquilla,so quello che faccio. 》Mi disse e prima che potessi ribattere,la punta del suo membro si era appoggiata alla mia intimità. Feci un verso strozzato con una punta di paura nella voce e lui cominciò a strusciarsi dolcemente. Mi dimenavo ma per me era impossibile,visto che lui mi teneva ferme le gambe. Adesso,si muoveva più velocemente e aveva cominciato ad ansimare per il piacere. Io lo seguì,gemendo sonoramente e chiudendo gli occhi. Era da tanto che non provavo queste sensazioni,con la gravidanza non avevamo potuto fare più niente e adesso capivo il motivo per cui Justin si stava guardando un porno. I movimenti che faceva con la sua erezione,erano assecondati dai miei che facevo con i fianchi,come se stessi cercando più piacere e arrivare all'apice di quest'ultimo nel minor tempo possibile. Gemetti forte quando Justin fece più pressione con il suo membro e presto,venimmo insieme. Lui si sdraiò accanto a me e mi attirò a sé,circondandomi la vita con un braccio. Stavo ancora cercando di regolarizzare il respiro e potevo sentire fare la stessa cosa il ragazzo.
Dopo un po' di tempo,Justin lasciò la presa dalla mia vita e si alzò,rivestendosi. Io feci lo stesso e andai in bagno a lavarmi le mani. Successivamente,andai in cucina e cominciai ad impiattare la vellutata di carote. Mi sedetti sulla sedia del tavolo da pranzo e cominciai a mescolare con il cucchiaio la vellutata di fronte a me. Justin arrivò e si sedette anche lui,cominciando a mangiare quello che c'era nel piatto,seguito da me. Appena misi il cucchiaio in bocca,una miriade di sapori invasero la mia bocca. Si sentivano maggiormente le carote ma c'erano anche quelle punte dolciastre e speziate che mi portarono in un altro mondo. Chiusi gli occhi per assaporare al meglio quel boccone e dopo li riaprì,continuando a mangiare. Il silenzio che si era creato fra noi due era diventato persino assordante. Nessuno dei due voleva parlare,forse perché non c'era niente di importante da dire. Tenevo lo sguardo basso verso il piatto e mi mordevo nervosamente il labbro. Finì in poco tempo la zuppa e presi anche il piatto che mi porse Justin,visto che aveva finito. Mi alzai dalla sedia e andai a mettere i due piatti nel lavandino,prendendo due piatti per il secondo e impiattare i saltimbocca con il purè. Ritornai al tavolo e diedi il piatto al ragazzo di fronte a me,che non aveva smesso un attimo di guardarmi. Mi aveva messo persino in soggezione.

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Avevamo finito di mangiare e come sempre Justin mi fece i complimenti per quello che avevo cucinato. Lo ringraziai con un sorriso e andai in bagno a farmi una doccia. Mi spogliai lentamente ed entrai dentro la doccia. Avevo tutto l'occorrente: shampoo,balsamo,maschera,bagnoschiuma e struccante. Cominciai con i capelli,insaponandoli per bene,passando poi al balsamo e alla maschera. Li sciacquai e passai il bagnoschiuma su tutto il mio corpo,soffermandomi sulla mia pancia. Cominciai ad accarezzarla compiendo movimenti circolari e sul mio viso apparì una curva quando sentì un calcetto da parte della mia bambina. Mi morsi il labbro fino a quasi farlo sanguinare e continuai a pulirmi il corpo con una spugna. Mi sciacquai completamente e passai lo struccante su tutto il mio viso,con un dischetto di cotone. Dopo almeno venti minuti passati sotto la doccia,uscì e mi avvolsi nel mio accappatoio bianco,mettendo poi i piedi nel tappeto. Mi guardai allo specchio e feci un respiro profondo. Il mio sguardo si posò sulla finestra,dove entrava un filo di luce lunare,che illuminava di poco il bagno,rimasto in penombra. Mi concentrai meglio nel tronco dell'albero che apparteneva alla famiglia che abitava di fronte a me e vidi un movimento strano. Come se qualcuno stesse cercando di non dare dell' occhio,visto che anche alle nove di sera c'era qualche passante. Strizzai gli occhi,convincendomi di avere avuto una breve allucinazione e passai la crema sul mio viso. Riposai lo sguardo sulla finestra e vidi ancora quel movimento. In fretta,accesi la luce del bagno e scesi le tapparelle. Sospirai e cominciai ad asciugarmi i capelli,mettendoli poi in piega. Erano passati quaranta minuti ed ero già vestita per andare a guardarmi qualche film in tv. La curiosità era troppa,perciò andai a piccoli passi verso la finestra. Allargai la fessura che c'era fra due tapparelle e urlai con tutto il fiato che avevo in gola quando mi ritrovai una figura davanti. Era vestita di nero e non avevo visto bene il viso per via della sciarpa nera che lo copriva. Per lo spavento,caddi a terra e all'improvviso tutto buio.

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Riscritto Venerdì 24 Giugno
2016

Jariana ~ I CAN'T LIVE WITHOUT YOU {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora