Capitolo 51

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Justin's POV

Entrai in bagno frettolosamente quando sentì urlare Ariana e la vidi a terra,svenuta. Guardai la finestra ed era aperta. Da lì,entrava un fresco venticello che mi fece venire i brividi lungo la schiena. Presi in braccio Ariana e la portai in salotto,dopo aver chiuso accuratamente la finestra. Mi sedetti accanto a lei e cominciai a chiamarla,accarezzandole leggermente i capelli ancora umidi. Mi preoccupava tantissimo quando sveniva oppure si sentiva male,perché il mio capo vuole la bambina sana e soprattutto viva. Non morta. Avevo una fottuta paura che potesse morire da un momento all'altro e con lei anche la bambina. Io rivoglio indietro mia sorella,è stata per troppo tempo con quel bastardo del mio capo e so solo che si trova in Canada. Inizialmente,non volevo portare Ariana ad Ottawa perché poteva esserci qualcuno che poteva farle del male a mia insaputa oppure perché poteva scoprire il piano del mio capo. E cioè di uccidere sua figlia per mia sorella. Questa piccola creatura sarebbe anche mia figlia...Mi dispiace per lei,ma devo fare qualcosa per riavere indietro Jazzy. Finalmente,Ariana aprì gli occhi lentamente e mi guardò. Le sorrisi debolmente e lei si mise seduta nel divano,scoppiando poi in un pianto isterico,mettendosi le mani davanti al viso.

《 J-Justin,c-c'era qualcuno i-in bagno 》Urlò fra i singhiozzi e io la guardai con sguardo interrogativo. Le presi il viso tra le mani e la guardai negli occhi,asciugandole con i pollici delle mie mani le lacrime che avevano rovinato il suo bellissimo viso. Ariana non poteva essere pazza. Ripensandoci,la finestra era rimasta aperta ma forse Ariana l'aprì per far entrare un po' di aria e per asciugarsi più velocemente i capelli. Ma vedendola con le lacrime agli occhi tremante,c'era proprio qualcosa che la turbava.

《 Ari,sei sicura? 》Le domandai con la voce un po' tremante perché stavo cominciando ad avere paura anch'io. Sentivo i nostri respiri farsi sempre più pesanti e potevo anche sentire benissimo il battito del mio cuore. Sentivo scoppiarmi per le tante preoccupazioni ed emozioni che mi frullavano in testa. Avevo un brutto presentimento,la persona che aveva visto Ariana non era un semplice ladro. Poteva essere una delle spie del signor Butera,che quest'ultimo aveva mandato per scattare le foto che giornalmente trovavamo nella cassetta della posta e per vedere se stavo eseguendo gli ordini. Ma la domanda è: che ci faceva in giro alle dieci di sera? A quest'ora,Ariana già dormiva e io restavo sul divano a guardare la televisione per una mezz'oretta. Non potevo lasciare da sola Ariana nel bel mezzo della notte,con i tantissimi ladri che c'erano a Los Angeles. Non potevo uscire di casa per andare in una qualunque discoteca ad ubriacarmi e ritornare sbronzo la mattina seguente.

《 Ti prego,credimi. Non sono pazza. L'ho visto veramente 》Urlava esasperata Ariana con ancora le lacrime agli occhi,che cercava di trattenere strizzando gli occhi e tirando su con il naso. La presi da sotto le ascelle e l'avvicinai a me,avvolgendola poi con le mie braccia in un abbraccio. Continuava a piangere disperatamente,evidentemente quell'incontro l'aveva proprio segnata. Io le accarezzavo i capelli e la stringevo forte a me. Non sopportavo vederla piangere e il pensiero di uccidere la bambina subito dopo che lei abbia partorito mi stava uccidendo. Non volevo vederla soffrire,perché era solo colpa mia se l'avevo messa incinta.

《 Tranquilla,ti credo 》Le dissi,rassicurandola. Non smettevo di accarezzarle i capelli e lei di singhiozzare. Dopo un po' ci staccammo e io le asciugai le lacrime che avevano rigato le sue guance.

《 Vieni. Ti preparo un thè caldo 》Le dissi e mi alzai dal divano,prendendola poi per mano. La trascinai verso la cucina e lei guardò la finestra che c'era sopra la lavastoviglie,che era appoggiata al muro. Fu la prima cosa che fece. Sospirai e le girai il viso verso di me,per poi guardarla negli occhi serio. Lei si morse il labbro e abbassò la testa,capendo che cosa le volessi dire anche se io non avevo parlato. Cominciai a preparare il thè e una volta fatto,lo versai in una tazza per il latte,spruzzai un po' di limone,misi un cucchiaio e mezzo di zucchero e aggiunsi del miele. Sapevo che il thè piaceva così ad Ariana. Con il miele aggiunto. Quando mi girai verso di lei con la tazza fumante in mano,era seduta sulla sedia del tavolo da pranzo e mi guardava,mordendosi nervosamente il labbro. Le diedi la tazza e lei mi ringraziò con un mezzo sorriso. Le sorrisi e la guardai sorseggiare il thè,in cui ogni tanto soffiava per farlo raffreddare. In poco tempo,finì il thè e posò la tazza sul tavolo,che io presi e misi nel lavandino.

Jariana ~ I CAN'T LIVE WITHOUT YOU {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora