Capitolo 52

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Urlai con tutto il fiato che avevo in gola per il dolore lancinante alla pancia. Justin cercava di tenermi fermi i polsi e di farmi visitare da Silvia,che stava mettendo quella fascia con il telecomandino incorporato per controllare i battiti della bambina. Mi lasciai sfuggire un singhiozzo e chiusi gli occhi,continuando a mugolare di fastidio. Eravamo in ospedale da più di un'ora,perché Silvia doveva assistere un'altra signora e non era potuta venire subito da noi e sentivo le dita di Justin accarezzarmi le nocche mentre mi teneva fermi i polsi,come per confortarmi. Le contrazioni si stavano facendo sempre più forti. Urlai ancora dal dolore e strinsi i pugni,cercando di trattenermi dal non urlare. Il dolore era veramente insopportabile. Stavo cominciando a vedere tutto sfuocato e all'improvviso chiusi gli occhi,rimanendo immobile e non dando nessun segno di vita. Sentì Justin agitarsi e chiamare Silvia più volte ma lei lo tranquillizzò,dicendo che non avevo più le forze di urlare e che mi dovevo riposare.

《 Bene,Ariana. Non sei ancora dilatata per cominciare a spingere. Non siamo messi bene,devi aspettare minimo quattro ore prima di partorire 》Mi disse Silvia,accarezzandomi una guancia e andando in un angolo della stanza in cui ci trovavamo per prendere chissà che cosa. Aprì di scatto gli occhi al suono di quelle parole e cominciai a sbraitare di brutto,cercando di liberarmi dalla presa sicura di Justin.

《 Che cosa?! Quattro ore? Fate uscire quel coso dalla pancia! 》Urlai,piagnucolando alla fine della frase e sentì Justin abbandonare la presa,trascinare una sedia accanto al lettino e prendermi nuovamente una mano,stringendola forte.

《 Dai,Ariana,cerca di capire. Adesso,calmati e cerca di respirare 》Mi disse Justin che sembrava più tranquillo di prima e cercando di farmi respirare profondamente. Vidi Silvia sorridere e avvicinarsi a me,posizionando una mano dietro la mia nuca per farmi alzare la testa dalla testiera del lettino. Aveva in mano un bicchiere d'acqua e quando lo avvicinò alle mie labbra,lo bevvi tutto d'un fiato. Le mie labbra lasciarono il bicchiere e ripresi fiato,respirando affannosamente per l'enorme sforzo che feci. Appoggiai nuovamente la testa alla testiera,sentendo la gola non secca e le labbra non screpolate. Tirai su con il naso e strizzai gli occhi,ricacciando indietro le lacrime. Silvia se ne andò e io cominciai a mugolare di fastidio,sentendo ancora gli occhi lucidi. Le contrazioni stavano per diminuire e feci un sospiro di sollievo,quando non sentì più nulla. Andò avanti così per quattro fottute ore: ogni tanto,urlavo dal dolore perché le contrazioni ritornavano a farsi sentire,Justin mi diceva di respirare e mi stringeva la mano,Silvia continuava ad entrare e uscire nella stanza per preparare la sala operatoria...quando entrarono due infermieri che cominciarono a spingere il lettino in cui mi trovavo,la paura mi assalì. Sapevo che mancavano pochissimi minuti prima di partorire e la paura di sentire troppo dolore stava crescendo ad ogni minuto che passava. Trasportarono il lettino per il lungo corridoio e alla fine si fermarono davanti ad una stanza,di cui le porte vennero aperte,in modo da far passare il lettino. Venni presa in braccio da Justin e messa in un altro lettino,dove c'erano due aste di ferro su cui appoggiare i polpacci. Entrarono in sala operatoria almeno cinque medici,mentre io stringevo sempre più forte la mano di Justin e sentivo il dolore espandersi in tutto il mio corpo. Urlai per la millesima volta ma sembrava non facesse né caldo né freddo ai medici. Buttai la testa all'indietro,incapace di guardare quello che stavano facendo e continuavo a mugolare di dolore. Adesso,sentivo un vero e proprio bruciore nella mia parte intima ed era insopportabile. Finalmente entrò Silvia e io cominciai a piangere perché non ce la facevo più a sopportare una cosa del genere. Ero troppo debole per partorire ed ero sicura che sarei svenuta mentre spingevo. Non avevo nemmeno le forze di rispondere alle domande di Silvia,che consistevano nel domandarmi se fossi pronta per spingere e per avere tra le braccia Eleonora. Stavo per avere tra le mie braccia mia figlia...spostai lo sguardo su Justin che stava usando il cellulare senza rendersi conto delle mie urla di dolore e delle mie lacrime.

Jariana ~ I CAN'T LIVE WITHOUT YOU {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora