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"Scusami" ripete Diego per la seconda volta.
Forse è davvero pentito. Decido di rimanere.
"Ti perdono" dico.
Diego fa un respiro di sollievo ed un bellissimo sorriso illumina il suo volto che fino ad un attimo prima era turbato. Ad un sorriso così non posso che rispondere con un sorriso ed un bacio, sulla guancia però.
"Hai fame?"chiede.
"Un po' " rispondo.
Mi prende per mano e mi accompagna in cucina. la tavola è imbandita. C'è una bella atmosfera.
Sul tavolo c'è una buona, e probabilmente costosa, bottiglia di vino rosso.
Mi siedo e Diego mi serve degli spaghetti con polpette di carne.
Passiamo la serata a mangiare e a chiacchierare.
"Sono deliziosi"mi complimento con lui.
"Speravo che ti piacessero"
"Ti piace cucinare?"chiedo.
"No, non ne sono capace" dice.
Com'è possibile? Questi spaghetti sono deliziosi, se non è lui ad averli preparati chi può essere stato?
"Ho seguito una ricetta su internet ed il risultato è stato più che soddisfacente"dice infine.
Non sono sicura che sia la verità, forse mi nasconde qualcosa, decido di non fare altre domande.
Mi piace stare in sua compagnia, mi sento perfettamente a mio agio e sicura di me, anche lui sembra essere felice. Scherziamo, ridiamo e parliamo per tutta la sera in compagnia di quella buona bottiglia di vino, che ormai è giunta al termine e in gran parte è stata colpa mia. Le sue battute mi sembrano divertenti ed io rido, rido fino a farmi girare la testa. Non riesco a pensare in modo lucido, non riesco ad alzarmi e camminare e non riesco a terminare le frasi. Diego mi guarda dall'altra parte del tavolo, cercando di comprendere le mie parole. Infine si alza e mi accompagna sul suo divano. Nemmeno io riesco a comprenderlo, le sue parole mi giungono da lontano.
Mi appoggio a lui e chiudo gli occhi. Finendo con l'addormentarmi.
Al mio risveglio i primi raggi del sole stanno filtrando dalle finestre. Riemergo dal divano verde. Mi muovo con cautela, la testa mi fa ancora male, per cui sono costretta a reggermi ai mobili e strisciare contro i muri per cercare Diego.
Lui si trova nella sua camera, nel suo enorme ed accogliente lettone immerso nei suoi sogni. È bellissimo, nonostante i capelli arruffati. Non avrei dovuto bere così tanto, ho commesso un errore, chissà che impressione gli ho fatto. Con passo felpato mi avvicino al suo letto, e gli do un bacio sulla fronte. Lui apre lentamente gli occhi, mi vede e mi sorride.
"Buongiorno" dice.
"Buongiorno" gli rispondo.
Cerca di mettersi seduto ma io glielo impedisco.
"Torna a dormire, volevo soltanto salutarti. Sto andando a casa" dico.
"Non c'è fretta, puoi rimanere quanto vuoi. Per me è un piacere averti qui"
Gli appoggio la punta di un dito sulla bocca in modo da azzittirlo, gli do un bacio sulla guancia, gli dico di non preoccuparsi e lo prego di tornare a dormire. Poi esco dalla sua stanza e dalla sua casa. Chissà se vorrà ancora rivedermi dopo quello che è successo ieri sera.

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